zanin roberto
Senatore
Italy
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Inserito - 02/06/2007 : 19:36:12
UNA FOGLIA RIDA' IL SORRISO ALLA NATURAEra appena passato il fortunale, con la pioggia battente, il vento violento e sconvolgente, la grandine fitta e inarrestabile, con il cielo che si oscurava uniforme e compatto. La natura si stava riprendendo da quello sconquasso improvviso, i fossi colmi, s'erano ubriacati di acqua torbida e limacciosa, gli alberi s'erano incurvati deferenti a Eolo, signore dei venti, ma niente e nessuno aveva fermato la devastazione che li aveva feriti, spezzando i rami appena formati e la grandine aveva forato le foglie e sfibrato le piante con una impietosa azione da carnefice. I fiori s'erano straziati, recisi, incancreniti alla possente furia del temporale, gli uccelli si erano rifuggiati sotto i tetti delle case o nei cespugli fitti e ora riprendevano il volo non senza un'accenno di titubanza, le formiche avevano già provveduto a un nuovo intervento riparatore al loro nido gravemente danneggiato, solo le chiocciole, le lumache si sentivano a loro agio in quella atmosfera vaporosa e umida e con il terreno madido d'acqua. Un raggio di sole scendeva, come la prima squadra di soccorso a una calamità, a portare colore a una terra senza orizzonte. Tutto si odorava di quel sangue, verde linfa che s'era sparsa ovunque da piante e terreno, quel tono di natura ferita, con il profumo dei fiori di tiglio a mitigare quello di muschio, di corteccia d'albero strappata, di fiori agonizzanti, di fango e dell'asfalto imbevuto. Sul bordo d'una stradina di campagna, appena al di là dell'argine d'una roia che si vantava essere fiume, s'era conficcata con il picciolo al terreno, una foglia palmata di pioppo. La luce appena riaccesa d'un sole ancora incerto, si rifletteva sulla superficie di quella foglia rendendola verde fosforescente e lucente, danzava sospinta da un vento finalmente stanco. Roteava innaturale su quell'improbabile fulcro, si fermava, vibrava eterea, subiva una scossa e ancora girava lievitando appena, seguendo la musica dello sciaquio di quell'acqua che scorreva impetuosa nella roggia, attirando l'attenzione del pathos bucolico. Danzava gioiosa, disegnando cerchi e ovali con la grazia d'una ballerina scatenata, spettacolo di una natura ancora viva, sempre vitale, mai arresa agli eventi, sicura del suo ruolo, oltre ogni dubbio, dava dimostrazione del suo potere, mai sottomessa, mai vinta. Poi una ventata più energica la sollevò con grazia, si librò in aria, piroettò per qualche metro poi planò rassegnata e felice sulla superficie increspata dell'acqua del rio e si lasciò accompagnare via verso il mare, verde e leggera, capace di danzare dopo essere stata strappata dal suo albero. Un fringuello scattò da un sambuco dai rami piegati e offesi, e si alzò oltre il pioppo, per scorgere dall'alto la foglia e poi intono una melodia ritmata che forse era una preghiera all'Altissimo, signore di tutte le cose, per il nuovo sole che ora riaccendeva la speranza di quiete. di Zanin Roberto zanin roberto
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