In punta di piedi - di Marco Pantani
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
05/01/2025
Tema:
Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
In punta di piedi - di Marco Pantani Milano,19 febbraio '04 Grande folla silenziosa ieri a Cesenatico. Prima il doping, brutta bestia,poi la droga l'avevano distrutto.Peccato!!! Pantani era forte e vinceva, ma, oltre al grande numero di vittorie,comunicava quel qualche cosa in più, quel qualche cosa di inimitabile e di inesprimibile a parole, la sua corsa poteva essere assimilata ad un'opera d'arte.
Inserito il:
19/02/2004 10:41:58
Messaggio:
Il colpo d'occhio sulle vie intorno al Porto Canale, dove si sono svolti i funerali, era impressionante.Le vie erano gremite all'inverosimile. Il pubblico, il suo pubblico che lo seguiva ai bordi delle strade, non l'aveva dimenticato. Lacrime scendevano alla lettura delle ultime parole scritte sulle pagine del passaporto.
Pantani aveva comunque una marcia in più, lo si notava, vedendolo correre. Era solo la forza fisica sorretta dal doping?Troppo riduttivo.
Nel cercare le parole per spiegare il perchè mi tornano alla mente le lezioni di danza a cui assistetti parecchie volte.
Ragazzi e ragazze forti e belli, allenatissimi, venivano sollecitati all'insegnante perchè il corpo e i movimenti mancavano di espressività, non comunicavano nulla.
L'insegnante, ormai anziana, faceva un movimento e sapeva trasmettere un' emozione.
Pantani era già un mito da vivo.
Racconta Pieri:
«Il testo nasce da un incontro con Pantani in pizzeria a Cesenatico. Nel corso della nostra chiacchierata - racconta Pieri - Marco mi disse: Io me ne andrò come sono arrivato, in punta di piedi: in quell' immagine era racchiuso lo sforzo della pedalata del ciclista, ma anche la figura di una persona discreta, che se ne sta in disparte».
Pieri ricorda infine l' ultimo incontro con il campione, un paio di anni fa. «Mi disse "Lo sai che ho la tua canzone nel comodino? Ogni tanto la risento, mi piace molto"». E Marco pensava a Renato Zero come possibile interprete.
«Ci sarà una biciclettina,
nel cortile di una casa,
che farà partire i sogni di un bambino...
Mi mangiavo le candele,
quando mi mancava il fiato
Mi vedevo il lungomare
nei traguardi che ho tagliato,
c'era lei nell'infinito...
La vita mia non è una corsa in bicicletta,
la vita mia forse è vincere la fretta,
la vita mia è un traguardo sempre più lontano,
è una salita e poi un altipiano,
c'è un po' di poesia,
è volontà che si è fatta strada
e cosa importa che io vinca o cada...
Hai presente i desideri,
non è impossibile se tu ci credi,
io me ne andrò come sono arrivato ...
In punta di piedi».
Marco Pantani
Edited by - Elena Fiorentini on 19/02/2004 18:32:43
Replies:
Topic author: Admin
Replied on: 20/02/2004 07:47:39
Messaggio:
Grazie Elena per aver proposto questo brano di Marco Pantani e per aver espresso così dolcemente un pensiero che sento appartenere alla maggioranza dei concertisti.
Concertodisogni.
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 15/02/2005 10:14:27
Messaggio:
Ieri, 14 febbraio, bambini dai sei ai dodici anni si sono recati in bicicletta al cimitero di Cesenatico per rendere omaggio al corridore somparso un anno fa.Erano gli allievi della scuola di ciclismo per bambini fondata a nome di Marco Pantani, perchè ciò accadde a Marco non si debba ripetere più.
Topic author: detective Hayes
Replied on: 15/02/2005 13:35:47
Messaggio:
Addio Marco
non ti dimenticheremo mai!!!
Titty
Edited by - detective Hayes on 15/02/2005 13:36:21
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