Faceva un freddo terrificante e nevicava, il passo era sotto una coltre bianca, ma avevo sciato di gusto quel giorno, immerso in quei colori che cambiavano ad ogni istante e...non chiedetemi quali colori fossero, e' solo una visione poetica, nevicava cosi' forte che non si vedeva niente.Come le avevo promesso, avevo comprato per mia sorella i famosi pasticcini svizzeri, quelli rotondi con glassa verde e ripieni di cioccolato sopra una sfoglia con il gusto dei biscotti Butterfly della Camby. Ne avevo comprati quattro, volevo darglieli il giorno dopo, ma poi lei era fuori per altri impegni.
Ho resistito fino alle cinque, poi ho tolto con delicatezza il fiocco adesivo che chiudeva la scatola e ne ho mangiato uno. "Ora sono tre" mi sono detto, "ma lei non sapra' che erano quattro. Se ne mangio un altro, saranno due e lei non sapra' che erano tre. Se ne mangio un altro ancora, lei non sapra' che erano due. L'ultimo si trovera' da solo in una grande scatola, situazione che dara' adito a sospetti, se mangio anche quello, mia sorella non sapra' che le ho portato i suoi pasticcini preferiti. Rimarra' la scatola, il corpo del reato, dovro' trovare un nascondiglio sicuro".
E il giorno dopo la mia segretaria Cristina mi diede anche un ovetto Kìnder dopo aver constatato che sulla scrivania non c'erano pasticcini.
Credete che debba curarmi? E' ormai assuefazione?
Spero che nessuno si chieda perche' mai non mi sono mangiato i quattro pasticcini sul posto compandone altri quattro per mia sorella e spero che conseguentemente nessuno si chieda se avrei mangiato anche quei secondi quattro. Io non me lo chiedo, e' meglio.
Roberto