Continuando a parlare di ..masche.
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=5850
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Grazia
Oggetto:
Continuando a parlare di ..masche. Ho assistito ad una rappresentazione teatrale sulle "masche", tutte giovani attrici, che hanno messo in evidenza la condizione femminile dell'epoca e con tutto ciò che ne derivava: All'epoca le donne erano consacrate alla vita domestica, alla cura dei figli, il lavoro nei campi, accudire gli animali ed era solito trovare donne anziane e non più gradevoli che vivevano ai margini della società e che, secondo le dicerie, prendessero le sembianze di un animale: maiale, pecora o capra. A queste donne (chiamate masche) Forse era la solitudine o l'ignoranza, ognuno aveva una storia da raccontare, molte erano sentite nelle "veglie" quando alla sera si ritrovavano, nelle stalle, alla luce del lume a petrolio, e i bambini spaventati, ascoltavano in silenzio. Quando la masca moriva doveva lasciare il maleficio ad un'altra donna. La sceglieva con un minimo contatto fisico o stringendole la mano, se ciò non fosse accaduto, la masca sarebbe morta orrendamente e avrebbe scagliato i suoi poteri contro un albero che si sarebbe seccato improvvisamente. Ogni masca, possedeva un grosso quaderno scritto a mano, in latino, era il "libro del comando" pieno di formule e copiature di riti esorcistici. Per avere una copia di quel libro bisognava andare alle due dopo la mezzanotte in una "scao", la casa delle streghe, entrare e venerare il demonio. Lui arrivava e consegnava il libro. Bisognava avere..tanto coraggio, non avere paura. I luoghi preferiti erano radure o pianori puchè fossero luoghi dove la fantasia e l'immaginazione potessero trovare spazio, importante era che ci fosse un grosso albero, come quello che possiamo trovare nel comune di Paroldo ; sotto questo grosso albero le masche della Langa si ritrovavano dei loro raduni notturni. ne ho trovata un'altra versione : Sono gli anni che hanno caratterizzato la "Caccia alle Streghe", anni in cui l'invidia, l'ignoranza, l'intolleranza e il rancore bastavano a fare puntare il dito accusatore e condannare a morte. Piccola, umile, avvilita e stanca per le torture subite, Micaela Angiolina Damasius, detta Micilina, avanzava tra la folla urlante. La lunga veste nera e la bianca cuffietta in testa la rendevano più simile ad una donna di casa di Alexander Mascal
Inserito il:
29/10/2003 18:23:31
Messaggio:
erano attribuiti tutti gli eventi negativi della vita quotidiana : facevano rovesciare i carri per le strade di campagna, mandavano a male il raccolto di una stagione con terribili temporali , facevano morire i bambini o il bestiame di chissà quale male oscuro e venivano anche attribuite le malformazioni di un neonato perché in gravidanza la mamma aveva avuto dei contatti con lei; una pecora ,incontrata nel bosco, in una scura notte d'inverno, sembrerà che parli, confondendo la sua voce con quella del vento gelido che soffia tra i rami spogli.
Le masche erano solite riunirsi, con cadenza periodica, in luoghi stabiliti, per una sorta di raduni gogliardici e orgiastici in cui, alcune vestite di stracci altre addirittura nude, ballavano libere in grande euforia intorno ad un pentolone ribollente di lussuria come diavolo comanda.
Collegandomi alla storia segnalata da Elena sulla strega Micillina,
"La maledizione della strega Micilina"
La scenografica piazza di Pollenzo (CN) fa da storico sfondo alle tragiche persecuzioni a cui furono sottoposte tante povere vittime della superstizione. "Anno Domini 1544".
che ad una perfida strega dedita a riti satanici e patti demoniaci.
Accusata di stregoneria avanzava tra la folla di curiosi del ..macabro che, giunta da ogni luogo, urlava accalcandosi per assistere al processo. Condannata a morte mediante il rogo verrà arsa sulle colline di Barolo. L'unica cosa che l'Inquisitore ottenne fu che alla poveretta venisse risparmiata la tortura con le tenaglie, i ferri roventi, e il piombo fuso, che erano inflitte ai condannati a morte.
Il 29 luglio 1544 Micilina fu caricata sul carro trainato da due buoi bianchi, condotta sulla collinetta brulla venne legata ad un vecchio castano morto, che era l'unico albero di quel luogo e bruciata viva.
Ma qui la leggenda vuole che la donna, liberatasi dal bavaglio, avvolta dalle fiamme, urlasse sghignazzando e maledicendo: "Maledetti! Non saranno le fiamme a farvi liberare di me. Verrà una tremenda guerra che terminerà solo quando riappariranno bianchi i due buoi che ora farò diventare rossi". I due buoi divennero rosso fuoco e impazziti piombarono sulla folla calpestandola, incornandola seminando morte e distruzione. Le fiamme si spensero improvvisamente e le scintille si sparsero sui presenti bruciandoli, altre caddero sulle case del paese e ovunque fu la morte a regnare. Da allora la collina fu recintata e nessuno osò entrare. Ancora oggi, chi si avventura in quel luogo di supplizio può vedere alcune macchie rosso vivo sul terreno: si dice che sia il sangue della povera Micilina.
Storie e leggende di Langhe e Roero
Traccie di Piemonte - ALPI editrice
Grazy
Concerto di Sogni : https://www.concertodisogni.it/mpcom/
© 2001-2024 Concerto di Sogni - B.A. & R.M