zanin roberto
Senatore
Italy
285 Inseriti
114 Gold
290 Punti Rep. |
Inserito - 10/03/2006 : 23:45:06
IL CONTAGIOLa laguna era immersa nella prima nebbiolina mattutina, i gabbiani volavano di isolotto in isolotto, posandosi in mezzo alle fitte cannete, la luce irreale scioglieva il segreto d'una notte ancora gelida ma ormai votata al cambio. Le chiazze di mare si vestivano di fanghi e alghe improvvise, poi come in un teatro,lo scenario di fondo cambiò, il sole forzò con il suo calore l'impenetrabile coltre lattiginosa e l'azzurro del cielo soppiantò il grigio delle condense, il profumo arboreo pervase l'atmosfera e la natura si mostrò in tutto il suo splendore. Una barca avanzava lenta, con impaccio, una scia che disegnava curve e serpentine dolci, il remo sinistro a tuffarsi mentre il destro riemergeva e il rumore dei colpi in acqua non straziava ma musicava quell'angolo di pace. Un nibbio, una fregata, un'albatros, e tutto quel volare orgoglioso di uccelli d'ogni specie, riempiva di vita un mattino di marzo. Poi senza una precisa causa, un gabbiano scende stanco su una zattera di fango, un fazzoletto di terra circondato da bassi fondali, sfiora con le ali arbusti piccoli e spogli, si sforza di dialogare con i suoi compagni sbadati, piega le lunghe ali dalle bianche piume, china il capo ad un'ultimo raggio, mentre le sue zampe palmate tremolano insicure. Non ci sarà altro tempo per sfidare il vento, ne altre occasioni di lasciarsi planare nell'acqua salmastra, nelle sue carni, nel suo sangue, un fatale destino, migrato dal lontano Oriente, ha già definito la sua esistenza. Ma ancora un'onda debole a sfiorare le zampe, ma ancora un alito di brezza a solleticare le sue piume candide, ma ancora un ultimo tiepido sole a cullare il suo sogno, prima che la terra si chiuda su un giorno che non vedrà il rosso tramonto. Cade di lato goffamente, chiude gli occhi grato del suo esser stato, il virus è un carnefice implacabile, lento ma letale. Di lontano, una barca s'avvicina ignara che un incidente, un contagio, un'imprevedibile incontro può accadere, il ritmo dei remi tuffati scandisce all'unisono quello d'un cuore agli ultimi rintocchi. I lucidi stivali del pescatore affondano nel limo proprio mentre ogni energia affonda nell'oblio, d'un gabbiano caduto alla malattia, ronzano intorno mosche e il silenzio nobile, in quell'isolato angolo di mondo, commenta il fato. Di li a poco, altro imprevedibile, impensabile, improbabile caso, farà esplodere un nuovo sole, un nuovo vulcano, un ennesimo pensiero della natura, dominatrice della vita. Una mano scivola ignara dove un gabbiano è morto consapevole, e l'onda prosegue il suo frangere, una rana continua il suo saltellare, il granchio si fa eroe e corre su un fango soleggiato, le canne dal fusto silicizzato vibrano mosse, le alghe arpeggiano sinuose, il tempo scorre nel normale fluire del destino. di Zanin Roberto
|