"Vai e scopri il suo nome e intervista il neonato", il caporedattore della Concerto News System non poteva incaricare inviato speciale piu' determinato di me, il reporter Bob Porter, anche perche' con quello che paga la nostra redazione io sono l'unico a lavorare gratis, nel senso che sono l'unico a lavorarci e anche gratis e non desidero certo perdere l'unico posto adatto alle mie capacita'.Alle dieci di quella mattina mi trovavo quindi di fronte alla clinica dove la mia segretaria e il suo nuovo nato riposavano, un grosso cartello indicava che erano ammesse esclusivamente visite di parenti e solo a partire dalle undici e le guardie mi avevano gia' adocchiato e parevano indirizzarmi dall'alto dei loro muscoli:"Coraggio, supera quel portone che cosi' ci alleniamo". Utilizzando lo stipendio che la Cds News System non mi avrebbe mai pagato nei prossimi cento anni acquistai dall'unico fioraio del quartiere ad un costo da capogiro un gigantesco mazzo di girasoli sotto i quali nascosi il mailofono con cui trasmettevo il servizio. Le delicate guardie non osarono toccarmi per non rovinare quei fiori e corsi al primo piano del reparto. La mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante era incollata ad una vetrata oltre la quale si intravedeva un bambino in una culla, mentre le porgevo esausto il gigantesco mazzo di girasoli mi saluto' indicandomi il neonato come per dire :"Guarda, appena nato e ha gia' piu' neuroni di te". Il piccolo aveva molti lunghi capelli e pareva piangere a dirotto, mentre nell'unica altra culla occupata del reparto una bimba calmissima pareva guardarlo stupita come per dire :"Tutti uguali gli uomini, quando divento grande vedrai come ti faccio piangere per qualcosa!". Colsi l'occasione per cominciare a porgergli le domande piu' varie, la prima intervista esclusiva in diretta ad un neonato. Con il pensiero gli chiesi che cosa avrebbe fatto da grande, se voleva piu' bene alla sua mamma o al suo papa' e la sua valutazione della crisi politica nel Suriname. "Si chiama Christian", ci interruppe la mia segretaria "un bambino appena nato percepisce il tutto come se fosse una sola realta', ma presto un passero si posera' su un ramo e saro' io a dividere per differenza la sua conoscenza, quello e' un ramo e quello e' un passero, gli spieghero', parole che comunicano e che nello stesso istante dividono, il suo primo incontro con la complessita' della vita, una realta' totale trasformata in differenza, per sempre, la prima di infinite volte e poi gli insegnero' a non fare del male e grazie alla sua esistenza un pezzetto del male del mondo scomparira' perche' non potra' essere tramandato".
Mi precipitai fuori prima di essere agguantato dalle guardie, il testo dell'intervista esclusiva nascosto in uno dei miei due neuroni e ora i nostri affezionati lettori conoscono che cosa pensa un neonato.
"Pensa molto piu' di te", mi pare di sentire il coro dei miei amici e collaboratori della Concerto News System.
Dal vostro inviato speciale, Bob Porter - Cns - @2002