Scena quarta- le sponde dell'Eufrate-EBREI ( in catene, soggetti a lavori forzati)
Va, pensiero, sull'ali dorate;
va', ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate.
Oh, mia patria sì bella e perduta!
Oh, membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Salima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
che ne infonda al patire virtù.
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Nabucco, nel Primo Tempo, era entrato in Gerusalemme con l'inganno, cioè travestendo i suoi soldati da Ebrei, e la distrugge.
Nel Terzo Tempo, sulle rive dell'Eufrate, gli Ebrei ridotti in schiavitù e incatenati, cantano questa struggente melodia, divenuta il simbolo di tutti i popoli oppressi.
Una ovazione segue sempre l'esecuzione di questo celebre coro, che viene regolarmente bissato!
In Italia "Va' pensiero" divenne noto al punto di essere cantato dai contadini dell'Emilia e di Romagna, entrando a fare parte del patrimonio popolare.
Il tema dell'arpa che viene appesa al salice,silenziosa, perchè non c'é più libertà, solo dolore, viene ripresa da Salvatore Quasimodo in questa poesia scritta durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Alle fronde dei salici
di Salvatore Quasimodo
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
con i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
( da -Giorno per giorno- )
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La lirica riecheggia una salmo biblico relativo alla prigionia babilonese degli Ebrei: ma il clima rievoca le retate naziste e le fucilazioni per strada descritte da Vittorini in "Uomini e no",seguite dal divieto di seppellire i cadaveri.
I salici sono simbolo di dolore e di pianto.
Quando predomina la barbarie, l'arte non ha più senso di esistere:
lo stesso concetto è presente nel libretto del "Nabucco" di Verdi,
con l'immagine della cetra dei vati che pende muta dal salice.
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Grande Daniel Oren che ha diretto l'opera,( il direttore del coro é il M°Armando Tasso)....
Saranno stati forse un centinaio di coristi, il Maestro,che dirige sempre con la Kippa in testa, rivendicando la sua identità, si é inginocchiato all'inizio, sul pianissimo del canto, e alla fine,al ritorno del pianissimo.
Sessanta uomini sulle gradinate sopra il palco formavano una gigantesca Menorah,il candelabro ebraico a sette braccia.
Non dimentichiamo la caratteristica dell'opera lirica, forma drammatica che si avvale della musica per portare all'estremo dell'espressione una storia con una dinamica oltre che concetti e idee.
Fino alle opere della trilogia popolare ( Rigoletto, Traviata, e in parte Trovatore) si avvale della struttura a forma chiusa.
La funzione del coro dovrebbe essere di espressione di sentimenti, i recitativi, conducono l'azione; arie duetti, cabalette, esprimono i sentimenti di ogni singolo personaggio.
Verdi gradualmente uscirà da questi schemi, imporrà la costruzione drammatica ai suoi librettisti,conducendo magistralmente l'azione scenico-drammatica.
"Nabucco" fu rappresentato la prima volta a Milano nel 1841, in quegli anni che il Nostro chiamava di galera.
Aveva appena perso la moglie e i figlioletti, cominciava a diventare famoso, e doveva lavorare di buona lena per mantenere il successo ottenuto, componendo opere su opere.
"Nabucco" andò benissimo, in un anno ebbe ben 35 repliche.
Il soprano della prima rappresentazione fu la celebre Giuseppina Strepponi, divenuta in seguito sua moglie.
Ancora oggi "Nabucco" é un'opera amata.
Una curiosità a questo proposito:
l'altra sera al super mercato dissi alla commessa che rientravo da Verona per il Nabucco, si commosse e mi disse che conosceva molto bene quest'opera..
La stessa cosa mi fu detta da un'altra commessa, che mi aveva però confessato il disagio della gradinata, molto alta.
Sono contenta di poter finalmente dire che anche la musica più bella può essere goduta e amata da tutti, diversamente da come spesso si crede ....
.........il Maestro ne sarebbe contento.....!
Elena