Roberto Mahlab
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Inserito - lug 27 2002 : 22:36:38
Sabato sono sceso dal Gornergrat, tra il Rosa e il Cevino, in mezzo c'e' lo Stellisee, un laghetto minuscolo, in cui il Cervino si specchia, ma non incombe, anche se c'e' sempre sulla cresta quella nuvola nera, maledizione dei turisti giapponesi che non riescono mai a beccare la giornata in cui non c'e', per fotografare la cima libera, le acque del laghetto sono di un verde chiaro, e' cosi' piccolo eppure sembra un mare, nonostante l'altitudine ci sono pesci fino a riva e quelle onde, minuscole in proporzione certo, ma e' come un mare e intorno le rocce, sempre quel colore, di pietra chiara e sembra che non ci sia aria, ci vedi attraverso tanto e' asciutta.Ci sono stato tante volte, ma non ho mai fatto caso ad un fenomeno, che avevo solo letto. Dietro una delle rive, a sinistra del Cervino e di fronte al sentiero che porta al trenino, c'e' un accumulo di rocce bianche e nere, risaltano tra gli altri colori di pietra chiara e di cielo e di acqua. Dentro e' un intrico di gallerie, tanto che quando ci pensi, ti chiedi come faccia a non crollare, sai quella sensazione di solidita' che invece ti da una montagna solida come il Cevino, come la roccia che mastica le rocce della "Storia infinita", e poi a fianco quella montagna che risalta come un fragile bianco e nero in mezzo ad una pellicola a colori. La via per scendere ci passa vicino e sabato mi sono fermato perche' c'erano due bambini e due adulti che gridavano "Aaaaloooo". Non avevano il mal di pancia per avere mangiato troppo cioccolato svizzero come me. Il loro grido si sdoppiava e si riproduceva e correva velocissimo attraversando tutte le gallerie e poi usciva con un rimbombo, uguale ma lontano, lo si vedeva frantumarsi e ricostruirsi e scendere a valle moltiplicato. Poi hanno cominciato a girdare dei nomi, con le mani a coppa intorno alla bocca, nomi tedeschi, ma l'eco non ha bisogno di traduttori a quanto pare, raccoglie e risponde in qualsiasi lingua. Poi se ne sono andati a continuare la discesa e mi sono trovato li' da solo, sai quando sei cosi' solo che ti sembra che qualsiasi tuo gesto o tua parola sia osservata dal mondo che ti guarda e ti viene voglia di allontanarti senza far rumore? Ho guardato in giro e ho detto al silenzio che poteva rimanere anche lui e ho gridato anch'io "Aaaaaloooo", molte volte, la prima volta piano, poi con piu' coraggio. Ho pensato ad alcune parole che mi erano state dette da un giorno una persona amica, che non poteva parlarmi perche' lontana, ma che aveva chiesto al vento di portarmi il suo pensiero e io avevo pensato che non e' un incarico che il vento possa portare a compimento, non e' il suo ruolo, ci vuole la voce. Come quei bambini ho cominciato a gridare dei nomi di persone che avrei voluto riascoltare, quattro, anche il tuo. Io non so se sia leggenda o casualita' che l'eco delle rocce dello Stellisee esegua il compito di trasportare la voce di chi gliela affida, ma e' accaduto che il giorno dopo, direttamente o indirettamente, nel bene e nel male, quattro nomi che ho affidato all'eco siano ricomparsi e che io abbia potuto riascoltare la loro voce. Uhm....sai che possiamo calcolare la velocita' di trasporto dell'eco? Io ho pronnciato il tuo nome alle due del pomeriggio, se riesci a ricordarti a che ora esattamente hai deciso di venire a quella festa, l'ipotesi del teorema dell'eco avra' una dimostrazione e gli abitanti della valle faranno un sacco di soldi con il copyright. Se ho ragione, la prossima volta lancero' all'eco il nome di un mio cliente che e' scappato senza pagarmi una fattura, la voce si moltiplichera' e zigzaghera' fino ad avvolgerlo e cosi' lui mi riapparira' di fronte all'improvviso e stavolta non mi scappa. Roberto
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