Sabato - La voce del tuono "Ben svegliato! Visto come e' alta l'erba stamattina? Eppure l'avevamo tagliata la scorsa settimana... pare cresciuta stanotte... be' vedo che sei volontario per tagliarla..." Come avevano fatto a capire la mia disponibilita', dato che avevo in una mano un remo da kayak lungo tre metri! "Oh, mi dispiace pero', non puoi tagliare l'erba oggi, vedi e' troppo bagnata!"
"No! Oh, no! che disdetta" dissi con la mia espressione piu' delusa e infelice... fu dura non urlare di gioia. "Okay svegliati, e' primavera!" Far tornare alla vita un kayak rosso di quattro metri ancora avvolto nel letargo invernale e ricoperto da foglie marroni cadute in autunno e' inutile, non vi sente e allora dovete caricarlo di peso sulla macchina. "Non dirmi che ti hanno chiesto qualcosa di strano e adesso mi vuoi portare dall'altra parte del laghetto per chiedere il parere dei saggi!" protesto' mentre lo legavo sul tetto.
Ogni primavera, quando vede me e il mio orologio barometro che indica sempre brutto tempo, il gestore della spiaggia del laghetto esclama :"Quando per te e' primavera per me torna l'inverno e devo fornire di ombrello i miei ospiti". "C'e' il sole oggi" gli dissi allegramente incredulo anch'io. "E' una trappola del tuo maledetto orologio, appena i turisti metteranno il naso fuori, succedera' come al solito". E come al solito affrontai la scalinata a picco che permetteva di scendere al laghetto e come al solito ogni anno lo stesso giorno con la coda del kayak sparecchiai la tavola della solita famiglia inglese che come ogni anno in quel giorno faceva colazione proprio vicino alla scala. Certe volte mi chiedo se non sarebbero delusi se non accadesse con tale regolarita'.
La sponda opposta del laghetto e' un'oasi naturale, lo scafo del kayak in breve si perde nel traffico di cigni, anatre verde smeraldo-marrone e altre specie a due code come se avessero lo smoking: si staccavano dal riparo di una profonda foresta che si arrampica sulle alte montagne che circondano lo specchio d'acqua alpino. L'acqua del lago era verde come le foglie e aveva un profumo penetrante di aghi di pino. Intorno al solito albero c'era lei.. la farfalla dalle ali color giallo pastello, che come sempre, chiamo' il vento :"vento, vento, c'e' di nuovo Roberto che ti deve chiedere qualcosa". E quello spiritoso arriva a raffica e io rischio di far compagnia ai pesci... "vento, vento... tu che giri il mondo... non ti senti triste ogni volta che vai in un luogo diverso, non pensi a come sarebbe bello condividerne la sensazione e se... ne vale la pena?"
"Be'... a volte... ma vedi io faccio parte della vita, esisto perche' gli umani mi seguono... e torno sempre qui... e ritrovo cio' che temevo di perdere e in piu' le mie raffiche si arricchiscono di tsunami lontani... farfalla dalle ali color giallo pastello, cigno bianco, anatra blu-fuxia, non vedete colori diversi in me ogni volta che ritorno? Sai nei luoghi in cui vado, mi dicono la stessa cosa, ogni volta vedono i colori diversi che porto da qui e i venti lontani mi portano a spasso con loro, non mi lasciano solo un attimo, oh vorrei raccontarvi... ma ora non posso... sentite, mettetevi al riparo, qui qualche orologio ci cova... sentite il tuono?, Ora devo soffiare piu' forte, lo devo accompagnare, presto piovera'..."
Le acque del laghetto alpino divennero nere e piccole creste spumose volteggiarono sulle onde e fu come nei film catastrofici quando le vie di fuga si riempiono di auto di umani che cercano la salvezza... colonne di anatre rosso-porpora, alteri cigni e kayak rossi controvento si trovarono regolarmente imbottigliati troppo lontani dai ripari... e allora tanto vale fischiettare... e approfittare per chiedere al tuono :"e tu che pensi che dobbiamo dirle?, lei e' contenta di andare, ma triste di non poter condividere..." "Io non lo so, sono solo un tuono, faccio parte della vita di tutti, mi trovate per piu' di meta' delle vostre giornate eppure quando ci sono io vi rinchiudete... ma io voglio condividere con voi le gocce di pioggia che non fanno male sapete? e anche il mio amico vento che scopre cio' che c'e' sotto il bosco e come potreste altrimenti dipingere la schiuma delle onde, anch'io sono pieno dei vostri sguardi e anche se non mi accompagnate sempre... be' io torno e prima o poi vi rendete conto che posso arricchirvi e vi avvicinate... ma neppure io conosco la risposta".
Ogni goccia di pioggia toccando le acque del laghetto lo accese di piccoli gorghi intermittenti, parevano pulsare a sessanta battiti al minuto, come la vita e poi piu' frequenti, la danza delle onde, come la danza delle luci delle lucciole.
Sabato sera
"Allora sai la risposta?" Mi ha chiesto poco fa il mio istruttore. "no..." "E se non ti avessi mandato a chiedere?" "Avrei perso qualcosa". "Okay, sono contento che tu sia tornato e adesso forza con le duecento flessioni". "Ma... senti che ne dici di condividere? Cento a testa?"
Il mio istruttore non ha apprezzato il mio senso dell'umorismo ed e' per questo che solo oggi sono in grado di raccontarvi.
Roberto