Inserito - 25/05/2007 : 22:04:08
La provvidenza In quella casa, a non voler considerare il cane, era l’unico maschio. “Come si stava bene” soleva ripetere Pino “quando ero ancora al venticinque per cento! Adesso, con l’arrivo delle ultras - (così venivano affettuosamente chiamate le gemelle nate dopo una lunga pausa riproduttiva della coppia), - e con il mio misero sedici virgola sessantasei per cento, sono all’opposizione continua e non ho nemmeno commissioni di vigilanza!” “Sei beato fra le donne” gli dicevano gli amici. E Pino scuoteva la testa. A dire il vero Pino era un padre felice. Aveva una bella famiglia e le sue quattro figlie, orgoglio paterno a parte, erano effettivamente notevoli. Alte, spigliate, sportive – tutte praticavano nuoto - affettuose e senza nessun segreto. Questa loro spigliatezza si riverberava anche nei loro comportamenti abituali in famiglia dove parlavano, senza imbarazzo anche davanti al padre, di reggiseni , mutandine, assorbenti. Ecco, appunto gli assorbenti. “Papi, quando vai a comprare il giornale mi prenderesti in farmacia un pacco di assorbenti? Mi raccomando quelli con le ali” gli chiese serafica una delle gemelle. “Le ali? Da quando gli assorbenti volavano? Semmai dovrebbero avere le pinne, visto che sono sempre a mollo.” pensava Pino per il quale era già difficile entrare in farmacia a sbrigare la faccenda, figurarsi poi a cercare “quelli con le ali”. Ma l’amore paterno vince anche ogni ragionevole tentennamento e Pino entrò in farmacia. La farmacia: e la fantasia ti riporta a luoghi misteriosi, con l'odor indefinibile di spezie e disinfettanti, con scaffali in legno e con meravigliosi vasi di terracotta con scritte in latino, con banconi dietro i quali il buon vecchio speziale ti accoglieva paternamente a decifrare il geroglifico che un altrettanto paterno medico di famiglia ti aveva ordinato. E i preparati erano spesso estemporanei, assemblati dal farmacista che pestava, scioglieva, misurava. Ma non divaghiamo. La porta della farmacia, comandata da una cellula fotoelettrica, si aprì al passaggio di Pino che fu catapultato in un super-megastore a percorso obbligato dove erano esposti sandali, creme per-contro-dopo-sole, integratori alimentari, pappe, trucchi, saponi, occhiali. “Ma dove sono gli assorbenti?” e girava, girava nella vana ricerca. Pino, fidando nella complicità maschile, sperava in un provvido aiuto del farmacista per chiedere sottovoce del prodotto, ma questi, invece, tutto preso dal computer, non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo. Arrivò quindi l’assistente. “Posso esserle d’aiuto?” gli disse Sharon Stone in persona. Un sorriso accattivante, due occhi intelligenti e, mamma mia, due gambe perfette che spuntavano da un camice bianco, lasciato anche aperto al punto giusto per far vedere un decolté mozzafiato. “Ma da quando la Stone si è trasferita in Italia? “ pensava deglutendo per la sorpresa Pino. Una breve esitazione e la vergogna di chiedere un articolo sconveniente alla signora…. “Le donne, …ma ci vuole tanto ad occuparsi personalmente di ..? Cinque donne in casa e proprio io devo andare a comprare queste cose…”pensava, furioso. “Grazie, vorrei un ..paio di occhiali da sole”, disse dopo aver posato lo sguardo sull’articolo più vicino. “Ne abbiamo di tutti i tipi” disse pronta la maliarda. “Anche con le alette laterali”. Era la provvidenza: “A proposito di ali, potrei avere anche un pacco di assorbenti? “ Ophelja
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