Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 28/01/2006 : 19:52:03
LA FILOSOFIA Un giorno un uomo di gran cultura di nome Gianni senti in lui d’aver quasi smarrito il senso dell’ amore in quello stato d’animo s’interrogò molto sé la sua personale dottrina filosofica e teologica fosse giusta o sbagliata . Pensò così di mettersi in viaggio e attraversare a piedi paesi e città alla ricerca di nuove verità che lo illuminassero. Raccolto le sue pochi vesti e messo nel suo sacco gli amati libri prese congedo dalla sua madre vecchia assai e salutato il suo canarino in gabbia che aveva appeso ad un chiodo fuori alla finestra intraprese il viaggio . Il suo primo incontro lo fece con un automobilista dopo che lui aveva atteso e sostato allungo tempo sul ciglio d’ una strada a fare l’autostop quest’ultimo lo fece salire a bordo. L’automobilista che si recava a lavoro dopo avergli chiesto dove andasse , gli porse da fumare. Gianni a quella offerta si tirò subito indietro rispondendo all’automobilista che lui non fumava ed era contro all’uso del tabacco poiché capace di portare alla morte un uomo. L’automobilista sorrise e gli rispose: Pensa che io ne fumo due pacchetti al giorno. Gianni meravigliato disse: Non ti fanno male tante sigarette , scusa ma cosa cerchi dal fumo ,egli ti rende felice ? Non t’annebbia il cervello e ti dà ansia ? Un po’ d’affanno a salir le scale lo provo rispose l’automobilista ma sa io son nervoso assai e sé non fumo mi sento tremare le gambe, e poi prima o poi tutti dobbiamo morire . Certo non è una cosa buona fumare troppo, rende l’uomo schiavo d’un vizio atroce . Pensò Gianni ed aggiunse: Scusami se me lo permetti scenderei qui,proseguo a piedi. Come vuoi aspetti che accosto e ti faccio scendere subito . Rispose l’automobilista. Così Gianni ripreso il viaggio da solo pensando a quel povero uomo già defunto a causa del fumo . S’ incamminò verso la città . Una volta giunto prese alloggio in un misero albergo e pagato la camera per due giorni pensò solo a riposarsi. Affacciato alla finestra vide la città enorme spandersi a vista d’occhio macchine correre e motorini sfrecciare, grida e musiche d’ogni genere risuonare nell’aria. Preso dallo sconforto s’inginocchio a pregare il buon Signore lo salvasse dai tanti peccati e dai mille turbamenti che tentano gli uomini. Pregò tanto che al fine stanco s’addormentò sul letto, non ancora messo in ordine con una povera coperta addosso. Nel sonno s’abbandonò in un dolce sogno ristoratore corse a piedi nudi in un luogo incantato ove le virtù e la bellezza dell’arte dimoravano amiche degli uomini. Sotto una cascata d’acqua nel sogno gli sembrò rinascere e vide la verità nelle vesti d’una giovine e bella fanciulla invitarlo a seguirlo per lidi di pace e amore. Il sole del mattino lo colse riverso per terra abbracciato ad un cuscino . S’alzò andò nel bagno e dopo aversi fatto una fredda doccia si vestì e scese a fare colazione. Salutò la padrona dell’albergo e dopo aver preso un caffè molto forte usci con un mezzo sorriso sulle labbra per la città . Lui che aveva vissuto sempre in campagna e s’era nutrito di libri e televisione gli sembrò fantastico vedere come il centro d’una grande città fosse così frenetico. La gente correva incurante immersa nei suoi pensieri chi a lavoro, chi a far compere , chi a imbrogliar il prossimo. Gianni meravigliato tenendo stretto in mano l’ombrello che gli avevano regalato per il suo compleanno si recò all’università deciso a parlare con gli eminenti e insigni professori di quell’ateneo di cosa fosse oggi la verità rivelata , del bene e del male dell’uomo moderno e della filosofia in generale. Tante domande gli correvano in testa che qualcuna strada facendo cadde e si perse tra la folla degli studenti e delle massaie che si recavano a far la spesa. Giunto alla sede universitaria cittadina all’ingresso dell’antico palazzo chiese al custode la stanza dei professori . Questo vedutolo confuso gli dice che i professori son tutti impegnati e pregandolo d’uscire da tale sede, d’andarsi a fare un giro da qualche altra parte gli fa capire senza mezzi termini che ci vuole un invito scritto per essere ricevuti dai professori. E che sé in pochi minuti non sarebbe andato via avrebbe chiamato le guardie. Gianni spaventato gli disse: Signore anch’io son uomo di cultura persona assai educata e per nessuna cosa al mondo arrecherei fastidio ai signori docenti . Chiedo solo d’essere ascoltato non faccio nulla di male. Ed il custode: Vattene via , mi stai stancando ora sé non giungono in tempo le guardie prendo io la scopa e te ne suono tante di santa ragione . Ma signore disse Gianni mortificato ero venuto qui a discutere con i vostri illustri professori di cose assai importanti perché mi trattate in questo modo? Vai via ti ho detto disse il custode. A quel tafferuglio una gran folla di studenti e passanti si mise ad assistere alla scena. Il povero Gianni intimidito non sapendo cosa fare . Prese i suoi quaderni che gli erano caduti per terra a causa della confusione e a capo chino s’allontanò tra la folla . Uno studente di filosofia gridò: Non si tratta così una persona per bene , disse inveendo contro il custode. A quella frase tutti i giovani si fecero uniti e incominciarono a gridare abbasso il custode . Il quale per nulla intimorito sfoderando un sorriso sarcastico rientrò nella sua guardiola facendo una boccaccia. Gianni non si voltò indietro a vedere cosa stesse succedendo e non si rese conto delle difese in suo favore dei studenti. Prese a camminare veloce amareggiato quasi ferito a morte stringendo i suoi quaderni pieni d’appunti corse in albergo a raccogliere la poca roba sua . Pagato in fretta il conto corse alla stazione a prendersi un treno per non far più ritorno in quella città crudele che aveva ucciso i sogni e ferito l’animo suo . Quasi piangendo cosciente d’essere solo un sognatore forse un diverso a causa di ciò ritorno a casa sua in campagna dall’amata madre che preoccupata l’attendeva e dal suo canarino rosso e giallo . Rammentando alcune frasi di grandi filosofi che dicono : Ricordati che sei nato mortale di natura e hai avuto un tempo limitato :ma con i tuoi ragionamenti sulla natura sei assurto all’infinità e all’eternità e hai contemplato le cose che sono che furono e che saranno. Ed ancora: La ragione umana viene afflitta da domande che non può respingere ,perché le sono assegnate dalla natura della ragione stessa ,e a cui però non può neanche dare risposta perché esse superano ogni capacità della ragione umana. Con tali pensieri pur ferito nel suo orgoglio pregò quella notte nel suo misero letto prima d’addormentarsi per tutti gli uomini che non conoscono o credono di conoscere la verità della vita.
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