IL MIO ALBERO
Senza dubbio cresceva,
l'età si accumulava,
strato dopo strato si maturava
il tempo indeboliva la sua freschezza
e alla corteccia liscia e cremisi
si sostituiva scagliosa e bruna legnosa pelle.
Il mio albero invecchiava,
malinconiche foglie color fuoco
clonavano giovinezza,
e il ricordo delle furiose resistenze al vento
delle gloriose tenzoni piovose
delle vigliacche grandinate,
lo inorgoglivano anche se si era inclinato.
Stagione dopo stagione l'inverno era più freddo,
d'estate gli afidi più arditi,
colombi irriverenti
s'erano azzardati a lordare il fogliame,
ma dentro la linfa scorreva integra
al suono trionfale delle Valchirie.
Un giorno la sega lo annullerà,
ma del suo corpo
si faranno nobili mobili,
o forse fuoco
le cui lingue roventi si innalzeranno
orgogliose d'esser l'energia
di quello spirito libero
che non si arrese !
di Zanin Roberto