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Renato Attolini
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Inserito - 20/05/2007 :  00:10:24  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Renato Attolini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Renato Attolini


Le teen-agers che impazziscono per Riccardo Scamarcio, forse e dico forse, rimarranno un po’ deluse da questo film, se pensavano di trovare qualcosa di simile a “3 metri sopra il cielo” ed al suo seguito. Se invece interessava semplicemente vedere il loro idolo e nulla più è un altro discorso.
Un po’ simile a “La meglio gioventù”, è più circoscritto perché abbraccia un periodo più limitato (finire degli anni ’60, primi ’70) ma anche qui come nella pellicola di Marco Tullio Giordana è il rapporto fra due fratelli il leit-motiv di tutta la storia. Due ragazzi che mai sono andati d’accordo fin da piccoli e crescendo vivono la loro giovinezza su due opposte barricate in un’Italia, spesso sull’orlo di una nuova guerra civile, lacerata dalle tensioni sociali e dallo scontro frontale fra due ideologie che spingono il loro odio politico fino alle estreme conseguenze, non disdegnando a volte l’uso delle armi, preludio ai terribili e cosiddetti “anni di piombo”. Il loro amore fraterno mai dichiarato ma sempre covante sotto la cenere si rivelerà alla fine, ma ne godranno per pochissimo tempo.
Scamarcio affronta un personaggio non facile, un’estremista politicamente e socialmente impegnato, ma non rinuncia all’immagine d’infrangi-cuori sulla quale ha costruito buona parte della sua fortuna. Non ho visto “Ho voglia di te” ma a mio avviso compie un passo avanti rispetto a “3 metri sopra il cielo” e conferma l’appartenenza a quel cerchio dei “belli e maledetti” di casa nostra al pari dei colleghi americani James Dean e River Phoenix (si faccia gli scongiuri….). Le qualità e il suo cliché li aveva già mostrati nella brevissima apparizione che fece in “Romanzo Criminale”, interpretando un terrorista nero. Completano fra gli altri il cast il volto nuovo (almeno per me) Elio Romano il fratello “Accio”, bravo e perfettamente calato nel personaggio, Luca Zingaretti, a suo agio anche nei ruoli “antipatici” e Angela Finocchiaro. Su quest’ultima vorrei spendere due parole. Me la ricordo agli inizi della sua carriera in “Ho fatto splash” di Maurizio Nichetti in una parte comica da far torcere le budella dal ridere e come antagonista di Raul Cremona nello spettacolo di cabaret “Zelig”. Più volte ha dimostrato la sua versatilità, ma credo che ormai si sia consacrata come attrice drammatica di primissimo livello.
Per chi non gravita intorno ai 50, risulteranno sconosciuti i nomi di Michelini, Almirante e magari anche Mao Tse Tung, citati nella pellicola e risulteranno strani o incomprensibili quegli eventi ma per chi come me li ha vissuti in prima persona è parso di fare un lungo salto indietro nel tempo. I giovani o giovanissimi potranno comunque trovarci spunti di riflessione, oltre a quelli della vicenda umana dei protagonisti. Magari si sorprenderanno e non capiranno come quella generazione passasse il suo tempo a confrontarsi o scontrarsi su temi ideologici o culturali o come avesse fatto a sopravvivere senza gli i-pod o i cellulari ultimo modello.
A Daniele Luchetti, regista che ha confezionato questo buon film, vorrei in ultimo fargli una piccolissima “tiratina d’orecchi” ammesso e non concesso che per una strana coincidenza di fattori leggesse questo mio scritto. C’è una scena ambientata nell’anno 1968 e da una radio vengono le note della canzone “Ma che freddo fa” di Nada. Errore! Quella canzone fu presentata al Festival di Sanremo (e pertanto per regolamento doveva essere inedita) dell’anno successivo dalla stessa cantante insieme al complesso dei “Rokes”. Ma questo solo i “vecchi” potevano accorgersi.


   
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