"Ritornando a casa" -dalla mia autobiografia-
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: E.
Oggetto:
"Ritornando a casa" -dalla mia autobiografia- Un piccolo frammento. Dalla mia autobiografia. "... I pensieri più belli spesso le affiorano mentre viaggia da sola, in bicicletta o in motorino o in macchina, attraverso la sua Livorno. In special modo negli ultimi mesi, da quando per lavoro sta familiarizzando con una zona della città a lei prima quasi sconosciuta, ed ha imparato ad amare la fortezza nuova ed i fossi e lo scorcio che vede dalla sua stanza.
Inserito il:
03/09/2003 17:37:11
Messaggio:
Dedicato alla mia città, per il magnifico mare di settembre di cui oggi ho goduto.
E quando, adesso che è primavera, alle 19.00 esce dall’ufficio e imbocca la strada che la porta a casa, non c’è un giorno in cui non venga rapita dal paesaggio che la circonda e pensi, complice l’aria rosea e rarefatta di un tramonto livornese, a quanto le piaccia la sua città, a quanta serenità le trasmetta, e a quanto le costerebbe, un domani, doverla abbandonare.
Mentre attraversa il ponte all’altezza dell’imbarco dei traghetti comincia il suo spettacolo.
La fortezza vecchia illuminata dal sole che sta calando, e dietro i pescherecci, e dietro ancora, in lontananza, le gru del porto, e sullo sfondo i gabbiani. Ogni giorno d’istinto vorrebbe fermarsi e aspettare lì, seduta su un muretto, che il sole si sciolga sulla linea dell’orizzonte.
C’è un gozzo che sta uscendo per gli allenamenti, e lei vorrebbe avere con se la sua macchina fotografica per poter immortalare quell’angolo di splendore.
Superato il porto, altra bellezza labronica motivo di orgoglio scoperta da Elisa solo "in vecchiaia", comincia il viale del mare. Elisa lo conosce a memoria ma ogni giorno si guarda intorno come fose la prima volta, e tra un pensiero e l’altro compie dei movimenti meccanici che probabilmente si porterà dietro per sempre: uno sguardo in alto verso la terrazza di Giulia, uno al cancello celeste dei Bagni Nettuno e un’occhiata alla persiana della camera di Emi, perennemente chiusa. Subito dopo lo sguardo incontra la terrazza Mascagni e a seguire i Bagni Pancaldi appaiono imponenti nella loro signorilità. Infine la Baracchina Bianca, luogo intramontabile d’incontro di giovani e meno giovani, e l’Accademia Navale, accompagnano Elisa nell’ultimo tratto di lungomare prima che giri a sinistra e percorra le ultime centinaia di metri che la portano in Via Beato Angelico.
Se le capita di essere nervosa o agitata, però, prosegue a dritto, abbandona il mezzo in zona "scogli dell’accademia" e comincia a camminare stile Forrest Gump, possibilmente con le auricolari nelle orecchie e il signor Franco Battiato in sottofondo.
Supera i vari stabilimenti balneari, sbuca alla rotonda d’ardenza e poi va ancora avanti lungo il viale di antignano, fino a quando, per motivi di orario, fa marcia indietro. E pensa, pensa…ma quanto cavolo pensa?! Sicuramente troppo. Pensa talmente tanto che alla fine va in confusione totale e non riesce a trovare una soluzione ai suoi problemi. C’è chi la prende in giro scherzando sopra all’esistenza di un "omino", all’interno della sua testa, che ogni tanto si attiva, parte, e chissà dove va. Non lo ferma nessuno, è incontrollabile. ..."
E.
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