Gabriella Cuscinà
Senatore
Italy
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Inserito - 04/01/2005 : 09:00:36
La fine di Ezio Ugo sentì suonare il telefonino e rispose. Era il cugino Riccardo che lo chiamava per comunicargli la morte di suo fratello Ezio, trovato cadavere nella loro casa di campagna. Gli inquirenti stavano conducendo indagini per stabilire se si fosse trattato o meno di suicidio, dopo che il fratello lo aveva trovato impiccato con le mani legate. La sorpresa era stata terribile, tuttavia Riccardo dopo aver chiamato i carabinieri, era riuscito a comunicare con cautela alla madre anziana che Ezio era morto. Il poveretto aveva visitato i genitori il giorno precedente. Il suo comportamento era stato quello solito, interessato alla malattia del padre, attento alle necessità della madre e sempre determinato a restare a vivere da solo. Ugo lo ricordava bambino, molto timido, bravissimo a scuola e restio a seguire i giochi violenti di Riccardo. Rispettava gli ordini della madre che raccomandava di non sudare e di non ferirsi transitando nei boschetti in cui loro si fingevano esploratori o soldati. Terminati gli studi inferiori, Ezio aveva frequentato con ottimi risultati il liceo e si era quindi iscritto alla facoltà di Economia con l'obiettivo sicuro di un ingresso in banca, non appena ottenuta la laurea. Nei primi due anni di corso, non solo aveva rispettato tutte le scadenze degli esami, ma aveva sempre ottenuto il massimo dei voti. Nel tempo libero, frequentava con il fratello l’ambiente parrocchiale ed essendo un bel giovane, alto e prestante, non aveva avuto problemi con le ragazze che se lo contendevano e prendevano l’iniziativa per vincere la sua timidezza. In quel periodo felice si stava per abbattere sulla sua vita un terribile tornado. Il curato della parrocchia era stato trasferito. Al suo posto era arrivato un prelato giovane e anticonformista. Aveva subito impressionato i ragazzi per la differenza di comportamento rispetto al predecessore. Non era più il "Don" consigliere cui rivolgersi nei momenti di crisi, ma il compagno di giochi e divertimenti e l’organizzatore di eventi nuovi e stimolanti. Purtroppo il suo vero fine non era quello di avvicinare i ragazzi alla fede cattolica e consolidarla, ma quello di conquistare la loro fiducia per poi iniziare un opera di indottrinamento politico estremo. Il risultato dell’opera fu che Riccardo abbandonò, come altri ragazzi, la frequentazione delle attività parrocchiali. Ezio invece, che fino a quel momento aveva avuto una visione chiara della società, rimase scioccato dalla nuova visione che gli veniva prospettata. In breve tempo abbandonò la ragazza, si allontanò dagli amici, lasciò gli studi e la famiglia e andò a vivere lontano, portando con sé solo uno zainetto e i libri che il sacerdote gli aveva regalato. Era maggiorenne al momento della partenza e quindi la famiglia non poté trattenerlo. Il padre disperato si rivolse a un istituto investigativo e venne a sapere che Ezio si era trasferito presso una comunità, che aveva occupato un palazzo abbandonato. Lavorava saltuariamente e con i soldi guadagnati si era iscritto alla facoltà di Scienze politiche. La cosa lo tranquillizzò parzialmente, fino a quando il figlio non venne coinvolto in manifestazioni violente e arrestato per resistenza a pubblici ufficiali. Il fratello fingendo di incontrarlo casualmente, cercò di convincerlo a ritornare in famiglia, pur senza contestare le sue nuove convinzioni politiche. La risposta fu negativa ed Ezio proseguì nel suo attivismo, senza trovarsi imputato in reati gravi, ma avendo a che fare con la giustizia in numerose occasioni, sempre a causa delle sue attività politiche. Non finì gli studi universitari e rimase lontano dalla famiglia senza dare notizie per molti anni. Un bel giorno ritornò a casa e chiese il permesso di ritirarsi nella tenuta di campagna, senza tuttavia fornire informazioni su quanto avesse fatto e su come pensava di proseguire la sua esistenza. Naturalmente i genitori lo trattarono come il figliol prodigo e il fratello fu felicissimo di averlo ritrovato. Ugo aveva saputo che Ezio si guadagnava da vivere eseguendo lavori a domicilio per conto di laboratori fotografici, ma quella sarebbe stata un’attività fallimentare. Povero cugino! pensava. Il fatto che fosse stato ritrovato vestito di tutto punto e il particolare delle mani legate avevano l’aria di un messaggio e gli facevano ritenere che si fosse trattato di suicidio. Ugo interpretava le mani legate come la dimostrazione dell’impossibilità a proseguire una vita di stenti. Riccardo gli aveva rivelato di aver proposto al fratello di lavorare per lui, spinto dal desiderio di farlo sentire utile. Ma Ezio forse aveva già scelto la sua fine! Gabriella Cuscinà
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