Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 14/12/2004 : 23:42:15
Jack si svegliò nell’enorme letto del suo lussuosissimo appartamento in Manhattan in preda ad uno sgradevole senso di vuoto. Mosse la mano cercando il calore del corpo di qualcuno che non c’era e non poteva esserci. “Kate, Kate!” chiamò, ma la sua voce rimbombò come un’eco. Restò in attesa di udire voci e schiamazzi di bimbi ma le sue orecchie percepirono solo ed esclusivamente un gelido silenzio appena incrinato dall’ovattato e lontanissimo rumore del traffico sottostante il grattacielo. Dov’era stato tutto questo tempo? Possibile che fosse passata una notte soltanto? Cos’era stato, un sogno o aveva davvero vissuto in un’altra dimensione? Dov’era la sua villetta nel New Jersey? Un sottile ed inquietante malessere mai provato in vita sua s’impadronì di lui. Si era coricato la sera precedente “single” convinto e felice e si era svegliato come un uomo solo. Non era esattamente la stessa cosa. S’aggirò per la casa che per la prima volta gli sembrò fredda ed estranea. Aprì l’armadio guardaroba ed una serie d’abiti costosi e firmati gli si pararono davanti. Li osservò ad uno ad uno come se volesse conoscerli. Guardò fuori della finestra e riconobbe, sia pure piccolissima, la sagoma familiare della sua potente “Ferrari” guardata a vista dall’imponente portiere di colore. In quel mentre suonarono il campanello. Aprì la porta e si ritrovò una bionda mozzafiato con lo sguardo sornione e malizioso, con la pelliccia aperta che lasciava intravedere delle generose forme a malapena coperte da una biancheria di pizzo nero. Si allontanò perplesso, tornò a guardare i suoi abiti, la “Ferrari” e di nuovo la bionda e non poté fare a meno di pensare: “Se è stato un sogno quello fatto stanotte, è stato senz’altro bellissimo! Però anche la realtà non è niente male!”.
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