Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 23/09/2006 : 09:46:49
SONETTO DI SETTEMBRE Notti di settembre dalle labbra carnose dall’alito informe prende vita il domani incerto sulle mille noti dai denti macchiati di nicotina allegre figlie di melodie sconosciute d’un tempo gonfio di speme glorie spennate messe a bollire nel calderone della sorte. Chi canta canzoni chi argomenta d’avvenire sul caldo della porta? Chi ascolta turgide melliflue parole chiassose sgambettanti elastiche tra i pentagrammi elettrici voci richiami d’amori perduti silenzi infiniti tra i fitti boschi ove fuggono ratte le ombra della follia . Sentieri silenti inseguendo emozioni solinghe legando al carro d’apollo il sonno mio andare verso la modernitànel cielo chiaro di settembre sedotta l’ignara ragione l’ora confusa a contemplare il viso della nucleare luna. Et iam prima novo spargebat lumine terras tithoni croceum linquens aurora cubile regina e speculis ,ut primum albescere lucim. Giorni migliori gemme fiorite dai davanzali delle tristi case passeggiando sotto gli archi dai sopracigli irti dalla bocca spalancata sull’ossesso nel caos di suoni diversi. Nulla vale comprendere sentimenti diversi dove vive il grande fratello , il grande criminale, il grande bugiardo sulle grodaie dei tetti il gatto miagola alla luna il suo amore malato la sua canzone stonata. La dolcezza di ritornare a sfogliar libri pagine di vita con aspetto severo interrogare se stesso. Di tutte le cose esterne quella più vicino alla mia persona , come la camicia al corpo ,è la mia indipendenza: essa non ammette che io sia costretto a dimenticare chi sono e assume il ruolo di un altro ,per esempio quello di una musa prezzolata,o di un professore per il quale il proprio sapere e il proprio pensiero sono ciò che il bottegaio è la merce espone in vetrina , o il ruolo di un consigliere comunale ,o di un maggiordomo. Con tali dilemmi Settembre m’accogli a braccia aperte di ritorno dal lungo viaggio dopo aver cavalcato il drago di ferragosto arrostito incolume al lume della luna Septembre tu m'accueilles aux bras ouverts de retour du long voyage après avoir monté le dragon de ferragosto rôti indemne à la lampe de la lune la ragione ritorna a mangiare quel male oscuro chiuso nella comune coscienza,a essere indifferente alla sorte di chi l’ama , trascurando il fine ed il bene. La scuola attende a braccia aperte i piccoli studenti dalle folte chiome ,speranze stipati nei zaini a tracolla il fiore della giovinezza ed io mi struggo di passioni acerbe tra l’odore dell’erba rampicante sui muri , dolce melodia di settembre spirito campestre gonfie nubi , neri pensieri nell’aria salmastra tra tempeste e tuoni s’affretta il gentile folletto a chiudere le finestre ed aprine altre sul grasso meditabondo autunno.
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