Hong Kong, 10 agosto, dal vostro inviatoIl cuore dell'economia e' il singolo essere umano, nella sua vita di ogni giorno, il lavoro, la famiglia.
Dopo un ventennio, tra gli anni 60 e 80, in cui gli accenti venivano posti sullo sviluppo globale, le istituzioni economiche e finanziarie compiono una correzione di rotta a causa degli squilibri emersi nel ventennio successivo, tra gli anni 80 e il momento attuale.
Negli ambienti economici asiatici e' stato accolto come dovuto il viaggio del ministro del tesoro americano in sudamerica per elargire senza contropartite somme enormi ad Uruguay, Argentina e Brasile, nel pieno di una crisi finanziaria che rischia di debordare con effetto domino a causa della interconnessione sempre piu' stretta tra le economie dei paesi sviluppati e in via di sviluppo del pianeta.
Analisti economici di diverse facolta' asiatiche accolgono il fatto nuovo sui piu' diffusi quotidiani dell'area del Pacifico, dall'edizione locale dell'International Herald Tribune al South China Morning Post.
In particolare l'attenzione verte sull'inattualita' degli interventi condizionati ad opera di istituzioni quali il Fondo Monetario Internazionale che stabiliscono di solito elargizioni di fondi di aiuto solo a paesi che abbraccino senza condizioni il libero mercato senza tariffe.
Gli studiosi asiatici sottolineano che tali condizioni non sono mai state messe in pratica in origine neppure dai paesi oggi sviluppati, per 200 anni gli Stati Uniti sono fioriti con misure di intervento statale e protezionistico, fino a molto dopo la fine della seconda guerra mondiale non c'e' stato paese d'Europa che non sia giunto alla prosperita' grazie agli stessi metodi che privilegiavano la crescita e la produzione interne, le ruggenti economie delle tigri asiatiche non hanno fatto eccezione, la crescita cinese prima della raggiunta apertura che alla fine dello scorso anno le ha fruttato l'ingresso nella WTO (organizzazione mondiale del commercio), e' stata del tutto protezionistica, la Malesia ha superato la crisi di tre anni fa rendendo la sua moneta non convertibile se non a tasso fisso rispetto al dollaro, contrariamente ai suggerimenti del Fondo Monetario.
In definitiva, sottolineano gli esperti di questa parte del mondo, nella Storia solo dopo che un paese ha raggiunto l'affluenza si e' potuto permettere l'abolizione delle peculiari protezioni.
Invece le economie dei paesi piu' deboli, che si sono aperte alla ventata liberistica, non sono cresciute.
La tesi degli analisti e' dunque abbastanza convinta che pare necessario spingere un paese a crescere al suo interno e solo dopo che tale equilibrio e' stato raggiunto si puo' esporlo ai condizionamenti e ai vantaggi del mercato e del commercio liberi.
Del resto e' la strada che ha condotto i paesi europei alla solida unione dell'area dell'Euro.
Dunque si prospetta per il futuro un ritorno all'economia piu' a misura d'uomo, quella in cui anche il cittadino di paesi non ancora sulla via dello sviluppo potra' avere garantito il tenore di vita che le societa' affluenti possono permettersi. Solo dopo che avra' ottenuto tale stato, gli si potra' chiedere di accettarne le regole, dopo che avra' garantita la vita, il lavoro, la famiglia.
Bob Porter - Concerto News System - Cns/"A view from Asia" - @2002