Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 29/10/2005 : 10:32:54
LA GUERRA DI PIERO L’ultima cena , promesse e saluti poi la fine giunge in poco tempo senza neppure socchiudere gli occhi al cielo. Nuda guerra origine d’ogni dolore . Corpi distesi al sole in attesa d’essere raccolti come fiori nel campo dei miracoli ,carezze sul viso rigato dalle lacrime . Piero seduto davanti casa ad ascoltare le parole nel vento di poeti e cantori erranti ,funamboli e circensi in cammino sulla via per Damasco . Vedere trascinare via il corpo sanguinante dei feriti dei moribondi degli ultimi di questo mondo alla rovescia. Tante le fosse scavate ai lati della serpentina strada inerpicata tra i monti bassi e brulli diretta verso la città di Dite. I carri dei contadini, dei senza tetto , dei tanti in fuga in interminabili giorni di lotta. Genealogia della morale o del terrore spettro dalle mille facce orrendo e oscuro scheletrico signore della fine e del principio dell’essere e dell’avere ,d’ogni cosa ella sia bene o male Brandendo la falce, miete i corpi maturi i pensieri fioriti di Piero le gioie e i freschi ricordi degli innocenti diretti verso il cielo. Nulla si conosce l’odio ha un volto l’altro lineamenti diversi figli della terra . L’essere teologico del puro concetto. Seduti fianco a fianco in silenzio sul carroccio traballante tirato da uno stanco cavallo dai denti cariati. All’occorrenza capace anche d’ andare dove gli pare. L’eco degli spari raggiunge i fuggitivi lo scoppio delle bombe , le grida e i canti ,il pianto delle donne. Fugge indomito lo spirito della libertà senza mai voltarsi indietro apre l’ali e vola lontano sui monti e sulle valli sulle nazioni intere. Dopo tanto fuggire giungono a piedi nudi , dolenti , prigionieri legati l’uno a gli altri impauriti in un sicuro rifugio a riparo dalla crudeltà sovrana sui campi di battaglia. I giorni della pace i giorni fraterni gettati nella comune fossa sul colle crocevia di traffici illeciti. Via senza guardare indietro avanti sempre avanti senza mai fermarsi a pensare al passato . Nudi simili all’ ombre del mattino percorrendo ignari e affranti le terre vaste del signore dei sogni Boschi ,foreste, fiumi per arrivare ove sorge il sole della vita. Ignaro il destino di Piero perso tra la folla del sabato sera alla ricerca dell’angelico volto intravisto tra la folla Sale spinto da pentimenti e sentimenti su un lungo treno per non far più ritorno in patria. Cosa faranno adesso abbandonati a se stessi rinchiusi in mille baracche dalle tendine ricamate a mano, bianche e verdi ? Un mare di filo spinato , la ronda dei soldati , il canto dei prigionieri, l’aereo abbattuto nella notte dalla contraerea degli gnomi. Partire e non morire l’uno affianco all’altro recitando kaddish e sfogliando il libro della vita con gli occhiali d’oro. Nei freddi silenzi , tra gli alberi innevati sulle tracce sanguinanti d’un bianco coniglio un cacciatore con i suoi segugi và in cerca della sua preda. Raccogliere le forze e sollevando il mondo sulle spalle aiutato da un montacarichi continuare a combattere la batracomiomachia , senza mai indietreggiare lungo il cammino nella selva oscura davanti a draghi o ad orchi ben vestiti. I raggi della luna attraverso i rami dei faggi e degli abeti sparsi ,illuminano il sentiero disperso nella foresta . S’eleva il canto del boscaiolo , del falegname , del contadino del soldato ,del condannato ,del povero poeta affranto Un concerto di voci acute e sinistre altre gaie e allegre echeggiano in coro nella valle . Una gran festa e tutti gli spiriti evocati da Saman il signore dei morti satirici , maligni e bizzarri volteggiando nell’aria appaiono tra il caos spaventando i passanti e i vecchietti assopiti sull’autobus con boccacce e dispetti. Spiriti negletti fantasmi d’ intelletto ombre amene a spasso per le strade del centro ammirando entusiasti le vetrine ,mimando gesti e aspetti degli ignari passanti poi tutti sulle nuvole a danzare intorno ad una grande zucca una danza mano nella mano intorno al mondo delle fiabe e delle leggende dei sospiri e dei sogni così simili agli incubi. Gli spari non più s’ odono ,dalle pistole escono bandierine con su scritto Bang Bang. Ed il cielo continua a gonfiarsi d’odio e di vecchi rancori. La tempesta sembra scoppiare da un momento all’altro Molti passanti fuggono alcuni senza ombrello si coprono alla meglio tirandosi sulla testa i lunghi grigi impermeabili. Piazze e strade semivuote nessun che rincorre i gatti o i topi si vedono di sfuggita marionette inseguite da disperati burattinai sedie baffute , onorevoli quadrupedi, coppie di fidanzati andarsi a comprare un gelato all’arsenico e poi stretti l’uno all’altro andare a trovare la vecchia nonna dagli occhi di lupa. Dei giorni magri e miseri ,gli ultimi tutti in fila con una busta in mano fanno la fila per un tozzo di pane ammuffito . Metaforici angeli aprono lesti le porte segrete ed una gran folla di persone v’entra spingendo e ridendo inciampando ed urlando : Chi ha rubato la mia borsetta? Chi il mio cuore ? Chi il mio amore? Per le strade della città s’aggirano stanchi ed affamati spettri , mostri d’ogni genere viandanti alieni . Bambini bussano alle porte recitando la filastrocca Dolcetto o scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare. Padri madri e ladri seduti sulle pubbliche panchine. Pagine di giornale lette ,fogli, foto e articoli ed il canto delle comare echeggia stendendo il bucato sotto una luna snob. Il vecchio Jack con la sua lanterna dove sarà ? Per due monete hanno comprato un po’ d’allegria la dividono In parti uguali così si sentono forti , uniti , vicini Il corpo sazio di gioia nel vedere l’aurora colorare l’alba di varie fosche tinte. Ed il sorriso declina imperfetto sulle labbra rossa della sventura. Il cielo in quei momenti è una calda coperta ove avvolgere la propria infelice sorte. Sfuggiti all’ombre della notte e ai spettri e alle streghe a gli orchi nascosti dietro i grigi muri dei vicoli bui. La gente sembra ritornare a vivere. Sui fuochi scoppiettanti si preparano arrosti prelibati biscotti di zucca,le dita di strega, il pan di vampiro banchetti , baraonde , ubriachi gli invitati, brillo il padrone di casa balla in coppia con una oca farcita all’arancia. Riappare il volto dei giorni rappresentativi dei giorni in cui sé imparato a lottare a denti stretti tenendo in mano lo spazzolino. Intorno alla tavola rotonda si raccontano misfatti e burle Storie di vita vissuta accanto al male e al bene. Fuggendo al male viene lodato il coraggio del buon Piero la sua gran voglia di vivere e di continuare a scrivere e a sognare attraverso il magico mondo dei misteri leggende nate per essere lette insieme a qualche buffo spiritello nella festa d’ognissanti.
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