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FESTE tradizionali, San Martino, 11 novembre

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Stampato il: 30/10/2024

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Autore Tema: leda cossu
Oggetto: FESTE tradizionali, San Martino, 11 novembre
Inserito il: 04/11/2003 12:07:06
Messaggio:

11 novembre, San Martino

E’ una ricorrenza che facilmente si presta a giochi di gruppo di bambini, quindi adatta a feste di compleanno... da anticipare o posticipare un pochino per chi compie gli anni attorno a questa data.

A 4-5 annipuò essere un breve giro attorno casa con mestoli, coperchi, pentole e filastrocca (basta che la sappiano almeno in due: un bambino e un adulto), ma anche candela (protetta da un collarino basso di carta rigida) e se qualche bimba o bimbo suona un flauto, si può alternare il gioco.

Dai 7-8 anniin su il giro può allargarsi al quartiere.

In terza media abbiamo organizzato il compleanno di mio figlio con gruppi di 2-3 ragazzi, questionari su San Martino ed interviste stradali con percorsi mappati del quartiere. Chi otteneva più risposte vinceva un premio (o meglio lo sceglieva per primo, tutti lo ricevevano).
Le domande erano per tutti uguali: Perché è conosciuto San Martino, chi era, dove viveva, in che epoca, di che nazionalità era, se era di colore, era un monaco, un prete, un soldato o un vescovo? Sai cos’è l’Estate di San Martino? Sai una filastrocca di San Martino? (non importava che la scrivesse, era sufficiente fargliela dire, uno dei ragazzi aveva il registratore e a casa... giù a ridere).
Qualcuno dei ragazzi portava scherzosamente una pila in testa per evocare la lucerna.


Martino, ufficiale romano per forza, vescovo per dovere, monaco in tarda età per scelta.
E’ conosciuto come santo della carità. Molte opere d’arte e chiese a suo nome. In Gallia (Francia), nel 338 aveva 22 anni e durante un giro di ronda a cavallo in una notte piovosa d’autunno, aveva incontrato un povero infreddolito che chiedeva aiuto. Non avendo con sè denaro o altro, con un colpo di spada tagliò a metà il suo mantello. La notte sognò Gesù che gli sorrideva, grato.
Fra realtà e leggenda si dice che a seguito di questo gesto di carità il clima migliorò miracolosamente e da allora in prossimità di quel giorno si ripete ogni anno l’Estate di San Martino, con almeno 3 giorni di fila di sole.

E’ con le più importanti feste d’autunno, di origine contadina antichissima.
Celtica prima e poi cristiana (come Ognissanti), concomitante a feste locali e Mercati. Dalle mie parti è molto bella il Zogo dell’Oca di Mirano e c’è la Fiera delle oche e degli stivali a Portogruaro (Venezia). Molte scuole la festeggiano uscendo per strada la mattina.
E’ una festa che genera racconti, filastrocche e la rituale questua che richiama lo spirito caritatevole in questo periodo in cui la terra riposa e solo il raccolto è una risorsa. I bambini girano tradizionalmente soprattutto per strada, ma anche per negozi, di casa in casa con pentole mestoli e coperchi (anche musiche, candele), inchini fra l’ossequioso e l’irrispettoso, a seconda della generosità della casa e tutti rigorosamente in rima: Ea signora tanto bea, quando che ea vardo me par ‘na stea (e giù un inchino…)…

I cibi tradizionali sono stagionali: le caldarroste, il vino e l’oca. E la sagoma del cavaliere a cavallo di pasta frolla.

La filastrocca più diffusa in Laguna a Venezia parla di novizia (sposa novella, si legge novisia o novissia).

1^ Strofa
San Martin xè ‘ndà in sofita
A trovar ea so novissa
La so novissa non ghe gera
El xè ‘ndà finir par tera

Ritornello
El xé ga roto meza ciapa
El xé ga messo un boletin
Viva, viva San Martin
2^ Strofa

San Martin xé ‘nda sui copi
a trovar i vovi rossi
vovi rossi no ghe gera
el xe ‘nda finir par tera

Ritornello: El xe ga roto…

Nota:
Il testo parla di finire a gambe all’aria e fa ridere i bambini.
Sembra non c’entrare nulla con San Martino, e non se ne ricorda più il significato. A meno che l’irriverenza popolare veneziana per tutti i grandi, Santi compresi, non voglia ricordare il suo matrimonio prima dei 20 anni che durò pochissimo. Nel tardo medioevo si trovò scritto che la moglie non gli era fedele e che la pazienza di Martino era grande.

…mi te conto ea mia, che ti, ti me conti ea tua…

Edited by - ledacossu on Nov 04 2003 12:33:47

Replies:


Topic author: sitar
Replied on: 04/11/2003 15:11:48
Messaggio:

Cari Ledacossu, Elenafior,
sono felicissimo che sia nato questo importantissimo spazio interamente dedicato ai bimbi, grazie ad un mio piccolo e modestissimo contributo;
probabilmente mi sono inserito in uno spazio vuoto che aveva bisogno solo di un LA per spiccare il volo;
i bambini sono la "cosa" più bella che esista al mondo (la musica e le arti vengono al secondo posto insieme all'amore!!);
io rinuncerei a tutto per mio figlio ed infatti molto del mio esiguo tempo lo dedico a lui ed è anche per questo che purtroppo non posso essere presente con altri conributi letterari(!)(tra l'altro noto che non ce n'è alcun bisogno perchè ho letto splendide favole, giochi musicali, poesie, scritte per i bimbi.
Ringrazio ancora Elenafior per aver dato vita a questo spazio ed a risentirci presto.
Sitar


Topic author: leda cossu
Replied on: 07/11/2003 15:12:55
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canzone per
SAN MARTINO

Nella nebbia fitta fitta
ogni bimbo ha paura
anche il cielo si oscura
e l’inverno presto vien.

Se mi trovo per la strada
io accendo un lumicino
che il prode San Martino
ha donato ad ogni bambin….

RIT.
San Martino cavaliere
Ti ringrazio per la luce
che per strada ci conduce
e ci illumina il cammin.


Le maestre per San Martino con i bimbi costruiscono vere e proprie lanterne di pergamena, ogni anno differenti e girano cantando attorno alla scuola.
Versione breve. Cantata alla Scuola Antroposofica di Oriago (Riviera del Brenta, Venezia)


Leda

Edited by - ledacossu on Nov 07 2003 15:20:32


Topic author: Grazia
Replied on: 07/11/2003 18:21:55
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Sempre in tema di S. Martino la ricordate la poesia del Carducci?

Mi è venuta in mente, proprio in questi giorni, descrive perfettamente il periodo grigio e freddo che si sta avvicinando....e poi è un ricordo dell'infanzia, della scuola, penso che piaccia ai bambini.....

eccola:

"San Martino"
di Giosuè Carducci


La nebbia agli irti colli
piovigginando sale
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar.
Ma per le vie del borgo
dal ribollir dei tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.
Gira sui ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando,
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar
fra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri
com’esuli pensieri
nel vespero migrar


Grazy


Topic author: leda cossu
Replied on: 08/11/2003 19:08:31
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Le oche e la Festa di San Martino


La presenza delle oche nella vita dei popoli è antichissima. L’oca era considerata fra i barbari una guida spirituale dei pellegrini e il simbolo della Grande Madre dell’universo e dei viventi e non solo…

Frate Martino, quando fu eletto vescovo a Tours, in Francia non era molto contento di abbandonare il saio da monaco. E questa è storia vera.
La leggenda dice che non si facesse vedere in giro, cercando di nascondersi mentre tutti lo cercavano. Furono proprio le oche a trovarlo e starnazzarono così tanto da richiamare l’attenzione su di lui… che divenne vescovo per forza, ma così caritatevole da essere nominato Santo. Da allora, eravamo nella prima metà del IV secolo d.C., le oche e San Martino sono sempre state collegate. Ma non solo le oche.

Nei giorni di San Martino si produce il “vino fiore”. Il primo vino dopo la fermentazione naturale del mosto. Avviene la svinatura, viene cioè separato il mosto dalle vinacce. Il vino nuovo viene messo nei tini. Con le vinacce dell’uva bianca si producono altri vini e con quelle dell’uva nera si producono l’aceto, la grappa, l’alcol, il ”vinello”. I residui vengono dati al bestiame o usati come concime (nutrimento) per la terra.

Forse per questo San Martino la cui festa cade durante la svinatura è considerato protettore dei beoni e lui stesso è a volte rappresentato come un ubriaco col bastone in mano, nell’atto di bastonare.

Dell’antica Grecia il poeta-raccoglitore di storie Omero ci racconta come l’oca fosse un animale da guardia e per i bambini un compagno di giochi.

Per i romani le oche erano considerate animali sacri. Servivano da guardiani del tempio della dea Giunone nel Campidoglio. E non potevano essere mangiate. Nel 390 d.C. i Galli che assediavano Roma con Brenno il barbaro, volevano catturarle di notte per mangiarsele, ma le oche starnazzarono così forte da risvegliare i soldati romani e metterli in fuga. Deriva da qui il monito ai bambini quando gridano in modo esagerato: “gridate come le oche del Campidoglio”.

Carlo Magno nel Medioevo (800 d.C.) ordinò alle famiglie contadine ed alle comunità di monaci l’allevamento delle oche.

Attorno al 1400 si diffusero nel Veneto, provenienti dall’Europa del Nord molte comunità ebraiche. Non consumando carne di maiale con la carne dell’oca confezionavano salami e prosciutti… molto buoni.
In Italia era usanza diffusa mangiare il tacchino per San Martino, ma attorno a questo periodo, grazie a queste comunità, si diffuse moltissimo anche l’allevamento delle oche, soprattutto vicino ai fiumi, nel Nord Italia.
Nel Veneto, quasi tutte le famiglie che abitavano sugli argini dei fiumi allevavano oche. Solo chi aveva i campi o almeno il cortile allevava tacchini e galline. Ma i braccianti e chi abitava vicino ad un argine di fiume, non avendo terreno, poteva allevare solo qualche gallina per le uova e le oche molte di più, una quindicina mediamente, dato che il loro habitat tutto il giorno è il fiume.

La fine del raccolto per i contadini dei paesi del nord Europa rappresentava la fine dell’anno. Le festività di questo periodo, Ognissanti (in Irlanda Halloween) e San Martino si festeggiavano come il Capodanno e il Carnevale con moltissime feste in tutti i paesi.
Scadevano nei secoli scorsi i contratti agrari proprio l’11 novembre. Ed in Francia l’inizio dell’inverno fin dal 1700 iniziava con San Martino, mangiando un’oca.

L’oca nel 1800 era usata come moneta per pagare l’affitto dei campi ai proprietari e scambiata con altri prodotti, gli stivali ad esempio. Infatti a Portogruaro (Venezia) c’è ancora oggi la “Fiera delle Oche e degli Stivali”
Ed a Mirano c’è sempre stata la Fiera delle Oche, valorizzata dagli abitanti costituitisi in Associazione, la Compagnia dell’Oca, proprio a tutela di questa tradizione.
La festa avviene sempre nel fine settimana prossimo a San Martino.

Edited by - leda cossu on 02/05/2004 22:45:34


Topic author: leda cossu
Replied on: 11/11/2003 07:21:45
Messaggio:

Oggi è San Martino, fin da ieri i bimbi dalle nostre parti e i genitori si passano parola "'ndemo a bater San Martin"?
I to fioi va a bater San Martin?

E' un modo di dire. Bater.. battere pentole, mestoli, coperchi, far festa, questuare dolcetti e caramelle, dire filastrocche.

Mantenere vive le tradizioni che esprimono cultura e valori.

Anche la strada è il luogo della socialità, delle comunità. Luogo da vivere, imparare ad esprimersi... in modo gioioso e rispettoso.

Buon San Martin a tutti. A chi vorrà aggiungere il ricordo di una filastrocca o un episodio vissuto. A quanti aiuteranno i bimbi a festeggiare....

Leda

Edited by - ledacossu on Nov 11 2003 07:26:15


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 25/11/2003 08:22:52
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S. Martino

A Milano i contratti d'affitto scadevano a S.Martino.

Nelle raccolte di vecchie fotografie che raffigurano la vita milanese dei tempi passati si possono vedere le famiglie intorno al carretto pieno di mobili che stanno traslocando.
E' rimasto perciò in uso l'espressione

fare S. Martino

Un'altra scadenza è a S. Michele, in alternativa si dice fare S. Michele.

A proposito dell'estate di S. Martino , ci sono delle affinità con la cosiddetta "estate indiana",di cui si parla in molti racconti degli STati Uniti ambientate nelle località situate alla nostra latitudine.
E' il periodo autunnale tiepido in cui le piogge non hanno ancora fatto cadere le foglie e la natura si è rivestita di colori colori caldi, dai toni che vanno dal giallo al rosso, l'epoca delle bacche e della frutta...

E. F.


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