Prologo
Otto personaggi, da periodi di tempo differenti (un egiziano, un romano, un cavaliere, un higlander, in indiano, un barbaro, un hippie e un uomo del futuro) si ritrovano insieme in un'altra dimensione, un posto senza spazio nè tempo.
Una voce gli da il benvenuto "Voi siete otto anime prese da epoche temporali differenti. Voi andrete dove io vi indichero'. Le vostre vite non significano niente per me... e qualcuno di voi potrebbe anche morire. Voi avete un compito: uscire da questo posto di sapienza, questo labirinto di sogni. Dovrete trovare la porta dell'Electric Castle".

l CD
Questo doppio CD è definito una "Space Opera"; che cos'è? E' una Rock Opera, tranne per il fatto che è ambientata in uno spazio e in un tempo senza confini. Non è possibile identificare il posto, dovete solo chiudere gli occhi e lasciarvi guidare dalla vostra immaginazione. Arjen Lucassen ci ha dato la possibilita' di creare un mondo all'interno della nostra mente, da visitare con l'aiuto della musica. I generi utilizzati sono innumerevoli: prog rock, hard rock, acustico, folk, celtico, blues-rock e altri. E' un "who's who" dei generi musicali.
"L'ingrediente" musicale che manca in questo album è il metal. Sono presenti alcuni pezzi heavy, ma tendono piu' verso il rock che al metal. L'intero album è "guidato" dalle tastiere, e non riesco neanche a immaginare quante ne abbiano usate!!! In aggiunta, i suoni sono quasi tutti "spaced-out", cioè elaborati elettronicamente.

La band
Nove cantanti differenti, 6 musicisti che hanno utilizzato tastiere, violini, chitarre, cellos (?), sitars (?), mellotrons, mandolini, flauti, un gran numero di sintetizzatori, bassi e batterie. Tutta questa strumentazione puo' darvi un'idea di come debbano essere i suoni.

Quanto ai cellos non sono che i violoncelli,é una dicitura che si trova anche nelle partiture italiane.

Il sitar invece é uno strumento indiano, una specie di liuto ( strumento europeo perfezionato e sviluppato durante il Rinascimento finché fu soppiantato dai vari tipi di clavicembalo).

Il sitar andava di moda negli anni settanta, portato in Europa dagli Yppies che tornavano dall' India dove erano andati a cercare altre fonti di spiritualità ( e, purtroppo, droga).

Il sitar é uno strumento che ha molte possibiltà espressive con un suono molto dolce, ma un'accordatura diversa da quella degli strumenti europei.

Non credo che sia facile da suonare...

ciao a tutti!

Elena