Giuditta ed il sole
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da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
28/12/2024
Tema:
Autore Tema: Pasquale Di Petta
Oggetto:
Giuditta ed il sole Giuditta ed il padre percorrevano con l'auto una strada larga e piena di dossi nell'ora del tramonto. Pasquale Di Petta
Inserito il:
24/02/2004 08:13:47
Messaggio:
GIUDITTA ED IL SOLE
La bambina, con la sua curiosità dei sei anni, osservava la fuga degli alberi sparsi per l'immensa pianura e le virate dei pipistrelli, che davano la caccia agli insetti nel cielo caldo di luglio. Improvvisamente, Giuditta saltò dal sedile anteriore e, appoggiandosi al cruscotto dell'auto, con impeto irrefrenabile, esclamò piena di meraviglia: "Babbo, babbo, babbino, guarda lì in cima al dosso: c'è un immenso pallone arancione. Corri, corri, lo voglio prendere con le mie mani. Non ho visto mai un pallone così bello. Subito, subito, ti prego".
Il padre guardò il volto acceso d'entusiasmo della bimba e sorrise della sua ingenuità.
In pochi minuti furono in cima al dosso, ma l'immenso pallone arancione non c'era più.
La bimba crucciata si rivolse al padre con uno sguardo interrogativo e gli chiese: "Ma com'è possibile? Adesso era qui, occupava tutta la strada. Arrivati noi, è scomparso! Forse è scoppiato?".
"Forse" rispose il padre divertito.
L'auto proseguì la corsa. In lontananza all'orizzonte si profilò un altro dosso in cima al quale riapparve l'immenso disco arancione. Il volto di Giuditta si rianimò a quella apparizione.
La bimba in un primo momento rimase incantata e poi gridò col cuore che le batteva forte forte:
"Babbino caro, vedi là in fondo: c'è di nuovo il pallone arancione. Ti raccomando, questa volta non lasciartelo sfuggire, dobbiamo prenderlo, E' troppo bello, voglio mostrarlo alla mamma".
Il padre, ancora divertito, cercò di assecondarla rispondendo: "Attenta, questa volta lo prenderemo. Però, guardalo fisso. Nel caso si dovesse spostare lo inseguiremo fino a raggiungerlo".
"Vai babbo, è fermo in cima al colle. E' appoggiato sulla strada, possiamo prenderlo dal finestrino dell'auto". "A me pare che si sta allontanando" rispose, fingendosi preoccupato, il padre.
"No, babbo, ti prego, non dire così. E' troppo bello. Non ho avuto mai un pallone tanto grande". Raggiunto il dosso, il padre fermò l'auto e con la figlia scese. La bimba ansiosa e delusa gli chiese con le lacrime agli occhi: "Babbo, ma dov'è andato a finire il pallone? Stava qui, vedi, proprio vicino a quest'albero. Era immobile: bello, fisso, trasparente. Ed ora? Io lo voglio, lo voglio".
Notò che il padre cercava di trattenersi dal ridere. "Mi arrabbio, sai, perché tu ridi e sei cattivo come quel pallone che mi prende in giro: non appena lo raggiungo, scompare".
Il padre si girò e, spingendo lo sguardo in lontananza, vide l'immensa distesa del mare ed il disco arancione che si stagliava sulla linea dell'orizzonte.
Prese Giuditta per la manina e le disse: "Guarda lì in fondo dove il cielo si confonde con il mare". Giuditta si volse di scatto e vide il pallone arancione che poggiava morbidamente sulle acque del mare.
"Oddio, è rimbalzato sul mare. Come facciamo, lì non possiamo andare con la macchina!?" esclamò la bimba sconsolata. Lo fissò delusa, e vide che lentamente il disco arancione scendeva nell'acqua. "Babbo, sta annegando!" gridò disperata.
Mentre diceva così, tra i lucciconi che le imperlavano gli occhi, vide scomparire definitivamente il pallone, ingoiato dalle acque del mare.
Il padre, nel vedere la bimba triste, si commosse. La prese in braccio e, asciugandole le lacrime, le disse: "Ascolta mi bene. Cercherò di spiegarti cos'è successo: quello che tu hai visto ti sembrava un pallone, ma era il sole che stava tramontando. Come avviene questo fenomeno è difficile spiegartelo, però è facile capire che a sera il sole viene coperto dalla terra ed a noi sembra che si nasconda dietro le alture che abbiamo di fronte, oppure che si tuffi nel mare se lo guardiamo dalla spiaggia.
Al mattino, poi, spunta dietro i monti e si alza radioso nel cielo. Hai capito allora? Quello che abbiamo visto non era un pallone".
"Era il sole!" esclamò Giuditta "che è di tutti, anche mio, ma che nessuno può portare via". "Giusto" rispose il padre.
E, così, la bimba tornò a ridere serena.
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