Autore Tema: rosvita
Oggetto: piacere, rosvita
Inserito il: 22/04/2004 11:42:07
Messaggio:

Si, ha ragione beppe che mi invita con sollecitudine a presentarmi a tutti voi, ma sai com’è... prima bisogna guardarsi intorno... Eppoi non mi piace molto parlare di me, forse perché non mi piace molto la donna che sono diventata rispetto ai progetti che avevo.
Cmq
Rosvita, Rosvi per gli amici, Vita per chi mi vuole davvero bene. Non è il mio vero nome, ma è quello che mi sta più addosso. E’ il nome della protagonista di un mio racconto: da allora Rosvita sono io.
Quasi 32 anni, quando ne ho compiuti 30 ho tirato un sospiro di sollievo perché finalmente avevo l’età che mi sentivo addosso da sempre, tailleur idee benpensanti e un sacco di principi morali. Adesso ho una recrudescenza adolescenziale: ombelico scoperto e musica alternativa. Mah, noi trentenni di oggi siamo confusi...
Single una volta per scelta, adesso per rimpianto, dopo che mi sono innamorata dell’uomo sbagliato (non sbagliato lui, sbagliato per me, ma forse ero confusa...)
Adoro:
il cinema. Il cinema italiano. Il cinema inglese. Il neominimalismo italiano alla silvio soldini de “l’aria serena dell’ovest”. Il cinema inglese di “Jack e Sara”. Kieslowski (e lo so che è scritto male, ma voi avete capito).
La musica: italiana, purtroppo e per fortuna, perché “le parole sono importanti”, dai Subsonica agli 883, dagli Assalti Frontali a Davide De Marinis. Passando per Battiato, De Gregori, Guccini, Fossati, s’intende. Tenco.
La moto: scoperta in tarda età, come passeggero. Un hobby quasi del tutto perso per i casi della vita, che nostalgia infinita! Ma forse ero confusa.
Gli altri. Le persone, i loro gesti, le loro voci, le espressioni dei loro volti, le infinite storie che possono raccontare... “mi fa comunque piacere l’allegria degli altri” raccontava Mario Venuti, quando ancora non era crudele.
Ma soprattutto, se volete capire chi sono:
4 città, tre lavori, 9 case in cinque anni
28.000 chilometri negli ultimi 6 mesi facendo ronde solitarie in giro per le strade statali senza meta
un’auto gialla, adorata, che è l’unica mia vera casa e che chiamo per nome
una voglia infinita di andare via anche da qui, e l’emozione intensissima di guidare
un amore sconfinato per gli amici o, come sottolinea il mio migliore amico, per l’amicizia, che spesso mi porta a ferirli ed a torturarne l’animo
Un tempo scrivevo tantissimo. Poi, complice il mio cuore impallato, non ci sono riuscita più. E ho capito che forse dovevo riacquistare l’umiltà del lettore. Così, eccomi tra voi.

Il resto, cosa faccio dove abito come vivo, sono dettagli, mutevoli da un istante all’altro. verranno fuori più avanti. Questa lettera è già troppo lunga.