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exemsa
Villeggiante



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Inserito - lug 30 2002 :  08:51:57  Mostra Profilo  Visita la Homepage di exemsa  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a exemsa
era il 13 dicembre 1977.
A casa del mio amico Benny che festeggiava il suo compleanno, suonò il telefono. Stranamente la telefonatanon fu per lui ma per me.
Si, il ragazzino di 16 anni che fino ad allora aveva conosciuto solo l'amore fatto di parole e al limite di baci un pò più spinti di lì a poco si sarebbe trovato di fronte la sessualità vera, quella di cui tutti si vantano e chissà poi in realtà quanti vivono.
Le sue parole al telefono furono poche :" sono sola, i miei troneranno tardi, vieni...ti aspetto..." la sua voce quasi soffocata, sicuramente tremula, quasi si vergognasse mi arrvò dentro come una cannonata...
Salutai con un certo imbarazzo il mio amico e scesi le scale a tre alla volta passando il portone non curandomi fosse aperto.
Montai sul mio vespino rosso a tre marce frutto di anni di paghette risparmiate pur di avere la mia libertà, il senso di euforia più totale. E si, quel vespino tutto sgangherato mi era costato il sacrificio di intere estati passate a servire ai tavoli della pizzeria Mirella a Diano Marina, mentre gli amici se la godevano al mare o la sera in pizzeria.
Ma quei sacrifici oggi mi facevano cavalcare il mio vespino rosso tre marce verso la mia prima volta.
La strada verso la sua villa affacciata sul mare appena fuori città sembrò volermi bene, quasi accorciandosi per non farmi perdere tempo nell'arrivare...il tempo freddo quasi non mi sfiorò ed i minuti che mi separarono dall'arrivo innanzi quel cancello grande bianco divennero secondi.
Arrivato lì vidi la finestra grande che affacciava al mare tutta illuminata...il mare sbatteva contro gli scogli ed io ero assalito dal desiderio di andare via... " e se tornano?... e se stanno qui e magari stanno per salire?...e se sono già dentro?.."
e quanti e se...
Già, il citofono era lì, illuminato...dovevo premere il tasto e così fu...quei secondi che intercorsero tra il mio gesto e la sua risposta divennero secoli.
Poi solo una parola..." entra...".
Spinsi con la ruota anteriore del mio vespino rosso a tre marce il cancello e nel richiuderlo mi accertai di non aver lasciato impronte con l'incauto gesto.
Lo misi sul cavalletto e mi avvicinai alla porta dove mi attendeva lei.
Mi abbraccio non appena fui a tiro e mi strinse forte forte uqasi a togliermi il respiro
Indossava dei jeans a sigaretta Lewi's, un magline fatto a mano rosso, largo per nascondere il busto correttivo, delle polacchette blu che evidenziavano la forma dei piedi ed un paio di occhiali lozza grandi per il suo viso.
I capelli stirati e lunghi erano castani e lucenti.
Mi prese per mano e mi portò giù nella tavernetta dove mise in moto il suo stereo, un imperial all'epoca di grande effetto.
Aveva quel braccetto metallico che serviva per accatastare i dischiin sequenza oppure per il "repeat"...
Fece andare il disco "lettera da mariendab" dei pooh...
" sono contento si è alzato un pò il vento, la nebbia cadrà...nasce il mattino una notte di meno ed eccomi qua..."
così iniziava ed io la stampai nella mia mente.
Ero vestito con un paio di pantaloni di velluto a castine blu della wrangler, una camicia a righini blu ed un maglione blu a v della benetton. Il giubbotto di renna blu mi copriva dalle intemperie.
Anche io avevo le polacchine,,,sdrucite blu.
Mi abbracciò e avvicinò le sue labbra alle mie facendomi confondere tra i battiti cardiaci e la sua lingua. Le sue mani cercarono le mie e sapientemente le guidarono verso la conoscenza del suo corpo nei minimi dettagli e del suo piacere.
Il disco suonò e risuonò.
Il mio vespino rosso a tre marce aspettò fuori come un cane che fa la guardia per il suo padrone.
Il mare continuò a cantare sugli scogli...il piacere si levò in quella tavernetta come l'incenso in una chiesa...
Grazie Marina per avermi regalato un'emozione così intensa.

   
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