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 Il linguaggio dei fiori
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Renato Attolini
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Inserito - 04/11/2006 :  19:42:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Renato Attolini Invia un Messaggio Privato a Renato Attolini
Come tutte le sere, da 15 anni ormai da quando si era sposata con Fabio, Lisa si accinse meccanicamente a preparare la cena. I gesti consueti, ordinari indicavano una routine noiosa ed alienante che la stava soffocando. Da lì a poco sarebbe arrivato suo marito che, come sempre, le avrebbe dato un bacio leggero fra labbra e guancia, le avrebbe chiesto com’era andata la giornata e poi si sarebbe seduto a tavola, mangiando immerso nei suoi pensieri e fingendo d’ascoltarla, dando cenni d’assenso con la testa anche se lei non stava affatto parlando. Una volta si ricordò che per mettere alla prova la sua attenzione, gli declamò i versi iniziali della “Divina Commedia”. Fabio per un attimo sembrò destarsi dal suo torpore e poi le chiese:
“Hai trovato quello che avevi smarrito?”
Poteva prevedere i suoi gesti senza la benché minima possibilità d’errore: erano quelli abituali d’anni, non c’era possibilità di sbaglio. Dopo cena, intanto che lei sparecchiava e puliva la cucina, lui si sarebbe seduto in poltrona, accendendo la televisione, facendo uno “zapping” forsennato fra i vari canali salvo che non ci fosse stata la partita o uno di quei film pieni di volgarità e violenza gratuita per cui andava matto. Decisamente il contrario di quello che amava lei: pellicole d’autore e documentari storici o d’attualità. Non per niente avevano due televisori: ad ognuno il suo programma. Spesso si chiedeva, mentre lacrime silenziose le bagnavano le guance, come avevano fatto a ridursi così, come avevano potuto permettere che il loro rapporto prendesse quella disastrosa piega. Eppure non sempre era stato così: come per tante coppie l’inizio era stato intriso di felicità straboccante. Poi....poi l’assuefazione. Figli non ne avevano avuti e non sapeva se questo fosse stato un bene o un male. Di chi la colpa? Era inutile cercare di saperlo, forse dell’uno o dell’altra, di tutte e due o di nessuno dei due. L’aspetto, anzi gli aspetti più angoscianti del problema erano due. Il primo era che lui non si rendeva per niente conto della situazione o quantomeno se ne disinteressava completamente, il secondo, che se non fosse esistito Lisa avrebbe chiesto la separazione già da parecchio tempo, è che lei era ancora innamorata del marito. Il perché se lo chiedeva spesso, dandosi della scema, ma non trovando risposta. Lo era punto e basta. Alle volte quando era sola e si sentiva più sconsolata e depressa, inveiva contro tutti gli uomini cantando a squarciagola la canzone della povera Mia Martini, soprattutto il pezzo che faceva:”….sono figli delle donne ma non sono come noi!”. Ma quello sfogo le faceva più male che bene. Due volte la settimana, sempre gli stessi giorni, lui usciva per andare al bar dagli amici e qualche volta, quando tornava, reclamava i suoi diritti coniugali. Lei acconsentiva, sperando che potesse servire per riaccendere il fuoco di un sentimento sopito, ma puntualmente veniva delusa a causa del suo modo sbrigativo e insensibile. Anzi a volte i suoi accenni, seppure sembrassero scherzosi, alle smagliature del suo corpo che cominciavano ad apparire impietosamente, la ferivano ancora di più.
Un’altra, quello che si diceva fra sé, l’avrebbe già mandato al diavolo, ma lei no, soffriva stoicamente.
Quella sera però c’era qualcosa d’insolito in casa che Lisa non sapeva se Fabio se ne sarebbe accorto o no. Quando suo maritò entrò in casa, compì i gesti di sempre, pose la sua valigetta in salone e, incredibile a dirsi, notò qualcosa di strano. Sul tavolo in bella mostra dentro un vaso, c’erano dei bellissimi fiori.
“Belli!” disse un po’ sorpreso” che cosa sono?”
“Dei Non ti scordar di me” rispose lei distrattamente.
“Ah!” fece lui “ti saranno costati un bel po’”
“Mostro!” pensò lei e poi esclamò:
“Non li ho comprati, me li hanno mandati.”
“Mandati?” fece lui quasi allibito ed in effetti s’accorse della piccola busta con scritto il nome della moglie vicino al vaso. “E chi?”
“Non lo so! C’era solo la busta col mio nome dentro nessun bigliettino.” Rispose lei.
“Oh, questa è bella! Sarà qualche tua amica….Però non mi sembra che il tuo compleanno sia a breve e poi perché non firmarsi….magari un tuo ammiratore!” e accompagnò le ultime parole con una risata.
“La cosa ti fa tanto ridere?” fece lei offesa “Guarda che non sono poi da buttare via!”
“Oh, no, certamente!” cercò di sembrare serio “E che la cosa mi sorprende.”
Poi tutto ritornò come al solito.
Due sere dopo, finito di mangiare e mettere a posto. Lisa si rivolse al marito un po’ timidamente.
“Senti, ti spiace se stasera esco con Beatrice?” era la sua amica più cara, anzi forse l’unica rimastale.
“Uscire? E dove?” Fabio sembrò disorientato.
“Mah, a fare un giretto in macchina, tanto per distrarmi.”
“Lisa non è da te! Cos’è questa storia?” Non sembrava arrabbiato, solo perplesso.
“Fabio, ho bisogno d’aria, d’uscire, mi sento soffocare sempre chiusa qua dentro!” urlò inviperita.
“Ok, ok, non ti scaldare, vai pure” alzò le spalle e mentre lei chiudeva la porta rivolse lo sguardo al televisore, ma lo “zapping” quella sera si fece ancora più frenetico e distratto.
Lisa tornò a casa a mezzanotte passata. Fabio era già a letto nel dormiveglia, la sentì rientrare ma fece finta di nulla.
Una strana inquietudine mai provata prima in vita sua, cominciava lentamente a serpeggiare in lui.
La sera successiva, rientrando a casa, prima del previsto, trovò un altro mazzo di fiori: erano dei tulipani rossi accompagnati sempre dalla stessa busta. “Per Lisa” nulla di più.
“Il tuo solito ammiratore?” sforzò di far apparire calma la voce, ma non poté evitare che fosse percorsa da un fremito.
“Penso di sì” rispose lei con noncuranza malcelata”Il fatto è che….non so chi sia!”
“Palle! Lo sai benissimo!” il tono era ormai risentito e nervoso.
“Ascolta Fabio” disse lei pazientemente ”Non ti ho mai mentito in vita mia e lo sai benissimo. Se non mi credi sono fatti tuoi” Si alzò di scatto e si rinchiuse in camera.
Il giorno dopo in ufficio Fabio, intanto che prendeva il caffé con una sua collega, con la quale andava abbastanza d’accordo, andò sull’argomento in maniera volutamente disinvolta.
“Sai, la cosa ti sorprenderà, ma mi sta incuriosendo la floricoltura!”
“Tu! Ma dai!Se gli unici fiori che conosci sono quelli di zucca impanati e fritti!”
la collega non riuscì a reprimere una risata.
“Si, forse hai ragione, nondimeno sono interessato ai fiori, soprattutto al loro linguaggio. Tu che sei donna, è vero che ogni fiore vuole dire qualcosa?”
“Certamente, dimmi il nome di un fiore e ti dirò il suo significato”
Fabio era decisamente interessato, ma non voleva dimostrarlo, per cui accentuò il tono indifferente e le chiese:
“I “Non ti scordar di me” per esempio?”
“Ah, questi sicuramente vogliono significare una promessa d’amore”
“Uhm, capisco” trasalì, ma continuò.
“E i Tulipani rossi?” proseguì.
“Eh,eh, quelli” ammiccò la donna”quelli contengono un vero e proprio messaggio d’amore”.
Fabio incassò il colpo, ma non disse nulla.
Per un po’ di giorni non successe nulla, poi una sera rientrando trovò un’altra sorpresa: delle splendide rose rosse che troneggiavano maestose e imponenti sul tavolo. Anche un essere ottuso come lui sapeva cosa volevano significare: passione e desiderio.
Lisa lo salutò distrattamente e poi gli disse che anche quella sera sarebbe uscita con Beatrice.
“Lisa, sta attenta a quello che fai!” proruppe Fabio in un tono che gli uscì involontariamente alterato.
“Attenta a che cosa?” lo sfidò Lisa “Da quando t’interessa quello che faccio?” dopodichè uscì sbattendo la porta e lasciandolo senza fiato. Fabio rimase annichilito e frenò l’impulso d’inseguirla per vedere dove andava. Beatrice era una scusa, n’era sicuro: sua moglie lo tradiva. Da quando e con chi? E poi perché? Cosa mai l’aveva spinta fra le braccia di un altro? Fabio si fece un piccolo esame di coscienza ed arrivò alla conclusione che non aveva nulla da rimproverarsi: le aveva dato tutto quello che poteva e se non le bastava, era lei in torto marcio non lui sicuramente. Una vocina però si fece udire nella sua coscienza e lo invitò a riflettere meglio: forse qualcosa di cui doveva rimproverarsi c’era dopotutto. Cercò di scacciarla, ma la sensazione di disagio che stava crescendo a dismisura non se n’andò. Avrebbe potuto contattare Beatrice per una conferma, ma sarebbe stato inutile: non si erano mai sopportati a vicenda e lei avrebbe comunque retto il gioco di Lisa. Si tuffò nei programmi televisivi, ma guardava senza capire: un pensiero fisso lo tormentava. “Guarda te, se doveva capitare dopo tanti anni di matrimonio? Ma cosa s’è messa in testa? Fosse una ragazzina! Ha quaranta anni ormai!”
Si assopì sul divano e non si rese conto di quando Lisa tornò. Quando si svegliò per andare a letto, la trovò già lì placidamente addormentata. Si rannicchiò in un angolo e cercò di riaddormentarsi: invano.
I giorni successivi cercò di studiarla, fece in modo di tornare prima dal lavoro, ma Lisa sembrava tranquilla, anche se il suo atteggiamento era improvvisamente diventato freddo e distaccato. Adesso non gli permetteva neanche d’avvicinarsi e i suoi dubbi e sospetti si facevano sempre più pressanti. Un giorno gli capitò una riunione all’improvviso, proprio al momento d’uscire. Le telefonò per avvisarla ma ebbe l’impressione che fosse quasi felice nel sentire la notizia del suo ritardo. Mentre gli illustravano grafici con slices, numeri, calcoli e altre”amenità”, la sua mente vagava mille anni-luce distante. Non vedeva l’ora che finisse perché un presentimento l’opprimeva. Arrivò a casa trafelato e lì ebbe la sorpresa: Lisa non c’era! Non era mai successo in tanti anni una cosa del genere!. In compenso due girasoli facevano mostra di sé, al solito posto. Non resistette alla tentazione mentre sentiva la rabbia e la gelosia che gli montavano dentro: prese il telefono e chiamò la sua collega.
“Scusa se ti disturbo a casa, ma devo chiederti un favore. Si, lo so che ci siamo appena visti alla riunione, ma è importante, domani ti spiego, se vuoi…..ascoltami, sai cosa significa il girasole? No, non sto diventando matto, ti prego é…..non so bene come spiegartelo…no, credimi non potevo aspettare domani….SENTI MI DICI COSA SIGNIFICA STO’ GIRASOLE, O NO?Ok, ok,scusami sono calmo, scusami…..come dici “Amore Infelice”? …Grazie e scusami tanto ancora!”
Riappese col cervello in fiamme: questa era la prova definitiva! Due girasoli ovverosia due amori infelici, impossibili, lei era sposata e forse anche lui! Più chiaro di così! Si buttò sulla poltrona in attesa che lei tornasse. Da lì a poco sentì la maniglia della porta e prima che lei entrasse la investì in malo modo.
“DOVE SEI STATA FINO ADESSO? DIMMELO SUBITO!” Le urlò
“Perché dovrei dirtelo? E poi perché mi parli con questo tono?” rispose lei placida e insofferente.
"SGALDRINA"la sua rabbia repressa esplose con violenza e la colpì al volto con un manrovescio.
Lei cadde al suolo, colta completamente di sorpresa. Si portò una mano al viso nel punto dov’era stata colpita e lo guardò smarrita mentre gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Come hai potuto…come hai potuto farmi questo!” disse, mentre i singhiozzi cominciavano a scuoterla.
Fabio guardò la sua mano incredulo, incapace di capire la gravità del suo gesto. In tanti anni di matrimonio neanche nelle peggiori litigate aveva mai fatto niente del genere.
Quando se ne rese conto, s’inginocchiò accanto a lei, la prese fra le braccia e mormorò:
“Perdonami, perdonami, amore mio!” E cominciò a baciarla, asciugando le lacrime con le labbra.
Lei continuò a piangere, ma rispose al suo abbraccio. Fu una notte d’amore come non succedeva dai tempi del loro fidanzamento.
Appagati i sensi, Fabio cercò il coraggio per chiederle:
“E’ vero che hai un amante?”
Lei rispose sorridendo:
“No, tesoro, cosa ti viene in mente?”
“E i fiori, le tue uscite?”
“Uscivo veramente con Beatrice, credimi. Per quanto riguarda i fiori non so chi me li abbia mandati. Non ne ho la più pallida idea.”
“Sai Lisa” Fabio l’accarezzò dolcemente “Credo d’averti trascurata da un po’ di tempo in qua. Ma vedrai che rimedierò.”
Dopo che suo marito fu uscito, Lisa si preparò per uscire. Il viso le doleva ancora per lo schiaffo, ma si sentiva felice come non lo era mai stata ultimamente. Il sole in cielo sembrava più caldo del solito e tutto le appariva radioso. All’angolo di casa incontrò la fioraia che uscì dal negozio per salutarla:
“Buon giorno Signora! Compriamo fiori anche oggi?”
“No, oggi no, grazie!” rispose Lisa quasi ridendo “Anzi per un po’ credo che non ce ne sarà bisogno!”
Prese il telefonino e mandò un messaggio alla sua amica Beatrice. Solo due lettere: “OK”.
Riflettè sul fatto che aveva rischiato molto. Fabio poteva anche non incuriosirsi e non indagare. Oppure poteva prendere la decisione di lasciarla e come avrebbe fatto a spiegargli che era tutta una messinscena creata apposta? Non aveva previsto lo schiaffo: ma le lacrime erano più di felicità che di dolore. La felicità di scoprire che suo marito era geloso. Aveva rischiato molto anche grazie all’aiuto della sua amica, ma la posta in gioco era troppo alta: la salvezza del suo matrimonio. Un giorno forse avrebbe detto la verità a suo marito, ma non subito: fra molti, molti anni.


   
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