La Ninfa della val di Mello
Ringrazio l'anonimo fotografo del sito della Val Masino per questa foto che mi ha fatto pensare. L'osservo attentamente, chiudo gli occhi e ricordo
...ricordo...il torrente Mello e una passeggiata alla scoperta del Bosco delle fate nell' omonima valle scavata dal torrente, una valle laterale della più imponente Val Masino.
La valle, che finalmente ho visitato dopo avere ascoltato tante descrizioni, quella dell'impegnativo e difficile Sentiero Roma, che un alpinista provetto impiega a percorrere non meno di sette ore, dove può accadere di incontrare temporali estivi improvvisi e violentissimi, che a volte durano ore, i bivacchi in alta quota, il celebre granito.
Il torrente Mello si è formato nei secoli e ha scavato il suo corso con l'acqua dei nevai e delle sorgenti. L'acqua scende impetuosa, increspata dalla schiuma ottenuta con un rimescolamento violento di acqua e aria. Gioca e ride tra le rocce, dove il corso del torrente scende da un ripido pendio, fino ad un pianoro. Rallenta la corsa a ridosso dei roccioni e diventa un laghetto dalle acque trasparenti e colorate.
Se transiterete a piedi per la Val di Mello, seguendo l'ampio sentiero sulla riva sinistra, non è improbabile che incontriate una Ninfa delle acque. L' ho vista anche la settimana scorsa.
E' un' adolescente dai lunghi capelli castani. Al venerdì, gettate le spoglie cittadine, dimentica la scuola e torna con gli amici in montagna da dove molti anni fa i suoi antenati partirono lasciando le loro case per scendere a valle. Il prato per il fieno, l'alpeggio in estate, a cui aggiungere l'incapacità di resistere alla concorrenza dell'industria casearia industrializzata, non bastavano più a mantenere la famiglia.
Un piccolo accampamento di tende da campeggio ci indica che i vacanzaioli del sabato sono arrivati. Hanno lasciato le auto e le moto all'imbocco della valle e hanno trasportato tende, casse di birra e cibo per la veglia. Alla sera fino a notte fonda ci saranno canti, chiasso, grigliate fino allo sfinimento. La mattina seguente i cittadini che non hanno saputo ritrovare il contatto con la natura e hanno maltrattato la notte, dormono fino a tardi, quando il mormorio del torrente e il terreno asciutto su cui si sono accampati li avranno ristorati. E' la montagna che ha donato alcune ore di benessere ai cittadini con l' esperienza di una notte passata sull'erba, in riva ad un torrente non inquinato. Non lo dimenticheranno.
Mentre gli amici dormono sprofondati in un letargo che sembra che non debba finire mai, la bis - bisnipote della Ninfa del torrente Mello è seduta in riva al laghetto.
Ascolta gli uccellini, le foglie che frusciano e la voce del torrente che sembra chiamarla vvv...vvvv...Rosamaria..Rosamaria...
Rosamaria...Rooosaaaa...Rosamariiia... la voce si perde tra il mormorio dell'acqua e il frusciare delle foglie...
Tra il sonno e la veglia, Rosamaria sembra avere perso ogni volontà e obbedisce al richiamo. Entra nell'acqua gelida, si guarda intorno a cercare la fonte della voce, mentre l'acqua dal colore dei riflessi dell'arcobaleno, l'accarezza. Pian piano, senza schizzare acqua e senza fare rumore, si rinfresca il viso e si immerge finché l'acqua la ricopre tutta. Ora nuota sicura nei fondali, le trote non la evitano, anzi la seguono curiose per nulla intimorite, riemerge e si guarda intorno. E' un mondo nuovo, ogni pietra ha un altro colore, l'acqua, non più tanto gelida, è l'elemento naturale della ragazza. Rosamaria si sente un'altra persona, parte integrante del torrente e del paesaggio. Forse aveva vissuto in altre epoche tra il bosco e il laghetto tra le rocce.
- Rosamaria, che fai in acqua, su, dammi una mano, ti aiuto ad uscire - sorridendo, Mario, il suo compagno di scuola, l'unico per il quale ha grande rispetto e ammirazione, cerca di convincerla ad uscire, allettandola con un grande asciugamano bianco.
La ragazza lo guarda, gli sorride, non lo riconosce, ma gli rivolge la parola:
- Vieni -
Ammaliato, il ragazzo la segue. Nuotano insieme:
- Come ti chiami ?
- Non so e tu?
- Non so e tu?
Non ricordano più nulla, sono ammirati dalla bellezza del luogo e " incantati " dalle voci della natura, come in antichi riti celtici. Capiscono di essere i discendenti dei lontani abitanti della foresta e delle acque e sembra loro di non avere mai vissuto in nessun altro luogo.
E' domenica, dall'alto campanile i rintocchi festosi delle campane risuonano nella valle, chiamando alla Messa gli abitanti del paese e delle frazioni più lontane.
I ragazzi si riscuotono, ma ci vorranno alcuni giorni, perché si riprendano dall'insolita esperienza. Capiscono che non è stato un sogno, ma un richiamo della natura. La montagna ha inviato loro un messaggio. L'amore e la tutela per la natura sarà lo scopo della loro vita futura.
Intanto tra loro è nata un'amicizia nuova, diversa, con un grande sogno da realizzare insieme.
Rosamaria, l'erede della Ninfa del Mello e Mario, discendenti da antichi e nobili abitanti delle valli alpine resteranno per sempre uniti nella difesa del torrente, affinché non venga svuotato e delle foreste perché la valle non venga cementificata. Tramanderanno il rispetto per la montagna ai loro figli e ai figli dei loro figli, fino a quando gli uomini non avranno bisogno della loro testimonianza, perché avranno capito il messaggio ricevuto e trasmesso dalla piccola Rosamaria e da Mario, il suo compagno.
La Val Masino e la Val di Mello sono tra le località più belle delle Alpi.
Recentemente gli abitanti della valle, appoggiati dagli amanti della natura e della montagna, hanno inviato una proposta all'Unesco con qualche migliaia di firme, affinché la valle venga riconosciuta come patrimonio dell'umanità.
Elena Fiorentini