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Monica
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Inserito - lug 12 2002 : 12:17:22
Fino a non molti anni fa, il lupo faceva a gara con "l'uomo nero" ed altre amenità del genere, nel tentativo degli adulti di incutere un certo terrore nelle menti ignare dei bimbi. Oggi, i nostri piccoli sono ormai abituati a sentir parlare di questo splendido abitante dei boschi come di un essere da proteggere, piuttosto che da squartare per estrarne nonne indifese (si pensi alla celeberrima favola di CAPPUCCETTO ROSSO). Dobbiamo arrivare agli anni 80 prima che il lupo, a livello di pensiero popolare, perda la sua connotazione malvagia. E' molto probabile che alcuni personaggi dei fumetti abbiano influenzato questo cambiamento, perchè il fumetto, come linguaggio altamente comunicativo, ha una grandissima capacità di penetrazione psicologica. Il LUPO PUGACIOFF, il luposki della steppaff, creato dal fumettista Giorgio Rebuffi nel 59, ha sicuramente tracciato nuovi solchi psicologici nei ragazzini del primo dopoguerra. Un lupo aggressivo, tenace, irascibile e coraggioso, che diventa rapidamente un eroe di carta atipico rispetto al periodo, che ancora vedeva trionfare eroi positivi e tranquillizzanti. PUGACIOFF scatena una simpatia dovuta proprio alla sua carica positivamente contestatrice. L'aggressività è alla base della calorosa partecipazione del pubblico nei confronti di un altro lupo, RALPH WOLF, eroe sfortunato dei cartoni animati della WARNER BROS, che con ingegnosissimi seppur inefficaci sistemi, cerca di appropriarsi delle pecore custodite da SAM SHEEPDOG, il simpaticissimo cagnone che gli mette sempre il bastone tra le ruote. Nel fumetto e nell'animazione disneyana, il luogo comune del lupo cattivo è durato a lungo, così come altri luoghi comuni legati al mondo degli animali. Solo nel fumetto il LUPO EZECHIELE vede ridimensionato lo stereotipo del lupo cattivo mangiaporcelli dall'arrivo del figlio LUPETTO, vero tormento del padre, in quanto dolce, studioso, intelligente e addirittura amico dei tre porcellini. La bontà associata per contrasto al lupo arriva anni dopo anche nell'animazione con LUPO DE LUPIS, il lupo buonino di HANNA e BARBERA, star degli anni 60 che cerca inutilmente di convincere gli umani che i lupi non sono cattivi. PUGACIOFF non è sdolcinato come DE LUPIS, ma neanche crudele come EZECHIELE, e può degnamente stringere la mano, in quanto a forza di carattere, a un altro irresistibile lupo del cinema d'animazione di TEX AVERY, WOLLY, noto per la sua insaziabile fame, anche se soprattutto sessuale, espressa in cartoon velocissimi e straripanti di gag. Perfino la saltuaria apparizione di lupi mannari di vario genere in DYLAN DOG (il personaggio creato da TIZIANO SCLAVI per la SERGIO BONELLI EDITORE nel 1986), per quanto legato al fumetto realistico di tipo horror, tradisce, tutto sommato, una certa simpatia di fondo per il carattere che la "forma-lupo" conferisce alla vittima di questa orrenda mutazione. E' comprensibile che da un lupo ci si aspetti una certa grinta; non è certo un animaletto remissivo, che la nostra immaginazione vede dominatore del territorio, pur con una vena malinconica nel suo notturno ululare. Accattivante aggressività e malinconia, ecco due caratteristiche che hanno continuato ad emergere dalla carta disegnata. Dell'aspetto malinconico si appropria uno dei più recenti lupi del mondo dei fumetti, LUPO ALBERTO (creato da GUIDO SILVESTRI alias SILVER nel 1974). Un lupo un pò particolare: ama le galline, ma di un affetto sincero il cui scopo non è per nulla alimentare, e viene regolarmente bastonato dal cane da guardia che cerca di impedirgli di avere rapporti con l'amata GALLINA MARTA; ma spesso è Alberto ad avere la meglio; intesse rapporti di amicizia anche profondi con altri animali (che in natura potrebbero tranquillamente far parte del suo menù) a dimostrazione di come la conoscenza e l'amicizia sappiano superare le "diversità"(esemplare è il rapporto di Alberto con ENRICO LA TALPA). In effetti, in questa serie deliziosa, divertente e intelligente, il lupo finisce per rappresentare un pò tutte le caratteristiche pscicologiche degli adolescenti, con quel misto continuo di aggressività, slancio, forza, entusiasmo, depressione e malinconia che si alternano senza sosta. Non stupisce quindi che sia diventato un simbolo per i giovani, un amico che condivide sotto il pelo le loro stesse avventure quotidiane, con il sesso, l'amore, il lavoro, la politica, le delusioni e le illusioni. Ma poi , in fondo, va avanti sempre con quella grinta da lupo, che, nonostante tutto e tutti, gli permette di superare gli ostacoli, il prossimo bosco oscuro, verso la vita. BACI A TUTTI E......IN BOCCA AL LUPO IHIH
MONICA
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Beppe
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Inserito - lug 12 2002 : 13:02:08
Stupendo questo articolo Monica. Sul serio hai fatto una analisi cosi' bella, simpatica e al tempo stesso meticolosa e puntuale. Sei assolutamente la degna curatrice e creatrice di questo spazio dedicato ai fumetti. Ancora complimenti. Beppe Beppe Andrianò
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Elenafior
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Inserito - lug 17 2002 : 01:23:04
Ero stata invitata a riferire di Maga Magò,avendo una cassetta Vhs,perciò mi rividi "La spada nella roccia" e chi ti appare all'inizio del film? Proprio lui, il Lupo.Un povero lupo spelacchiato che rincorre senza successo Arturino, che entra spavaldamente nel bosco a recuperare l'arma del suo capo. Non era molto in carne nemmeno lui,povero piccolo, e quando il lupo spelacchiato si avvicina e crede di avere azzannato la sua gamba secca, zac, si ritrova in bocca un rametto ancora più secco di cespuglio e insiste, insiste e lo insegue finché....splash... finisce nel burrone e Arturino si salva... La sequenza é abbastanza lunga e divertente, non ci ricordavamo più del povero Lupo fino a quando l'abbiamo rivisto. Ce la siamo spassata davvero un mondo.... RICAMBIO ed estendo a tutti l'augurio di Monica .......in bocca al lupo............ Elena Edited by - elenafior on Jul 17 2002 01:25:05 Edited by - elenafior on Jul 17 2002 01:28:50 |
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