Aggiornamento .............
La burocrazia si sta muoendo, secondo la tempistica d'uso.
Io posso darvi alcune notizie di prima mano, anche se non molto approfondite. Cercherò di fare meglio al prossimo incontro co alcuni dei protagonisti/loro malgrado, della vicenda della casa scoppiata.
Naturalmente il Comune non è latitante. Il sindaco e il vice sindaco sono intervenuti in piena notte ad assistere le persone scaraventate in aria o nelle macerie.
I fatti riguardano il secondo caso registrato a Milano din edificio ad uso abitativo, tenuto con la massima cura dagli abitanti, devastato da un botto causato dal metano.
La rete del metano è un gruviera. Ci sono motivi tecnici e dettagli di cui non voglio ora parlare.
Intanto duecento cinquanta persone sono rimaste senza casa.
Il Comune ha parlato di assegnare gli alloggi del famoso palazzo di piazza Dateo, poi ci saranno degli strascichi legali per l'accertamanto delle responsabilità ed eventuali risarcimenti e non è nemmeno di questi aspetti che mi sto interessando, ma di altro.
La Teresa, che riponde al cell. che vi ho fornito,( vedi www.concerto di sogni.com - Bacheca) addetta alla raccolta e ai contatti con il Comune, mi ha detto che non sa quello che troveranno in piazza Dateo e di che cosa avranno bisogno. Ad ogni modo le ho promesso la mia cucina a gas sempre che ci sia una famiglia che non abbia paura del gas. E' seminuova e contavo di venderla. Se gli operai mi aiuteranno con il loro furgone negli orari in cui funzione il centro raccolta e distribuzione la regalerò.
Ho pensato molto a questo fatto prima di scrivere in concerto.
Mi piacerebbe che risaltasse la questione umana, affettiva della tragedia e non la mera consegna degli alloggi, se pur molto importante.
Non si tratta per queste persone di impiantare una casa nuova, o, come faccio io in questi giorni, di migliorare ciò che ho.
E' peggio. E' come essere in guerra sotto i bombardamenti, se non che queste persone sono poche e non fanno notizia, sono Milanesi e i Milanesi, chissà perchè, sono necessariamente ricchi, devono dare e non ricevere.
E' un grande senso di angoscia e di debolezza che attanaglia queste persone. Lo stipendio o la pensione servono per vivere, non per impiantare una casa ex - novo.
Pensate anche ai feriti che stanno rientrando a casa, ma a quale casa? e chi li assiste? Le famiglie sono divise in alloggi di fortuna. Ho assistito al caos iniziale.
Il giorno prima del botto avevo sottoscritto un contratto e un finanziamento per ristrutturare parte della mia casa. Dopo avere girovagato "per mobili" anche in Brianza, dove ero circondata da famelici falegnami con biglietti da visita ai parcheggi ed avere visitato un certo numero di esposizioni, avevo trovato una soluzione soddisfacente prospettata dalla titolare, con il marito, di un negozio di mobili in via Battistotti Sassi, la via parallela a via Lomellina. Dopo un'ora, in casa mia, sentii vibrare il soffito e udii due boati sovrapposti, poi la notizia del TG1 .
Pier andò a vedere subito e trovò la signora del negozio, angosciata, davanti al palazzo, in un caos indescrivibile. Il suo appartamento non esisteva più. Al numero 7 era arrivata sua mamma appena sposata. Al numero 7 era nata e cresciuta.
" Per mia mamma era la casa di una vita, la casa della gioia, la casa del dolore, scomparsa con uno scoppio.Mia mamma continua a piangere e io ho dentro di me una cosa che non vi so dire... "
Fino a due anni prima sua mamma, che ora ha 82 anni, abitava al secondo piano, ora inesistente, poi venne convinta ad abitare in una casa con ascensore.
Tornai il giorno dopo e altri giorni ancora con mio fratello.
Pier aveva esperienza di aiuti di ben due terremoti. Vedeva arrivare aiuti che non andavano a destinazione.
Pier raccomndò al signor Tucci, del colorificio,ruimasto senza casa, di cercare di darsi una organizzazione. Iniziò anche la collaborazione della gentile signora Teresa, che non aveva perso la testa.
Solo l'esercito può sapere che cosa fare per organizzare un equa distribuzione, acquistare a buoni prezzi ciò che può servire a chi non ha più nulla. Mi meravigliai di vedere solamente gli addetti alla palazzina, vigili el fuoco, addetti alle ricerche di fughe di gas dell'AEM, che restarono parecchi giorni, pla protezione civile, e nessuno delle autorità che prendesse autorevolmente in mano l'emergenza di queste duecento persone.
Dopo due giorni erano ancora disperati. I documenti rimasti nei cassetti e negli armadi. Qualcuno recuperò, dopo un po' di tempo, in relativa sicurezza, accompagnati dai vigili del fuoco, asciugamani e lenzuola e poco altro. I vigili portarono a terra mucchi di sacchi neri pieni di oggetti raccattati negli appartamenti polverizzati o distrutti.
Poi la lenta assegnazione di alloggi di fortuna. I soldi regalati dai Milanesi, subito 5.000 euro, furono consegnati con il contagocce. Non dimentichiamo che queste persone sono lavoratori, studenti, operai o professionisti, pensionati, Milanesi del Nord, Milanesi del Sud ed extracomunitari, sani o bisognosi di cure.
Due anni fa avevano finito di pagare la ristrutturazione del palazzo. Ci sono ancora i disegni degli stucchi presso la ditta e potrebbero essere rifatti. Era una palazzina liberty, con le ringhiere intorno al cortile quadrato, costruita nei primi anni del Novecento.
Ora ho iniziato a chiedermi: quante cose ci sono in casa di cui ci serviamo e nemmeno ce ne rendiamo conto?
Quando cambiamo casa vogliamo tutto nuovo, ma molte cose le abbiamo con noi, dagli oggetti personali di prima necessità all'abbigliamento. Un vecchio abito ci ricorda una situazione, la screpolatura di una scodella ricorda quando e perchè avvenne.
Se non c'è ancora il riscaldamento, fa freschino e non sto molto bene, ecco pronta la camomilla oppure la borsa dell'acqua calda e via, a letto con un libro, la radio o il televisore.
La disperazione è anche questa: avere lottato per una vita dignitosa e trovarsi in gravi ristrettezze, se poi si pensa agli anziani o a quella povera donna che ha rifiutato di andare a dormire al coperto, restando ogni notte a vegliare la sua casa che non c'è più.
Un'altra anziana signora che mi ha raccontato la sua situazione, mi ha salutato ringraziandomi di cuore. Era una vecchia Milanese, con spiccato accento napoletano.
E' per questo che mi sono appellata alla sensibilità di persone che sanno scrivere belle parole in poesia ed eccellenti racconti e la
la poesia quando arriva all'anima di tante persone provate assolve una nobile funzione.
Credo di non avere sbagliato, ma in caso contrario, scusatemi e non ne se ne parli più.
Elena F.