Risparmiare la testa di un serpente
quando ne hai appena evitato il morso velenoso
può esser gesto nobile
ma pericolosomeglio allor sibilargli in faccia
per fargli sentir che sarebbe stato
e brandir come pugnale
la ricompensa del male
se paura gli permane
nel tenebroso animo
per il dolore che ha provato
e che non vorrà riassaporare
le mie dita scorrevano un giorno su un pianoforte
quando il freddo vento dell'orrore
mi strappò dalla musica
a galleggiar nel buio
chinai il capo
raccolsi la spada
agitai la lama
fino a che divenni mastro
la seta tagliar di netto
colpi silenziosi
una tela che si dipanava
da solo ne vedevo il centro
ruotavo attorno alla notte
ne accendevo i contorni
bordi di spirale a poco a poco
si scioglievano come cera
la gabbia era calata
sulle gesta malvage
accorte non se n'erano
neppur allo scacco letale
sghignazzavano infine
per allontanare il gelo
che i loro ventri
non volevano sentire
appoggiò alfin la spada la mano
non per sfiorar le adorate note
si bagnò di inchiostro
e compose parole
le stesse dita
dal piano
alla lama
al narrare
prima di altre battaglie
che combatter
ancora non voglio
non ora.
Roberto Mahlab