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Roberto Mahlab
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Inserito - apr 26 2002 : 18:25:05
Io ringrazio ogni volta tutti gli amici che riaccompagno a casa al ritorno di uscite a cena per la loro gentilezza d'animo per la ragione che accettano di trascorrere la notte al freddo e alle intemperie piuttosto che confondermi le poche precise idee che illuminano la mia vita. Infatti in macchina io conosco una sola strada che attraversa Milano, se faccio qualsiasi altra strada mi perdo perche' non ho ancora capito il collegamento tra le vie, insomma non e' immediato comprendere che ad un certo punto per esempio vi trovate ad un capo di corso Garibaldi e siete vicini alla pizzeria, mentre dall'altro capo siete da tutta un'altra parte della citta', si aprono altri orizzonti, eppure siete sempre in corso Garibaldi! Io cerco di evitare questa consapevolezza che mi fa precipitare sempre in una sensazione di vuoto cosmico ed e' per questo che non ci penso e mi rifugio nelle certezze dell'unica strada che conosco. Il problema, quando riaccompagno gli amici, e' che non tutti abitano lungo quella strada e cosi', per evitarmi una profonda depressione e anche la spesa di una cura psichiatrica dovuta al probabile sgretolarsi del mio fragile animo, accettano di scendere in un qualunque punto di essa, anche se poi abitano a chilometri di distanza, e sono contenti perche' vedono che io sono soddisfatto dal piacere ogni volta che mi fermo per farli scendere ad uno degli incroci dove sono convinto che abitino. E' possibile che alcuni di essi decidano presto di cambiare indirizzo, cosi' da ritrovarsi ad abitare lungo la strada che conosco e in modo da risparmiare il costo del taxi dal punto in cui li lascio giu'.Ora scusate, vi devo lasciare, vedo una vecchietta che vorrebbe attraversare la via, ci penso io, l'accompagno dall'altra parte in macchina cosi' per lei e' piu' facile...prego signora salga pure...la lascero' alla fine della strada, stia tranquilla...quanto ci vorra' a raggiungere sua figlia con il nipotino che l'aspettano dall'altra parte delle strisce pedonali? Be', non lo so, io l'accompagno alla fine della strada che conosco, poi dipende dalla frequenza del passaggio dei mezzi pubblici...ahia! signora! ma perche' mi colpisce con l'ombrell...
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colibrì
Curatore
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Inserito - apr 26 2002 : 19:37:47
Ehm, Roberto, provo imbarazzo nel dovertelo dire ma... quella vecchietta era mia nonna! Si, proprio così! E solo adesso capisco perché ieri è tornata a casa con tre ore di ritardo. Le ho chiesto cosa fosse successo, se si fosse fermata come al solito a discutere con le amiche se è più bello Brad Pitt o Tom Cruise. No. Se si fosse addormentata al capolinea, cosicché ha dovuto rifare il giro. No. Se si fosse trattenuta ancora ad ammirare la vetrina del negozio di libri antichi. No. No. No. Mi è venuto il sospetto che fosse la moglie dell’uomo del Monte (si sa mai, uno che dice sempre sì fa una bella coppia con una che dice sempre no). Tutta arrabbiata mi dice che ha incontrato un giovanotto gentilissimo, di quelli che esistono solo nelle favole e in corso Garibaldi; il quale le ha cortesissimamente offerto un passaggio per attraversare la strada. “Ma allora perché sei così arrabbiata? E l’ombrello perché è così rotto? E la tua borsetta perché è così sfondata? E la tua bocca perché è così grande...” (ehm, no, questa non posso metterla ché poi devo dare le royalties ai fratelli Grimm). E lei, rimettendosi a posto il cappellino, un po’ sgualcito, mi ha spiegato che il giovane tanto gentile era solo la prima parte del racconto. Mai avrebbe immaginato che nella seconda parte il principe si sarebbe trasformato in ranocchio! “Come in ranocchio? Cos’era un mutante? NOOOOONNAAAA!!!! Hai avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo! Presto, il mondo lo deve sapere! Chiamo subito Mentana, la Cnn, il Corriere della Sera, Topolino! Prestoooo!” “Calma! Calma! Cos’hai capito?” sorride la nonna “volevo solo dire che il tipo conosceva le mappe stradali milanesi come un ranocchio sa gracchiare la Turandot! Io volevo semplicemente attaversare la strada, non avevo chiesto un giro turistico per la metropoli!” “E come è andata a finire?”. “È andata a finire che ho ripassato le cinque mossi letali dell’Aikido e dello Shaolin!” “Ma nonna! Così gli avrai fatto un po’ male, poverino!” “Era ancora poco, perché non sai cosa ha avuto il coraggio di dirmi quando mi ha mollato alla periferia Sud di Milano!” “Cosa ti ha detto?” “Signora – fa lui con aria del tutto serafica – non capisco perché tanta agitazione, lo sa quanto mi avrebbe dovuto pagare se avessi inserito il tassametro?” “E tu a quel punto che hai fatto?” “Beh, gli ho fatto una fotografia, direi” “Una fotografia?” “Certo! Quella che vedi impressa qui sulla borsetta!!!!” colibrì |
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