Tianjin - Cina, 8 agosto, dal vostro inviato Mi accoglie una Cina sempre diversa dalla visita precedente, la prima
sorpresa sono le posate al ristorante a fianco della usuali bacchette. Il cadente hotel Astor di cui fui ospite la prima volta poco piu' di dieci anni fa, ora si richiama al Plaza di New York, di cui nulla ha da invidiare, allora era l'unico albergo della citta' con il tetto che faceva passare l'acqua della pioggia nella stanza e con la sorveglianza che impediva l'ingresso ai miei corrispondenti di affari.
I pasti erano poveri allora, oggi sono sontuosi.
A tavola ieri parlavamo di calcio naturalmente, Italia e Cina sono state unite dalla magra figura agli ultimi mondiali, poi fa' notizia la tempesta tropicale denominata "Kammuri", responsabile di inondazioni e disastri al sud del paese. Gli articoli di fondo dei giornali richiamano i cittadini delle citta' piu' esposte al caldo dell'estate ad abbandonare l'abitudine di uscire per le strade in pigiama. C'e' il solito rumore di spade come ad ogni agosto tra le due parti dello stretto di Formosa, ma fortunatamente pare che
la consapevolezza dell'equilibrio globale e del benessere economico riesca a frenare gli ardori dei politici. La stampa riporta che il partito unico ha disusso e approvato l'ingresso di industriali e commercianti privati nella gestione delle decisioni, poi ci sono i profughi dalla martoriata Corea del Nord che continuano ad arrivare nell'affluente Cina. E fa' notizia la Grande Muraglia che si trova sotto osservazione perche' lo sviluppo urbanistico ne porta via un pezzetto alla volta.
Si parla dell'ombra del terrorismo fondamentalista mentre scorrono sugli schermi le immagini sacrileghe per gli esseri umani della strage alla scuola dei missionari in Pakistan, la bomba sull'autobus in Israele,l'agguato ai pellegrini in Kashmir, momenti frenanti di quella globalizzazione senza appiattimento di cui vogliono essere protagonisti i paesi emergenti.
Come in gran parte della citta' cinesi, le avveniristiche altissime
costruzioni di cristallo rendono la linea del cielo di Tianjin, dieci
milioni di abitanti, simile a tutte le metropoli asiatiche e americane sul Pacifico.
Il "Friendship store", l'unico negozio fino a pochi anni fa aperto, e' ora chiuso e al suo posto la buia via del passato e' illuminata da mille vetrine di negozi e grandi magazzini, e' l'epoca dei saldi e come in tutto il mondo compaiono marchi locali e marchi internazionali.
E' sempre difficile attraversare la strada, nel recente passato a causa del fiume ininterrotto di biciclette, oggi a causa della corrente lunghissima di auto che rende la circolazione un capolavoro di fantasia.
In un paese in cui il pubblico e il privato convivono grazie ad un
innarrestabile bisogno di tutto da parte di quinto della popolazione
mondiale che vi risiede, lo sviluppo si accompagna alla speranza nella
voce dei miei interlocutori e per la prima volta sento quello spirito che li rende partecipi della sensazione di appartenere ad una nazione, come propria e rappresentativa, una grande novita' per un popolo che le invasioni continue e la durezza del potere avevano reso fatalista e distaccato.
L'unica immagine che ricorda il recente passato e' il giovanissimo soldato in piedi per tutta la notte a guardia dell'ingresso della sede politica, di quella bandiera rossa che oggi sventola non solo sugli edifici pubblici, ma beffardamente e fieramente sulle vetrine scintillanti dei distributori di auto di lusso, Volvo, Honda, che illuminano le vie.
E il giovanissimo soldato cede alla stanchezza e si aggrappa al corrimano, l'ultima sentinella di un mondo ormai diverso, mentre di fronte a lui una delle tantissime ragazze eleganti e in gonna corta si appoggia ad una colonna e parla in un cellulare con la malizia e la gioia dell'entusiasmo del suo tempo futuro.
E' come se il soldato passasse il testimone del tempo e della transzione in corso alla ragazza.
Bob Porter - Concerto News System - Cns/"A view from Asia" - @2002