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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 La bambina triste
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July
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Inserito - 11/11/2005 :  18:56:50  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a July
C’era una volta una bambina triste. Talmente triste che se ne stava tutto il giorno rintanata nella sua cameretta, alla ricerca di un riparo dalle brutture della vita; ma ancor di più, ella chiedeva asilo dagli sguardi curiosi, penetranti, sottilmente infidi della gente.
Se ne stava tutto il giorno a letto, con le braccia immobili, distese sul copriletto di seta, e gli angoli della bocca atteggiati ad un’espressione di dolore; lo sguardo era infinitamente triste, si, ma non era spento. Era acceso, e avido di vita.
Nessuno mai avrebbe creduto che un tempo ella fosse stata felice. Ora non lo era più, a causa del sortilegio di una strega che le aveva sottratto tutto.
Nessuno mai avrebbe immaginato la bambina triste che rideva, e scherzava, e giocava coi compagni; e invece era stato così. Era stato così fino a quando la mamma della bimba si era ammalata, ed era stata tanto tempo a letto, inerte, proprio come la bambina era adesso. L’ultimo ricordo – lontano, immerso in un’atmosfera di luce soffusa e di tenebre oscure – era quello della mamma, che piangeva, sdraiata sul suo letto. Un pianto silenzioso, che la bambina vedeva e non capiva, coglieva e non comprendeva, e ciò lo rendeva ancora più doloroso, perché le uniche cose che poteva fare erano guardare e pensare. Non poteva consolare, perché non sapeva quale fosse la causa. Forse la causa era lei, ma non poteva saperlo con certezza.
Fu allora che la strega le si presentò.
Non dentro i panni di strega, certo, sennò la bimba l’avrebbe riconosciuta, ma vestita di vesti morbide, e bianche, e con un’espressione buona e gentile stampata sul volto. La bambina era subito rimasta incantata, e quando la strega le chiese come mai non era felice, ella rispose che non poteva esserlo, se non lo era neppure sua mamma. Allora la strega le disse che avrebbe potuto aiutarla, e far sì che la mamma tornasse ad essere felice, ma in cambio lei avrebbe dovuto venderle il suo cuore. La bambina non comprese e disse di si, commettendo l’errore più grande della propria vita.
Perché da allora il suo cuore divenne ostaggio della strega.
Così, la bambina non poteva più parlare, perché i suoi pensieri erano racchiusi nei meandri desolati del suo cuore, che non l’apparteneva. E gli anni passavano, e la bambina rimaneva chiusa nella sua cameretta, dalla quale non poteva profferire parola; ma le parole, e i pensieri degli altri le arrivavano. L’aspetto peggiore del sortilegio, infatti, era proprio questo: malgrado ella non potesse venire a conoscenza dei pensieri e le emozioni severamente custoditi dentro il cuore per opera della strega, poteva venire a conoscenza di quelli che aleggiavano fuori, e si trattava sempre di qualcosa di duro e crudele. Ognuno di quei pensieri era una lama affilata, che lacerava il suo cuore, oramai nelle mani della strega, e la faceva soffrire, ma ella non poteva reagire in alcun modo. Era lo scotto che doveva pagare in cambio della felicità di sua madre.
E ogni nuova pugnalata era ancor più dolorosa della precedente, ma nonostante ciò ella non vi si poteva sottrarre. Tanto, se si schermava da un lato, il coltello colpiva sull’altro, ed era impossibile evitarlo.
Col tempo aveva iniziato ad odiare.
In realtà, e questo la bambina non lo sapeva, la gente non era così malvagia, e così cattiva, come sembrava. Erano le mani della strega che plasmavano i fatti e le parole esterne, a loro piacimento, trasformandoli in qualcosa di spietato.
E la mamma della bambina, che fine aveva fatto?
Lei era di nuovo felice. Aveva avuto la felicità in dono dalla strega, in cambio del cuore di sua figlia. Ed ora anche le parole della mamma facevano parte dell’esercito di pugnali che ogni giorno le si avventava contro. Anzi, forse le sue erano proprio le lame più sottili, e affusolate, quelle che incidevano la carne del suo povero cuore facendolo sanguinare ancor più di tutte le altre lame messe assieme; e il sangue intanto sgorgava, a fiotti, dalla carne dilaniata, e nessuna arma al mondo sarebbe riuscita a farle più male.
E pensare che tutto questo era iniziato quando aveva deciso di aiutare sua madre a ritornare felice…non aveva ottenuto, infine, quello che voleva?

Giuliana carta

   
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