Sarah
Cittadino
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Inserito - 26/04/2005 : 18:18:18
Sabato ero a Venezia. Speravo di trovare quell'aria dorata e mite che orna come un velo trasparente, serico e prezioso la città lagunare in primavera,quella città così tessuta di oro sulle basiliche orientali e di acqua mutevole,talvolta odorosa, di un buio di calli sottoporteghi e fondaci, di una luce filtrata tra palazzi rosati e ornati. Invece tirava bora anche in Lista di Spagna, nonostante i turisti mitteleuropei travestiti da estate e le pallide gambe delle ragazze in improbabili infradito, ma loro cercano il sud, vero? Invece qui c'è la via dell'est, dell'oriente antico e favoloso, che ha attraversato il mare ed è arrivato colmo di spezie, sarde in saòr, mandorle salate e bussolà. Ho pranzato in un bàcaro con gli assaggi di pesce che sanno fare solo le donne veneziane: un'idea di frittura di sardèle, baccalà mantecato, seppie in nero, sarde ripiene con capperi, prezzemolo e pomodoro. Dopo, ancora vento e un'umanità mista, colorata, forse annoiata, con gli inevitabili giapponesi che fotografano assolutamente tutto. Gondola, Signora? Un giro solo 40 euri! Rispondo nel mio dialetto, con quei schei vado a belùn tre volte! Il gondoliere, con quella sua aria vagamente da bullo e la r tipica di Castello, il sestiere popolare, ride di cuore. Tornando verso la stazione, passo per il Ghetto. Con le sue case altissime fitte di finestre, le bottiglie di vino fuori dalla finestra, la casa di riposo israelitica sul Campo. Là c'è un pezzo di muro. con il filo spinato. E' Pesach. Mi fermo e lo sgomento mi assale di colpo, intenso. Penso a tutti quelli che avevano davanti il muro, e non potevano scappare da nessuna parte. E' il muro della schola, ma anche quello di tutti coloro che sono stati sommersi. Più avanti c'è un negozio kosher, (ma non per le Peshach, avverte il rabbino)Tantissime mazzà e dolci appetitosi. Non vorrei più tornare a casa.Francesca Buccomino
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