-ALLA STAZIONE
Solitari giorni
trascorsi in questo atrio in festa
tra annunci d’arrivi e di partenze
e d’auguri ai passeggeri
frettolosi
vocianti
che non indugiano con me
non si soffermano e mi superano
quasi grati e meravigliati
che non abbia teso la mia mano
e non abbia nulla chiesto o domandato.
Ma nulla mi manca in questo rifugio
che puzza di freni surriscaldati e ferro
e strilla con voci di metallo
che tengono lontani, attenuati
i rumori della città
che è fuori
distante.
Nulla ho da chiedere
non sono un accattone
sono solo un uomo che non c’è più
sono un barbone
col mio tesoro appresso
nel carrello da supermercato
in questo castello inespugnabile
dove ho un letto di cartone
in un angolo dimenticato.
yama