Negli anni quaranta, a Los Angeles, fu commesso un omicidio raccapricciante .
La vittima, una giovane e bella aspirante attrice, battezzata dai giornali come "Black Dahlia" , fu trovata orribilmente mutilata e le indagini sul caso appassionarono grandemente l'opinione pubblica.
Oggi Brian De Palma , tenendo a mente il libro scritto dal romanziere Ellroy, ne fa un film confuso, con cedimenti al suo amato gusto trash da macelleria .
La trama è difficile da riassumere tra i fili dell'intricata vicenda: due poliziotti indagano sul caso e uno finirà per morire ossessionato dalla ricerca della verità e l'altro sopravviverà tradendo, con una giustizia fai-da-te la sua stessa missione di garante della legalità del giudizio.
Corruzione, vizio, tutto e di più in un film il cui impianto iniziale faceva pensare ad un finale meno deludente e affrettato.
In sostanza, un film deludente, dove una certa eleganza nella presentazione degli ambienti, della città, non assolve il grande regista che resta ancora insuperato ne "Gli intoccabili".
Ma in quel film c'era Sean Connery....