Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 11/09/2006 : 20:29:32
Il 12 Settembre 1979 un’eruzione improvvisa nel cratere principale dell’Etna si abbatte su un gruppo di turisti che si trovavano nei pressi. Il bilancio è tragico: 9 morti e 50 feriti. Da quel giorno quel cratere verrà chiuso al pubblico.
Il mio ricordo personale: Stavo trascorrendo le mie prime splendide vacanze in Sicilia in un villaggio bellissimo. Quel giorno era in programma una delle tante escursioni, all’Etna appunto. Contrariamente al solito, rispetto alle altre gite, il pullmann partì dal villaggio con più di un quarto d’ora di ritardo. Ciò determinò pertanto il ritardo all’appuntamento con la navetta che doveva portarci in cima al vulcano e dovemmo aspettare che ritornasse giù con gli altri turisti per poi caricare noi. Mentre aspettavamo, il vulcano eruttò improvvisamente delle altissime colonne di fumo. Pensammo che la cosa fosse normale, dopotutto era la prima volta che ci recavamo in quel luogo. Eccitati come lo possono essere dei turisti alle prese con una novità, scattammo foto a più non posso, mettendoci anche in posa, assolutamente ignari della tragedia che si stava consumando lassù in alto. Il tempo passava e del pulmino nessuna traccia. Cominciavamo ad essere impazienti. Ad un certo momento vedemmo scendere precipitosamente una jeep con a bordo degli addetti ai lavori e fermarsi di colpo davanti a noi. Uno di quegli uomini urlò ad un altro qualcosa in siciliano strettissimo. Non capii nulla e feci una battuta stupida. Un signore vicino a me, probabilmente siciliano anche lui, guardando in alto e con un tono raggelante mi disse: “E’ successo qualcosa di brutto, lassù.” Cominciarono ad arrivare trafelati, di corsa, i primi superstiti. Qualcuno ci dice. “Volavano sassi grossi come persone.” Una donna disperata non riusciva più a trovare suo marito: era rimasto là, fra le vittime. Inutile dire che l’escursione fu sospesa e rientrammo mesti e frastornati al villaggio. La foto che vedete è stata scatta appunto in quell’occasione. Alla discoteca del villaggio suonavano spesso in quei giorni un pezzo dei “Pooh”: “Io sono vivo”. Dal giorno dopo ascoltavo quella canzone con una strana sensazione. Quasi certamente se il pullmann non avesse avuto quell’insolito ritardo all’inizio, il nostro gruppo si sarebbe trovato vicino al cratere al momento dell’esplosione. Tornato a casa abbracciai mia madre raccontandogli che avevo passato delle splendide vacanze (ed era vero) ma non feci menzione di quell’episodio, neanche negli anni a venire.
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