I miei interlocutori in paesi asiatici mi hanno oggi confermato che gli acquisti dall'Europa si sono quasi azzerati a causa dell'euro troppo elevato e i flussi di merci si sono indirizzati verso l'estremo oriente con scambi in dollari. Pero' affermati quotidiani finanziari e diversi economisti dal chiuso dei loro uffici scrivono che il dollaro scendera' e l'euro salira'. Mondi paralleli, quello reale e quello immaginario e il fatto che da 1,35 il cambio sia arrivato oggi a 1,26 non li turba, se loro dicono che qualcosa non esiste, anche se appare ai nostri occhi, dobbiamo convincerci che non esiste. Invece la direzione dei flussi e' differente e sarebbe ora che ci si aprisse alla realta' e si smettesse di praticare un provincialismo della notizia che sta causando danni non indifferenti, su diversi piani, alla societa' europea. Le pressioni alla rivalutazione dello yuan devono tenere conto di un economia cinese che ovviamente e' diventata la fabbrica del mondo e ha travolto, per colpe di errori di valutazione economica occidentali, l'industria soprattutto europea, ma si deve anche ragionare sul fatto che l'economia del paese asiatico soffre ancora di squilibri strutturali causati da un liberalismo economico giovane gestito da un centralismo derivante dall'assolutismo ombra di un recentissimo passato comunista, pur ormai gettato alle ortiche. Gli investitori cioe', al contrario della convinzione di alcuni settori finanziari occidentali, non abbandoneranno il dollaro per buttarsi sullo yuan, l'investimento massiccio sulla valuta cinese si avra' quando gli investitori avranno la tranquillita' della stabilita'.
Dunque le spinte alla rivalutazione della valuta cinese sono del tutto commerciali, le industrie occidentali hanno interesse all'aumento dei prezzi dei prodotti fabbricati in Cina, pero' l'equilibrio non sara' raggiunto con un colpo solo, ma con un graduale aggiustamento dello sviluppo cinese, tale da poter essere assorbito dai mercati planetari senza dare scosse distruttive alla crescita dell'occupazione in quel paese. Non e' infatti pensabile che la Cina accetti una fluttuazione al rialzo tale da produrre disoccupazione interna, e' possibile una fascia di oscillazione attorno al cinque-dieci percento del cambio attuale, ma la resistenza del governo cinese sara' strenua.
Dal punto di vista del mercato finanziario, gli analisti europei si fanno illusioni se credono che gli investitori abbandoneranno il dollaro per lo yuan, non prendono in considerazione che e' piu' probabile che abbandonino l'euro invece.
I discorsi ideologici sul valore dell'euro sono infatti inciampati sulla realta', l'euro e' sopravvalutato, non sottovalutato rispetto al dollaro e nel breve termine e' possibile che la tendenza alla discesa si accentui, la Fed americana alza i tassi mensilmente e, se l'economia europea rimane in stagnazione, esiste il dubbio che sia la Banca di Francoforte ad abbassare i suoi. Un euro cosi' elevato penalizza le esportazioni europee e contribuisce alla conquista dei mercati da parte cinese.
Dunque, per concludere, i flussi finanziari e commerciali e gli indicatori commerciali devono essere studiati nel loro insieme e nel loro reciproco influenzarsi, il punto di equilibrio in un'economia globalizzata cosi' velocemente si avra' con una media delle aspettative dei singoli giocatori, dunque euro al ribasso rispetto al dollaro, un governo cinese che non puo' permettersi che leggere fluttuazioni del cambio dello yuan per non provocare una crisi occupazionale in una Cina ancora settorialmente squilibrata e un dollaro che comunque manterra' la sua caratteristica di moneta àncora per i flussi finanziari internazionali.
Newsletter finanziaria di Maggio - Concerto News System - @2005