E nella loro mente scorsero i ricordi
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22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Pasquale Di Petta
Oggetto:
E nella loro mente scorsero i ricordi E NELLA LORO MENTE SCORSERO I RICORDI Pasquale Di Petta
Inserito il:
30/11/2003 17:48:59
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Ivo era corso in ospedale al capezzale della madre gravemente ammalata. Nella camera entrarono i medici e lui con aria triste uscì nel corridoio insieme con l’amico Roberto. I due rimasero muti ed assorti. Poi, Alberto, rivolgendosi all’amico, quasi per risollevarlo, gli disse: << Hai visto chi c’è nella camera a sinistra ? >>. Ivo , addolorato, non rispose. << C’è Ida >> insistette Alberto. Ivo si scosse e chiese: << Ida? chi Ida? >>. << Ida, no ?! >>. Ivo, dal tono della voce dell’amico, capì rapidamente. << Dio, ma che dici?! non può essere. Trent’anni fa si sposò ed andò a vivere nel Sud>>. << Sì, è tornata qui per farsi operare >>. Ivo si sentì il cuore in tumulto.
<< Andiamo a salutarla >> fece Alberto, avviandosi verso la camera di lei. L’amico lo seguì con un velo di sudore freddo sulla fronte e lo sguardo confuso.
Trovarono la donna distesa sul lettino bianco, con il volto esangue ed una sondina nel naso. Ivo la fissò in viso quasi incredulo che fosse proprio lei. Poi le strinse la mano tra le sue e la chiamò timidamente : << Ida >>. Ella lo guardò quasi trasognata e gli rispose con un filo di voce: << Un po’ meglio >>. Ivo continuò a fissarla ed a parlarle con voce tremante. << Dio mio, sono passati trent’anni. Il tempo, cosa fa il tempo ! se ti avessi incontrata non ti avrei riconosciuta >>.
Alberto se n’era uscito nel corridoio a parlare con la sorella di Ida. Ivo sentiva fremere la mano di lei tra le sue, mentre nella sua mente, come in un film, scorrevano le immagini di ricordi lontani: Ida, giovane diciottenne dai grandi occhi balenanti di un verde smeraldo, con i capelli fluenti sulle spalle morbide, con la gonna da zingara lunga fino alle caviglie, intenta a cogliere i fiori tra l’erba verde dei campi; i giochi a nascondino che aveva fatto con lei e con i suoi fratelli più piccoli in un giorno di maggio dietro il muretto dell’orto; il momento in cui acquattati nell’erba, si erano fissati negli occhi, i loro corpi si erano sfiorati e lui si era sentito perduto, l’aveva stretta forte tra le sue braccia, sussurrandole: << Quanto sei bella >> ed ella, come una cerbiatta smarrita, si era divincolata dalle sue braccia, era fuggita e gli aveva lasciato l’odore della sua pelle profuma di lavanda; l’arrivo dei fratelli di lei e la rottura dell’incanto; le frasi d’amore che nei giorni seguenti le aveva scritto sulle pagine di un quaderno, che le aveva consegnato un mattino sotto il pioppo gigante, dicendole: << Ti prego di leggerle >>;l’attesa invano della risposta; la scomparsa di Ida perché andata sposa ad un uomo del Sud.
Mentre Ivo inseguiva questi ricordi, Ida si mosse sul letto, emettendo un piccolo lamento per la ferita che le doleva. Egli, scosso da quella voce, tornò alla realtà. Il flusso dei suoi ricordi s’interruppe alla domanda di lei: << Quanti figli hai? >>. << Due, e tu? >>. << Quattro >>. I loro occhi si penetrarono. Quelli di Ida conservavano gli stessi riflessi magnetici del giorno in cui l’aveva abbracciata dietro il muretto. Ma il suo volto di donna cinquantenne aveva perso quella grazia di quando, fanciulla, giocava tra i fiori: era pallido e sofferente.
<< Tu sei sempre bravo >> gli disse Ida << ho acquistato in libreria l’ultimo romanzo che hai scritto>>. Ivo sorrise compiaciuto. << E’ molto bello, mi ha fatto pensare tanto, mi ha commosso ed ha ridestato in me tanti ricordi >> . << Grazie >> rispose Ivo, con gli occhi velati da una profonda emozione. << Io non ho utilizzato i miei studi, ho solo cresciuto i figli >>. Ivo le abbozzò un sorriso, le strinse le mani e tornò al capezzale della madre. Si sedette, ma la sua mente ed il suo cuore non riuscirono a staccarsi dall’immagine di Ida. Anche durante la notte seguente nel letto, con gli occhi spalancati nel buio, si sorprese a pensare a lei ed a ricordare i sogni della sua giovinezza. Ida pure rimase scossa da quell’incontro e si meravigliò che a cinquant’anni si potessero rivivere dei sentimenti così lontani nel tempo. E, dimenticando per un attimo la malattia, i figli, il marito, i soldi, sognò di fuggire con Ivo dietro quel muretto dell’orto, per sentirsi stringere tra le sue braccia forti ed appassionate nell’erba profumata di maggio ed ascoltare quella voce tremante, che le sussurrava come allora :<< Quanto sei bella! >>.
Pasquale Di Petta
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