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 La piana dei cavalli bradi
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clab101.
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Inserito - feb 05 2002 :  23:41:41  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
Ho letto la risposta di consuelo a dreamaker circa Fammi andar via ed ho pensato parecchio al fatto di andar via. Quello che dice consuelo l'ho pensato parecchie volte, il fatto che si lascerebbero solo le cose che amiamo però a volte non deve essere un freno. Io penso che se una cosa si deve fare la si deve fare e basta, a volte non abbiamo scelte. Se abbiamo fatto del male a qualcuno dobbiamo allontanarci e cercare di capire se è il caso di continuare la storia. Se siamo stati trattati male dobbiamo allontanarci e lasciare capire all'altro/a. Ma cosa è poi il "cercare di capire"? E' il capirsi, prima di tutto. Non è facile trovarsi. "La piana dei cavalli bradi" è il raggiungimento del potere di capirsi, il luogo di pace dove il nostro essere corre e si sfoga in un prato di verità. Bradi e quindi pieni d'istinto e di verità.

LA PIANA DEI CAVALLI BRADI
testo e musica Claudio Baglioni
Batteria Manu Katche; Basso Pino Palladino; Tastiere Celso Valli; Percussioni Danny Cummings; Chitarre Paolo Gianolio; Orchestra d'archi, oboe e fagotto dell'Unione Musicisti di Roma diretta da Celso Valli.

Nervi lisci di cavalli
a sfaticare sere
a calmarci di sudore
in fiaccole di gelo
inutilita' di foglie
stupide e leggere
nubi di bucato
sugli stenditoi del cielo

come e' duro essere nuovi
avere un'altra storia
io ti amai con noncuranza
senza mai uno scopo
i ricordi sono acqua
e l'acqua e' memoria
il dolore e' sforzo e vino
uccide il giorno dopo

vento di girandole
in mezzo alle immondizie
qui fa freddo cosi' tanto
da cercarti adesso
e ad un certo punto andare
e non dar piu' notizie
solo in compagnia di se'
e chiedere il permesso
per essere te stesso

mai
non odiarmi mai
se mi allontanai
perche' potessi appartenerti

mai
non ti ho vissuto mai
e ti rinunciai
gia' rassegnato a non saperti

quanti addii che immaginai
facchini e treni
a sbuffare intorno
e tavoli di avanzi
in un viavai di camerieri
un fiammingo sole
sta per inchiodare il giorno
rondini croci d'autunno
infilano pensieri
guizzi in occhi di cavalli
laghi nero fondo
anime di ombre
nell'attesa delle stalle
e' un'immensa sala in cui aspettiamo
questo mondo
il futuro e' qui davanti
o gia' dietro le spalle

chiudero' la porta
a far star bene la tua assenza
ci sara' fedele sempre
il cane del rimorso
i cavalli origliano
quest'aria di impazienza
a meta' della speranza
io cambiai percorso
e poi non ho piu' corso

mai
non odiarmi mai
io mi allontanai
perche' potessi raccontarti

mai
non ti ho vissuto mai
e ti rinunciai gia' rassegnato a ripensarti

sudai di sud
di vento diventai

e andai
con la voce andai
coi capelli andai
lungo sentieri di tornadi

e andai
con il cuore andai
fino a che trovai
la piana dei cavalli bradi

scalpitai
scartai
m'impennai
scalciai
galoppai
saltai
m'involai

All'inizio (lo so che state pensando: ti pareva che questo non iniziava) i nervi dei cavalli "sfaticano sere", quindi i cavalli sono insofferenti e siccome rappresentano il suo essere è lui a sentirsi insofferente. Le "fiaccole di gelo" rappresentano, con un bellissimo ossimoro, la sensazione di disagio che calmano di un sudore freddo. Poi una serie di immagini di negatività che lo inducono a partire per trovare il vero se stesso ("inutilità di foglie", "nubi di bucato" come lenzuola piene d'acqua e gocciolanti). Sente già la difficoltà di andare via, di fuggire, di "essere nuovi". Riconosce le sue colpe, è per questo che vuole essere nuovo e vedere se davvero prova qualcosa per l'amata. Ma non rinnega i ricordi. Nei ricordi infondo lui pensava di amarla, non sapeva di poterle far del male. E' il dolore presente che lo lascia interdetto. E' l'aver capito che forse non la ama che gli provoca dolore. Sente però che c'è una via d'uscita, semplicemente perché conosce la grandezza della verità, come "vento di girandole", verità che ora però è lontana cioè "in mezzo alle ommondizie". In quelle immondizie "fa freddo così tanto da cercarti adesso", ma quel cercarti è riflessivo, come se in quei casi fa tanto freddo che l'unica soluzione è cercarsi, cercare se stesso. Ad un certo punto si deve andar via senza dire nulla a nessuno, di soppiatto, senza dire nulla ai cari per paura di ripensarci, senza dare notizie di sè, andare a "chiedere permesso per essere te stesso", in cerca solo del suo vero essere. Alla sua amata chide solo di non odiarlo, chiede solo di non serbare rancore perché lui si sta cercando per ridarsi vero e nuovo solo a lei, oppure lasciarla e non mentirle più. Dopo il ritornello l'attacco delle strofe è pieno di immagini di viaggio. Lui immagina perciò è possibile anche che il viaggio sia solo interiore e l'allontanamanto da lei sia solo del pensiero, comunque si tratta di un durissimo viaggio interiore. Bellissima l'immagine delle stazioni piene di "facchini e treni a sbuffare intorno" come "tavoli di avanzi in un viavai di camerieri", cioé da un lato le cose che in un viaggio portiamo con noi (le valigie portate dai facchini), dall'altro gli "avanzi" come passioni o sensazioni e sentimanti che lasciamo nei posti visitati, che poi si trasformeranno in ricordi. E' magnifico (a mio parere) come Baglioni rappresenti queste due cose tramite immancabili situazioni del viaggio (cioé l'imparare tramite il viaggio e il lasciare un pezzo di noi in ogni posto). Le immagini successive cominciano a donare al cantautore degli sprazzi di assoluto. Quell'istinto che lui cerca nel cavallo (come detto simbolo del suo essere) affiora per la prima volta con i tramonti del "fiammingo sole" o la voglia di migrare delle rondini in autunno che "infilano i pensieri" di chi le guarda. Questi sprazzi d'assoluto o gocce brade si perdono come guizzi in un lago scuro, rappresentato dall'addomesticamento dei cavalli ("ombre nell'attesa delle stalle"). Questo lago col fondo nero (le stalle e quindi l'addomesticamento) in cui si perdono i guizzi bradi rappresenta la realtà che circonda l'autore, realtà che con la sua banalità soffoca l'istinto, il selvaggio ed il brado che c'è nel cavallo, il suo essere libero. La stalla è simbolo di morte d'istinto e di libertà per il cavallo, come lo è la realtà per l'essere dell'autore. Questa stalla è un'immensa e (per molti, per chi non si decide a partire ed a cercare il suo vero essere) eterna sala dove aspettiamo il mondo (dove soffochiamo l'originalità dell'istinto nella banalità della realtà, come i guizzi d'istinto del cavallo nel lago scuro rappresentato dalla stalla), un futuro migliore che, se si continua ad aspettare nella sala, non è diverso dal passato e quindi lo ritroviamo "già dietro le spalle". Ecco perché lui si decide a "chiudere la porta a far star bene la tua assenza", anche se si andrà inevitabilmente incontro al "cane del rimorso". A questo punto i cavalli, prima domestici e nella stalla, intuiscono l'aria di cambiamento, "origliano quest'aria d'impazienza", il suo essere, cioé, capisce che è indispensabile trovarsi e finisce di sperare gratuitamente, ponendosi in una situazione di stasi data dal fatto di aver trovato ciò che cercava. Cambiando il percorso della speranza, si è dato da fare e non ha più corso, ha trovato la pace, il suo vero essere. Viaggiando, correndo per cercarsi, sudò di sud, di un calore che scaldò il suo essere e diventò di vento (bellissime parole assonanti che donano alla canzone un'atmosfera rarefatta e di passaggio come dal conscio dell'ordine della realtà al caos estatico del subconscio e dell'istinto, del brado). Andò con tutti i suoi sensi lungo sentieri contorti, perché, come si è detto, il viaggio anche se interiore è molto tortuoso. Andò fino a trovare la piana dei cavalli bradi, il luogo dove poter essere se stesso, la libertà dell'essere, descrivendo poi alla fina tutte le peripezie dei cavalli che sottolineano la libertà trovata dal suo animo: la sua verità.


Noi sogni di poeti

dreamaker84
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Inserito - feb 07 2002 :  16:04:30  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a dreamaker84
ho scoperto questo splendido pezzo da poco,troppo poco x poter fare un commento mio,perchè ancora forse non l'ho interiorizzato abbastanza,non è ancora un brano"mio".Però l'idea della PIANA DEI CAVALLI BRADI ,vista come un posto di pace,di serenità,di quiete...devo dire che mi piace e mi dà un senso di tranquillità.
Spesso vorrei rispondere ai tuoi messaggi Clab,anche solo x dirti quanto mi piace il modo in cui scrivi e per manifestarti la mia più profonda stima...non sei un semplice fan di Baglioni,tu le sue canzoni le vivi,le ami,le interpreti in una chiave del tutto originale,quindi non posso fare altro che dirti COMPLIMENTI!certo non posso rispondere ai tuoi messaggi ogni volta elogiandoti,per questo ho deciso di farlo ora.Non sono soddisfatta di me,sono troppo critica nei miei confronti,forse è questo che mi blocca,che mi impedisce di scrivere di getto qui su concerto tutto quello che sento quando lo sento.Forse la piana dei cavalli bradi la troverò solo allora,quando sarò completamente me stessa,quando troverò la mia strada.Per ora ho trovato solo un posto in cui navigare liberamente,e tutti voi di concerto perchè mi avete fatto sentire molto a mio agio.Alla prossima canzone!Vai a Inizio Pagina
clab101.
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Inserito - feb 07 2002 :  19:44:21  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
Non so se ti basta un semplice grazie per gli elogi che mi fai. Sai, io ho sempre sognato un sito come questo e in particolare un posto dove poter scrivere le sensazioni datemi dalla musica e da testi che io considero nuova poesia. Naturalmente non solo Baglioni (prometto a tutti, infatti, di mettere sul sito anche altri cantanti e di allentare la morsa con Baglioni, per il vostro bene) ma il mio problema è che a volte penso che le mie "recensioni" siano troppo lunghe, oppure che stufino la gente o che siano troppo "scolastiche". Di sicuro è quello che sento ma non credo che ti occorra raggiungere "La piana dei cavalli bradi" per scrivere i tuoi sentimenti, altrimenti scriverebbero poche persone al mondo. Tu sei una ragazza, sembra di capire, che scrive molto bene e che ha dei sogni, sentimenti e tanta sensibilità per comunicare qualcosa d'importante. Credi un pò nai tuoi pensieri, abbi fiducia in te stessa e non aver paura. Aspetto la vera dreamaker. A proposito, hai ragione, anche per me Concerto è un toccasana durante tutta la giornata, uno sprazzo di cielo azzurro, un appiglio forse su cui contare.

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dreamaker84
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Inserito - feb 08 2002 :  15:31:54  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a dreamaker84
EHI!stai scherzando?troppo scolastiche e noiose??le tue"recensioni"sono semplicemente straordinarie,dimostrano solo che hai compreso fino in fondo il pensiero degli autori,difficile da interpretare,se si pensa che i testi che hai commentato sono di Baglioni e Guccini,che sono semplicemente due poeti.
quindi continua a scrivere così,o come ti viene,io cercherò di fare altrettanto,ok?ciao ciao!Vai a Inizio Pagina
clab101.
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Inserito - apr 28 2002 :  11:29:12  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
Rispolvero questa canzone per augurare a Marco (ma, naturalmente, a tutti i concertisti che ci credono) di trovarla davvero la sua "Piana dei cavalli bradi", già è importante partire, già è importante sfregarsi le mani e dire "...si comincia...", per questo Marco ti auguro di riuscire a rubare attimi davvero bellissimi e di disporre in modo sublime i tasselli del tuo firmamento per comporre il più bel cielo che la tua vita merita...

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