Giorgio e i treniI bambini piccolini in viaggio per il mare, lo sanno tutti,sono una seccatura.
Mamma, ho fame, ho sete, mi scappa la pipì e altre amenità simili.
Quando Giorgio aveva tre anni stava capitando appunto quanto sopra.
Il papà, impaziente di natura, aveva già abbondantemente perduto la calma ed aveva affidato, come d’uopo, il noioso pargolo alle cure della mamma.
Ma ecco il grande prodigio: all’improvviso smise di lagnarsi, i suoi disturbi si erano improvvisamente eclissati. Che cosa era successo?
Una locomotiva sbuffante stava facendo manovra sul binario dove il treno del mare stava per partire dalla stazione di Rimini.
Allora sulla costiera adriatica erano ancora in servizio le “740”, locomotive che la Germania ci aveva dato in conto riparazione danni di guerra dopo la sua sconfitta nella Prima Guerra Mondiale.
Estasiato guardava la locomotiva manovrare avanti e indietro nella stazione di Rimini, dimenticandosi persino di dover tornare a Milano.
Ci volle del bello e del buono per convincerlo a risalire in vettura. Nelle speranze della mamma questo pareva un fatto isolato, illusione!
Il giorno dopo appena arrivato a Milano, disse subito: “Mamma, andiamo al parco” e , mentre la mamma lavorava a maglia passava le intere ore a guardare i treni della Nord dal sovrappasso dei giardini.
Solo quando il sole arrossava le cime degli alberi, si decideva a malincuore a tornare a casa.
Qualche volta l’attesa si allungava, perché doveva partire il “treno d’argento” e mai e poi mai avrebbe permesso che partisse senza di lui.
Poi l’immancabile sosta al parco merci di via Marco Pagano con le vecchie ed asmatiche locomotive “Caroline” di buona memoria che trascinavano tra gli acciacchi faticosamente lunghe file di carri merci.
Quando era bravo, tranquillo e ubbidiente la mamma gli concedeva una passeggiatina alla sera per vedere la ferrovia illuminata: i semafori multicolori, i fari degli elettrotreni, i segnali di comando luccicanti; tutto era una vera festa.
Dicono che il vero amore non si scorda mai: per Giorgio galeotta era stata una locomotiva FS 740, certo inconsapevole di avere suscitato una così grande passione.
Giorgio
Mentre copiavo questo raccontino di Giorgio mi veniva da pensare alla distanza che separa i bambini dell'epoca di Disneyland a quella in cui un bimbo si estasiava alle luci e alla sfarzo di una stazione ferroviaria.
Un paio d'anni dopo Giorgio trascorse i suoi anni di bmbino in età scolare in un abbaino a Milano, nascosto.
La famiglia era rifornita di libri, che Giorgio divorava con grande entusiasmo. Per lui niente più treni, nè parco, nè scuola nè diritto a vivere...l'unico diritto di cui poteva godere , se fosse uscito allo scoperto, era quello di passare attraverso un camino trasformato in fumo, ma questa é un'altra storia....
Elena
Edited by - elenafior on Jul 23 2002 15:14:52