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 Io e il bullismo :-(
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Momo
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Inserito - 19/05/2007 :  18:21:26  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Momo
Quando ero alle scuole medie eravamo una classe molto indisciplinata: a preoccupare professori e genitori non era solamente lo scarso rendimento scolastico della maggior parte dei miei compagni, ma soprattutto il comportamento. In classe i più irrequieti ne combinavano di tutti i colori e i ragazzini più calmi, come me, me subivano le conseguenze. Troppe volte, a causa della nostra condotta pessima, rimanevamo esclusi da progetti interessanti, gite scolastiche o da altro che prevedesse un connubio di divertimento e apprendimento.
Questi bulletti non solo collezionavano note sul diario e sul registro, brutti voti, richiami e sgridate, ma erano più che attivi anche fuori dalla scuola. Con i loro motorini rombanti e truccati si aggiravano per le vie del paese fino a mezzanotte. E il giorno dopo si veniva a sapere che qualcu-no era entrato furtivamente nella palestra comunale perché era sparita qualche attrezzatura sportiva.
Ricordo quella volta che fu rubato il DvD nuovo di zecca appena acquistato dalla scuola: nella nostra classe occupava un banco l’omertà.
Era una vera e propria banda della quale volevo sapere sempre meno e starne più lontana possibile. Non mi tiravo indietro invece quando quelli stessi elementi se la prendevano con un ragazzino di origine pakistana: quando osavano scherzarlo io, in tutta calma, dicevo come la pensavo, e magicamente riuscivo a zittirli. Il mio obiettivo era quello di far riflettere ed evidentemente ci riuscivo.
Sulla mia pelle non ho mai provato il bullismo vero e proprio, ma ho avuto il ruolo peggiore, ovve-ro quello dello spettatore-testimone: ragazze che escludevano una loro amica (bullismo indiretto), che si parlavano alle spalle e si sfidavano le coetanee passando tra i corridoi della scuola ancheggiando come super donne; extracomunitari sottomessi, secchioni presi in giro…ne ho viste di ogni e per tutti questi casi ho dovuto il più delle volte mandare giù bocconi amari di rabbia e di intolleranza.
Ora sulla corriera assisto ancora a vere e propri manifestazioni di bullismo, crudele e vigliacco. Il solito ragazzo, che evidentemente crede di essere il padrone della corriera, siede sempre all’ultimo posto in fondo occupando tutta la fila solo per sé. I “suoi scagnozzi” gli stanno accanto e sghignazzano per qualsiasi cosa. Ebbene, il più delle volte io e tanti altri ragazzi stiamo in piedi quando invece dovremmo poterci sedere ai posti che quel bullo tiene inutilmente occupati. Nessuno però chiede permesso, nessuno osa dirgliene quattro, tutti lasciano la situazione così com’è, io compresa. Il fatto è che penso che dovrebbero arrivarci da soli e, dal momento che non lo fanno, non pretendo niente.
Poco dopo comincio a sentire lamenti e urla provenire dai sedili dietro: accidenti, lo stanno facendo ancora! Ancora una volta la loro vittima è là che cerca di divincolarsi da quelle mani molto più forti di lui. E io assisto, come al solito, e rifletto fino a quando non mi accorgo di essere arrivata a casa.


piccola Momo

luisa camponesco
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Inserito - 19/05/2007 :  19:53:03  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
La piaga del bullismo è purtroppo in continuo aumento, non solo fra gli studenti delle scuole superiori, ma si verifica anche nelle elementari. In un’epoca come la nostra nella quale, sembra che i più elementari valori vengano sradicati, dove nulla conta all’infuori della soddisfazione di un egoismo personale, quando la vita di un uomo è valuta in pochi euro, allora bisogna cominciare ad interrogarci ma non solo, trovare anche delle risposte.
Come insegnante ho toccato con mano questo fenomeno, ma gli interventi immediati servono a poco se non si va a monte della questione. Educare alla legalità fin dall’infanzia con l’esempio con la persuasione, facendo capire che la libertà di ognuno finisce quando incomincia quella dell’altro, le parole ora non bastano più bisogna agire.
Oggi osservavo il mio giardino e mi sono accorta che fra le erbaccia era sbocciato anche un fiore, avevo timore di estirparlo per errore e allora….ho innaffiato tutto, erbacce e fiore, sono sicura che in quella selva incolta di fiori, in futuro, ne nasceranno molti altri.


Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
Curatore


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Inserito - 21/05/2007 :  13:11:24  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Cari ragazzi, vedo che scrivete poco, ma spero che leggiate la storia di mio figlio, che scrivo per voi.

Racconti di ordinario bullismo e qualche cosa di più

Abitavamo a Milano, al quaritiere ticinese, conosciuto come il quartiere dei Navigli. L. frequentava la scuola di via Gentilino, scuola che ha un secolo di storia e di tradizione.
L'anno dopo, quando doveva frequentare la terza elementare, ci trasferimmo. Altri compagni e altre maestre, che però si lasciavano sfuggire di mano la nuova scuola.
Segni sul viso
Ritrovò gi stessi bambini in prima media. Un giorno rientrò da scuola con delle grosse macchie rosse, due sul viso, sotto gli occhi e due o più dietro le orecchie. Gli chiesi che cosa era accaduto.
Duro e cocciuto come un mulo, non voleva aprire bocca.
La mattina seguente l'accompagnai a scuola e chiesi di essere ricevuta in presidenza col ragazzino. Senza commenti riferii un solo fatto: " E' tornato a casa conciato così"
Nel giro di un'ora avevano scardinato la piccola banda che già lo tormentava nella scuola elementare. Il capetto, un bambino che aveva il padre che per motivi di lavoro, dormiva di giorno e il ragazzo andava in strada per sfogare la sua esuberanza, aveva una sorellina tranquilla e la mamma cercava di fare quel che poteva. Con gli amichetti, il gruppo era formato in tutto da quattro bambini, i quattro he l'avevano picchiato.
I segni sul volto e dietro alle orecchie erano stati fatti con i calci. Nessuno aveva visto.

L'anno dopo L. cambiò scuola, in questa zona non voleva più restare.
Si doveva alzare molto presto alla mattina, ma aveva deciso che non avrebbe più frequentato i "tajanini", soprannome che aveva dato ai ragazzini con abiti firmati, che passavano la giornata in strada, di un ambiente sociale, per quel che vale, molto superiore rispetto a quello del ticinese, dove non c'erano solo figli di operai e artigiani,molto seri e consci dell'importanza della scuola, ma bambini immersi nella miseria più nera e scandalosa.

Un altro episodio: ragazzini con la siringa

Non è forse un racconto di bullismo, ma , certo di degrado.
Erano alti due soldi di cacio e in metropolitana si erano iniettati qualche cosa. L. rientrava da una festa di compleanno al sabato pomeriggio con un amico. Aveva visto tutto. Quando scese dal metro, si accorse che lui e il suo amico erano seguiti. Entrò sotto il portone dellla casa del ragazzo che era già arrivato si accertò che non ci fosse più nessuno. Invece fu aggredito dai due, uno con un coltello, e gli sfilarono la catena d'oro. In un lampo pensò," Chissà quanto sono deboli, con le porcherie che si sono iniettati."

Con pugno e uno spintone riuscì a salire sull'autobus che stava arrivando, e rientrò tutto affannato.
Quando lo vidi e mi raccontò tutto gli chiesi: " e il tuo oro?" Sotto i miei occhi esterefatti, mise una mano in tasca e mi mostrò orgoglioso la catena che era riuscito a riprendersi.

Quale insegnamento si può trarre da questi episodi? Non lo so , ma se un ragazzino di tredici anni , da solo, riesce a difendersi, vuol diore che non sarebbe proprio difficile fare di più.
Elena F.Vai a Inizio Pagina

   
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