LA MALEDIZIONE DELL’ULTRA’ DEL LECCE
By Gianluca Morozzi - Ripubblicata dopo
perdita dati dell'agosto 2002
Mi piaceva una ragazza, volevo impressionarla. Ho scritto un romanzo, dieci racconti e trenta poesie. E’ sensibile all’arte, mi dicevo, resterà colpita.
Lei ha letto il romanzo, i dieci racconti e le trenta poesie. Sei bravo, ha detto con aria effettivamente colpita, scrivi bene, io li adoro, gli artisti.
Poi si è messa con un ultrà del Lecce che disegna la celtica al posto delle O.
Non ho ancora capito dove ho sbagliato.
Comunque, morale della favola, qualche tempo dopo mi telefona un editore.
E' Ubermensch Belasco della Belasco Editrice di Reggio Emilia, il mio romanzo gli è piaciuto, dice, ci sono alcune cose da rivedere ma si potrebbe arrivare alla pubblicazione, possiamo vederci a Reggio Emilia alle nove?
Sono domande da farsi?
Della mia Panda incidentata non mi fido, prendo il treno delle sette e venti, che è meglio star larghi. Mi alzo alle sei dopo una notte insonne, esco che è ancora buio. Accanto alla fermata dell'autobus c'è una Multipla ferma con sei persone a bordo, il motore acceso per scaldarsi. Il resto della città dorme.
Spettrale il mio quartiere, alle sei del mattino. Sta a vedere che vengo accoltellato da un teppista proprio il giorno che ho appuntamento con un editore.
Ritorno in treno da Reggio Emilia con un sorrisone inchiodato sul volto.
Pubblicazione, c'è questa parola che si riflette sul finestrino e sulla Bassa, limare il linguaggio, definire i comprimari, aggiustare il finale, uguale pubblicazione.
Questo, in sintesi, il discorso di Ubermensch Belasco.
Tu, ragazzina così carina che mi hai preferito l’ultrà del Lecce, lo vedi? Sei servita a qualcosa. Ora che ti ho rimossa, ora che non sei più niente, posso dirlo: mi hai ispirato un romanzo, almeno. Chiedilo all'ultrà del Lecce se limare il linguaggio lo renderà scrittore, se insultare il Bari in modo più elegante gli farà raggiungere le librerie, uah uah.
Oddio, certo, lo immaginavo più solenne, l’editore, più ammantato di fascino letterario. Invece quel fisico da budino, quei capelli unti, quei Rayban fumè, la maglietta di Guerre Stellari sulla pancia gonfia… sembrava Er Piotta con i baffetti. Con gli occhiali alla Badly Drawn Boy.
E poi quel discorso che ha fatto, come ha detto? Ha sospeso le pubblicazioni per sei mesi perché era in clinica…In che senso? Quale clinica?
E le cinque telefonate di sua madre? Cinque in due ore? E la puzza di sudore che lo avvolgeva come un’aura?
E quando mi ha detto "ci sono alcune espressioni un po' forti nel tuo scritto" e io ho risposto sorridente "Be', sì, non è un romanzo reazionario di De Amicis, lo odio quel libro" e lui ha spalancato la bocca, gli si sono inumiditi gli occhi e ha piagnucolato "Ma noooo…a me piace…"
Mi sono affrettato a dire che era un'opinione personale, che non era male in realtà, non era affatto male, e lui continuava a ripetere "…a me piace, quel libro…a me piace…". A momenti si metteva a piangere dietro la scrivania.
Bah.
Non sarà troppo solenne a vedersi, Ubermensch Belasco, ma in questo momento, per me, è una figura semidivina.
Esco dalla stazione e non torno subito a casa, sono troppo felice, vado in centro. Se fossimo in un musical comincerei a danzare per via delle Moline e davanti alla finestrella sull'antico canale.
C'è un sole stupendo oggi, dei colori magnifici. La miglior Bologna dell'anno, prestazione ad alto livello, complimenti, vecchia.
Rientro in casa adrenalinico, i verbi limare, rafforzare, aggiustare che erompono da dietro gli occhi. Chiudo i gatti in bagno, accendo il computer, vado a pagina 1 del romanzo. Tolgo una virgola.
QUESTO PROGRAMMA HA ESEGUITO UN'OPERAZIONE NON VALIDA E SARA' TERMINATO?
Eh?
Ma se ho solo cancellato una virgola?
Chiudo, riavvio, torno a pagina uno. Una schermata blu. Il computer muore in un lampo di gloria.
La maledizione dell’ultrà del Lecce ha colpito il mio povero romanzo. Mai sottovalutarla, la maledizione di un ultrà del Lecce.
Beppe Andrianò