Quell’ultimo ostacoloA Merano l’autunno è particolarmente bello: quella domenica il cielo era più che mai luminoso; le pinete ed i pascoli di Merano 2000 sembravano potersi toccare con un dito. Persino la tetra e tenebrosa Valle del Rombo era, una volta tanto, illuminata dal sole:
Mancavano circa due ore all’inizio del Gran Premio di Merano, ultima classicissima ad ostacoli per i migliori saltatori d’Europa.
Il vecchio Cogne, veterano di tante battaglie, passeggiava calmo nel verde prato antistante l’ippodromo di Maia.
Quanti ricordi! Le sue due vittorie, gli epici scontri con i fuoriclasse francesi, la sfolgorante meteora di Pigalle: troppo matto per essere considerato un vero campione!
Quanto tempo era passato da quando, ancora imberbe puledrino, si perdeva in quelle siepi già alte per un principiante!
Ora, ancora una volta il Gran Premio, forse l’apoteosi:
Una campanella lo distrae: era chiamato al tondino.
Mattei, il suo fantino, lo carezzò lungamente più del solitoe poi in sella con gli altri verso la partenza.
Quando passò, il pubblico esplose in un fragoroso applauso:- Dài, forza vecio, sei tutti noi-.
Cogne nel pubblico sentì la fiducia:
Al traguardo arrivò anche Bergerette, la Francese, una cavallona enorme che metteva paura a tutti, non a Cogne che tranquillo fidava nell’esperienza.
La corsa partì, i soliti velocisti trainarono la corsa: agli ultimi trecento metri la corsa si decise e malgrado lo sforzo commovente di Cogne, la giovinezza di Bergerette ebbe la meglio.
Alla fine accadde una cosa strana, il pubblico invece di applaudire la vincitrice, applaudiva lui, lo richiamava in pista:
Perché?
Con le lacrime agli occhi Mattei salì su Cogne per l’ultima volta tra gli applausi scroscianti del pubblico.
Cogne non sapeva, ma l’ostacolo che aveva altato prima del palo d’arrivo era stato l’ultimo
Che cosa farà il vecio dopo le corse?
Forse riunirà nella verde prateria di Merano i puledrini, raccontando come un nonno,le vecchie storie e le tappe di una gloriosa carriera:
Chissà che qualche puledrino in futuro non lo imiti.
Giorgio
Il mondo delle corse.
Avevo un mare di pregiudizi sul mondo delle corse e a ragion veduta. Il gioco d’azzardo in tutte le sue manifestazioni mi spaventa, sarà perché il mio temperamento ansioso potrebbe fami stare veramente male nell’attesa di una vittoria o di una sconfitta e poi, per l’altro più grave motivo, cioè che la fortuna della famiglia di mia mamma è stata bruciata proprio con cavalli.
In realtà c’è anche chi va alle corse solo per loro, per i cavalli come Giorgio e non giocare alle corse.
Li va a vedere sfilare al tondino,nel momento di massima gloria, ben puliti, strigliati, condotti orgogliosamente dai fantini con i loro abiti colorati.
I bambini possono avvicinarli e magari fare loro una carezza o un dispetto: i cavalli tollerano i cuccioli d’uomo,non potrebbe essere lo stesso con gli adulti!
Elena