Articolo pubblicato sul quotidiano "Italia dei Valori" il giorno 28 maggio 2007La nascita del totalitarismo venezuelano
di Carmine Monaco
Sono mesi, anni ormai, che Chavez prepara l'atto finale di questa commedia che, in questi giorni, in questi minuti, sta facendo nascere sotto i nostri occhi un regime socialista totalitario che sembra destinato a diventare, nel giro di pochissimo tempo, uguale in tutto e per tutto a quelli che hanno funestato il secolo scorso. La prima vittima del totalitarismo di Chavez è, al solito, la libertà di espressione, di informazione, di pensiero. Come tutti i regimi totalitari, anche quello venezuelano si avvale di simbolismi carichi di demagogia. Tra coloro che l'hanno ricevuto in pompa magna in giro per il mondo, o tra quelli che sono andati a casa sua ad elemosinare un po' di petrolio a buon prezzo, qualcuno dirà che Hugo Chavez non è il classico dittatore sudamericano appoggiato dalla CIA: questo Chavez incarna infatti il vero neo-totalitarismo socialista, e l’evento che segna la metamorfosi politica definitiva in corso a Caracas è la chiusura della principale televisione indipendente del paese, Radio Caracas Television. Dalle 23,59 del 27 maggio, Chavez ha ordinato di non rinnovare la concessione a trasmettere i programmi di RCTV, per sostituirli con una televisione "pubblica" destinata ad essere il megafono del dittatore. Dopo l’intimidazione degli oppositori, la nazionalizzazione del petrolio, l’asservimento della magistratura, la militarizzazione del paese, l’alleanza sempre più stretta con quel che resta di Fidel Castro, il regime di Chavez non si vergogna dunque di schiacciare la libertà d’espressione, annunciando anzi con derisione che le proteste politiche e umanitarie non avranno alcun effetto, come denunciano anche in Italia i Comitati per le Libertà.
In Venezuela, la propaganda del governo è, in queste ore, sempre più martellante e ossessiva. Passa per ogni opera pubblica, scuola, ospedale, campetto di baseball, si confonde con gli appelli a iscriversi al Partito Socialista Unitario, che magari tra poco diventerà il Partito Socialista Unico. Nel mirino ci sono tutti: giornalisti liberi, imprenditori, sindacati indipendenti e anche la chiesa cattolica, schierata qui come altrove in difesa degli oppressi. Un’alleanza sempre più stretta con l’Iran di Ahmadinejad progetta un'ideologia marxista-islamista, teorizzata dal terrorista internazionale Carlos, da esportare ovunque possibile.
Sarà possibile in Italia sostenere che il regime di Chavez è dunque oggi una minaccia non solo per i venezuelani, ma per tutti i liberali e i democratici del mondo, senza farsi additare come "agente imperialista"? E' importante saperlo, perché è proprio dalla difesa delle libertà anche in Venezuela, dalla denuncia internazionale contro i soprusi, da una forte campagna per isolare Chavez in tutti i campi e per aiutare l’opposizione, che può ripartire la lotta per i diritti umani nel mondo.
Oggi tutto il mondo politico italiano, tutti i partiti, di governo e di opposizione, dovrebbero sostenere con forza: "Siamo con Radio Caracas Television, con il Venezuela libero e con chi si batte al suo fianco. Siamo tutti venezuelani". Sì, soprattutto questa ultima frase rischia di essere terribilmente vera: nel bene e nel male, siamo tutti venezuelani.
Carmine Monaco