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LA SIESTA
Nel lento rollio dell’amaca
legata ai tigli giganti
che coi lunghi rami fanno cappella
solo un libro e il respiro del vento
a fare compagnia
lontano dai ginecei televisivi
e dalle risse di telegiornale.
Anche il libro si perde
mentre lo sguardo, distratto,
si mette a inseguire il volo isterico
di un moscerino intento
a dispetto della brezza
ad inseguire un raggio di sole.
Lontano,
lontanissimo
un cicalare di voci prese
nei racconti d’un inverno trascorso
l’una dall’altra lontane
e il volo di una ghiandaia.
S’appesantiscono le palpebre
e in quel cullarmi entro nel sogno.
yama