“IL MERCANTE DI VENEZIA”Questo film rispecchia molto il celebre romanzo shakespeariano, grazie anche ai due interpreti protagonisti, Al Pacino (Shyloc) e Jeremy Irons (Antonio), con lo sfondo di Venezia, costumi e scenografie stupendi.
La regia è di Michael Radford, altri interpreti sono: Joseph Fiennes (Bassanio), Lynn Collins (Porzia), la voce di Al Pacino è di Giancarlo Giannini.
La storia è ambientata nella Venezia del XVI secolo, in quel periodo gli ebrei non erano ben visti, per loro vigeva il coprifuoco e non potevano circolare di notte, inoltre dovevano indossare un berretto rosso per farsi riconoscere, la maggior parte di loro faceva l’usuraio, come il vecchio Shyloc (Al Pacino).
Antonio (Jeremy Irons) si rivolge a lui per un prestito, visto che , nonostante la sua ricchezza, i suoi soldi sono tutti impegnati nelle navi in viaggio, per aiutare il suo amico Bassanio (Joseph Fiennes), innamorato di Porzia (Lynn Collins) e bisognoso di denaro per corteggiarla.
Shyloc odia Antonio perché si è sempre beffato di lui e dei suoi affari, quindi gli impone tre mesi per ridargli il denaro prestato, altrimenti gli darà in cambio 1 libbra di carne del suo corpo, ahimè Antonio accetta.
Intanto Bassanio riesce a superare la prova dei tre scrigni e a sposare la bella Porzia, anche il servo ne sposerà la serva.
Nel frattempo la figlia di Shyloc fugge con un cristiano, portandosi via dei soldi, l’usuraio è disperato, ma le navi di Antonio fanno naufragio, quindi non può più restituire i soldi prestati, è l’occasione di vendicarsi, di richiedere quella libbra di carne.
Tutti si riuniscono a Venezia, davanti al Doge, e Bassanio corre da lui per difenderlo, anche Porzia e la serva cercano di rendersi utili, quindi si travestono da uomini e vanno in tribunale, senza farsi riconoscere dai rispettivi mariti.
Porzia si dimostra un valido avvocato e riesce a far scagionare Antonio, dicendo che Shyloc dovrà tagliarli 1 libbra di carne dal corpo senza spargere neanche 1 goccia di sangue, altrimenti sarà giustiziato per aver attentato alla vita di 1 veneziano, come prevedeva la legge, quindi l’ebreo è costretto a rinunciare, anche a costo della sua vita come sanzione, ma viene graziato dal Doge, che gli confisca i beni da dare ad Antonio e alla città, ma, visto che le navi sono tornate sane e salve, vi rinuncia e chiede all’ebreo di farsi cristiano e donare i suoi averi al genero e alla figlia.
Sorprendente l’interpretazione di Al Pacino, con un personaggio diverso dai suoi soliti, belli i dialoghi come da testo.
Un bel film, da vedere, un classico sugli schermi.
Da “La Repubblica”:
Il regista, lo scozzese Michael Radford (Il postino), pur rimanendo fedele al testo shakespeariano, ha voluto un prologo ambientato nel ghetto che ben spiega il clima sociale del momento e soprattutto la condizione di umiliazione in cui vivevano gli ebrei del 1500 a Venezia. Ed è stata proprio questa «visione»
del regista a convincere Al Pacino che era venuto il momento di misurarsi con il Mercante. «Quando si interpreta un personaggio non si può prescindere dalla visione del mondo che abbiamo noi uomini del ventunesimo secolo», spiega l’attore, 64 anni sorretti da uno sguardo che non è mai cambiato per intensità e carisma dai tempi del Padrino. «Quando ho letto la sceneggiatura di Radford mi è piaciuta perché teneva conto del clima in cui viviamo, dell’intolleranza religiosa che affligge tutto il mondo.
La sua interpretazione rende Shylock quasi simpatico. Non sembra che Shakespeare avesse questa pietas verso il personaggio. E stata una sua idea?
«Non solo mia. C’è stato un grande contributo del regista. Quando recito cerco sempre di dare qualcosa di mio ai personaggi. Ho imparato che l’unico modo per essere immortali sulla scena è la verità. È questo che il pubblico ti chiede: essere credibile nel rappresentare l’umanità dell’individuo che racconti. Ho cercato allora di entrare nella mente, nel cuore di Shylock e i sentimenti che ho trovato sono stati rabbia, tristezza e una profonda solitudine».
Da Il Venerdì di Repubblica, 28 gennaio 2005.
Grazy