Lasciami qui,
addossata al marmo del davanzale,
a guardare la vita
che scorre lenta ed assonnata
come le ore mattutine della domenica
stipate nella prigionia delle auto
che vagano lente
sulle strisce lunghe e nere dell’asfalto.
Lasciami stringere tra le dita
il catrame della civilizzazione,
fammi respirare quell’istante
di cosciente esistenza
con gli occhi appoggiati
alle chiome spoglie dei rami,
a morire dentro, ed in silenzio,
mentre i passi tranquilli dei miei simili
dirigono alle mete di questa loro ora.
Lasciami qui,
accostata all’epitaffio della consapevolezza,
a contemplare la “sopravvivenza”,
mentre scola svogliata ed indolente,
come le ore vespertine della giovinezza
piegate alla sottomissione delle regole,
a peregrinare, passo a passo
il fumetto di questo giorno
disegnato da Dio e colorato dagli uomini.
(Marilina Frasci)
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