zanin roberto
Senatore
Italy
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Inserito - 27/05/2006 : 10:53:57
CAMPO DI GRANOIl Giugno era solare e l'aria assecondava la libertà di una stagione forte e potente, assoluta dominatrice dello scorrere del tempo. Camminavo immerso nella natura, un viottolo dalle alte, verdi erbe che tagliavano come un fiume, il bosco di frumento dorato che s'era maturato alla pazienza del sole. Il riverbero giallo infuocato di quel mare spigoso si fondeva con la luce lattiginosa che scendeva insensibile, tutta la piana s'inclinava alla forza d'un vento che veniva o era venuto da lontano, in un inchino doveroso. Il cielo si incupiva verso l'orizzonte e le nuvole tenaci e gravose si disponevano a contrastare la morfologia della distesa cosi che il braccio di forza tra cielo e terra risultasse evidente, virile. Tumultuoso e pauroso, si caricava di esplosiva emotività quello spazio che mi inghiottiva e mi sentivo combattuto, pieno d'ansie represse, di incubi inconfessati, sbalottato in una tempesta di emozioni che potevano manifestarsi improvvisamente senza alcun preavviso. Eppure l'odore del cereale maturo, della terra sudata, delle chiome bionde, mi confermavano che la natura è uno splendido miracolo, ma uno stormo di neri corvi volteggiavano con insistenza sopra i campi,tanti scuri uccelli a gracchiare offensivi, a turbare ogni pensabile pace, sottolineavano il turbinio di sentimenti che eruttavano spontanei, più mi addentravo nell'ampia distesa di grano. Il mare aranciato ondeggiava come l'oceano colpito dalla tempesta e gli faceva eco il cielo minaccioso di fondersi in un maremoto d'immani dimensioni, mi sentivo una piccola zattera alla mercè degli elementi naturali, che impauriva ogni rotta possibile. Il conflitto che vivevo non era mio, forse anche mio, era lo scontro ciclopico d'un animo che non riusciva a fermarsi a cogliere una spiga e a gioire dei raggi del sole. Avrei voluto fuggire ma nello stesso tempo mi assaporavo quella forza possente, quell'energia magistrale, quell'estro geniale che l'aveva creata, quando si vive intensamente si è vissuto due volte. Accompagnato dal volo irriverente e sfacciato dei corvi, prosegui, con un cielo cupo che continuava a minacciare e mi ritrovai in fondo, ad un bivio in cui malamente piantato, stava un cartello consunto e vecchio che diceva: - " CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI di Vincent Van Gogh, 1890 " Risi ammirato, mi asciugai il sudore, alzai le mani al cielo e diedi uno scroscio violento, facendo rumore, i corvi fuggirono e il cielo si diradò, lasciando un limpido opaco, il campo s'era inverdito di piante di granoturco e la pianura friulana alternava i suoi inconfondibili gelsi alle acacie dai bianchi,odorosi fiori, in uno scenario normale e anonimo in cui regnava la pace agreste. Era la normalità? di Zanin Roberto
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