Senza identità
sono lacrime
divorate dagli occhi
e vanno fumo al cielo
sparate da ciminiereValigie di solo andata
piene del rumore
del fischio di partenza
aspettano una mano
che torni dall'ossario
Nero quaderno
con segnalibro
di filo spinato
i cortili di fango
saturi di numeri
letti
dalla vergognosa storia
Una conca nella terra
una ruspa
una croce collettiva al risparmio
i fortunati
tutto quì il modesto funerale
di Dio
alle carcasse
svuotatre dai cani
per l'anima ai pasti
Il ricordo
lavato dalla pioggia
addolcito dall'erba
ormai una coda
tagliata da un'ascia
e stesa su una foto
gialla insidiata
ancora
da menzogne
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Da:Soste precarie
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michael santhers