ophelja
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Inserito - ott 06 2002 : 19:54:47
A 17 anni ci si aspetta un regalo da uomo; quello che Fidel ebbe dal fratello Raul superava ogni aspettativa: una vera pistola. Come aveva fatto a introdurla nel severo collegio di Belén era un segreto che Raul, piu' volte blandito, minacciato, pregato, non aveva voluto rivelare a Fidel che ora, felice, lo abbracciava commosso. Fidel, che strano ragazzo! Alto, ribelle, arrogante, eppure così intimamente giusto, così efficace nel suo scagliarsi contro le ingiustizie e le tirannie. "Ma allora vuoi una lezione e proprio il giorno del tuo compleanno?" lo apostrofò Luis Pardo, uno degli studenti piu' anziani e robusti del collegio quando Fidel si sedette al posto solitamene occupato dai "grandi". Era chiaro che Luis intendeva fare a pugni, riaffermare, davanti a tutti, il suo primato di leader; il nuovo arrivato, quel saputello, avrebbe capito chi era il piu' forte, avrebbe smesso di sobillare i piccoli , avrebbe finalmente avuto la sua parte di pugni… I due ragazzi si batterono nella biblioteca. I sostenitori di Luis, per delimitare un'ideale area di combattimento, avevano steso una coperta di canapa sul pavimento. Fidel, in meno di cinque minuti era già a terra, dolorante e infuriato. Con la rabbia del suo orgoglio ferito, si rialzo' e corse a prendere, dalla giacca che era a terra, il dono di Raul. La pistola ora era puntata contro Luis , che guardava, ipnotizzato, quell'arma. Anche Fidel fissava la pistola . La rabbia della sconfitta, l'odio per l'arroganza di Luis, lo stupore dei compagni, la sorpresa del suo stesso agire lo facevano sentire onnipotente. " Spara Fidel, ammazza il tiranno" si ripeteva nel tumulto del cuore. Padre Gabriel, il gesuita che insegnava storia, passava per caso. Vide la scena e con tutto l'orrore di quello che stava accadendo dipinto sul viso, si affrettò ad afferrare Fidel per un braccio, gridando :"Fermo, per l'amor di Dio" . Piangeva Padre Gabriel, piangeva Luis spaventato. I compagni guardavano amamutoliti. "Come hai potuto?" chiedeva Padre Gabriel a Fidel. "Benedetto ragazzo, come puoi fare una cosa simile a Luis, a un tuo compagno?" "E' scarica, Padre Gabriel" riusci' alla fine a rispondere Fidel. La punizione per l'accaduto si presentiva esemplare, di quelle che dovevano restare nella memoria dei futuri collegiali..... Erano le 11 di mattina e il sole baciava la splendente bellezza di Cuba..... .... .... In piedi, in mezzo alla stanza, un uomo di 44 anni guardava una foto di Ingrid Bergman con una grossa lente. "Stupida e lunga svedese, mi ignorerai ancora per poco" si ripeteva Alfred Hitchcock, ricordando la regale indifferenza riservatagli dall'attrice alla festa degli Oscar. "Sto già pensando al film che mi "pregherai" di interpretare! Mi guarderai finalmente; finalmente mi chiederai, con il tuo sorriso negli occhi, di lavorare con me, il piu' grande, il miglior regista di tutti i tempi" Il frigorifero era grosso e ben fornito. Alfred lo apri' con circospezione: l'abitudine alle sceneggiature ad effetto lo avevano reso sospettoso di tutto e di tutti ma aveva ben diritto ad una fetta di torta per il suo solitario compleanno! La luce nel frigo era fulminata. Dal secondo ripiano del suo nuovissimo e monumentale frigorifero, marca PoloNord 225, Helena Huberman , in silenzio, tenuta per mano da Alessio Sebastian, lo guardava con gli occhi pieni di stelle. Aveva un seducente vestito nero scollato e i capelli morbidamente raccolti . Com'era bella e affascinante nella sua semplicità! Nel ripiano delle verdure, invece, c'era Cary Grant, pardon Devlin che, nell'offrirgli la bottiglia di vino con il cianuro, chiedeva: "Ma devo proprio baciarla per 8 minuti questa spilungona supponente? Non si potrebbe contattare quella biondina di nome Norma Jane? E' niente male..." Alfred prese un lungo coltello e lo affondò nella torta. Un candito rotolò sul vestito di Helena: "E se la facessi morire ...." pensava, con una luce di lucida perfidia negli occhi, mentre mangiava la fetta di torta da 4500 calorie....... Erano le 11 di mattina a Hollywood, e la confusione negli studios era al massimo.... .... .... Anche la signora Lucia era agitata. La sua amica Teresa poteva partorire da un momento all'altro e non si trovava uno straccio di medico in tutta la città. La guerra, con le sue promesse di morte, tesseva fili invisibili di angoscia e soffocava la speranza nel domani... Ancora meno di un mese fa' , il 25 luglio, il fascismo era finito e già le divisioni tedesche si accalcavano al Brennero; di tanto in tanto, le prove di allarme aereo, con il loro terrificante segnale, ricordavano che mai la dolcezza dell'estate stata tanto inadeguata. L'aria era calda. Il mare - per fortuna c'era il mare - mitigava la calura di agosto. "Spero che sia una femmina; le darò il tuo nome" ripeteva per farsi coraggio la partoriente. Che momenti belli e terribili quelli del parto... Sant'Anna, con una Maria Bambina, le sorrideva dalla parete della stanza....andrà tutto bene.... sarà una bella persona....Erano le 11 di mattina a Trieste nel giorno in cui sei nata. ophelja
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